Unodei nostri. Ricordodi PicoMerzagora Goffredo Fofi Il titolo di un vecchio romanzo di Willa Cather mi è venuto in mente più di una volta, pensando in questi giorni afosi di agosto a Pico Merzagora, scomparso improvvisamente a poco più di cinquant'anni per infarto, un po' allo stesso modo in cui qualche anno fa ci venne strappato dall'estate un altro "dei nostri", Marco Lombardo Radice. "Uno dei nostri" è un semplice modo di dire, un definire generico, che non esclude ma che sottolinea una differenza, e che, oggi, mi pare dica molto più che una comune appartenenza a un gruppo. Questo gruppo, infatti, non esiste. Pico frequentava altri giri dai nostri, aveva attività diverse dalle nostre. Era "dei nostri" o noi eravamo "dei loro" in un altro senso, oggi però molto importante: quello delle persone di buona volontà che in questo paese ipocrita, esibizionista, chiassoso si sono scelte un'attività concretissima, socialmente precisa e definita; si sono dati "una vocazione" cui rispondere, prioritaria su ogni altro fine, non solo quello della carriera o del successo, anche quello di una onesta professionalità. Pico sapeva bene che ci è chiesto qualcosa di più, molto di più, in funzione degli altri. E un po' per caso (la spinta era stata indubbiamente quella di avere un figlio handicappato) e un po' per scelta, spingendo egli, appunto, a trasformare il caso in vocazione - accanto all'attività professionale di dirigente editoriale perseguita con amore e onestà, con una competenza e un talento che gli erano da tutti riconosciuti e con uno scrupolo che non tutti, nel campo che era il suo, oggi dimostrano (conosciamo bene il mondo dell'editoria, lo scadimento e l'avvilimento delle sue prestazioni, il loro spostarsi a livelli qualitativi molto bassi)-, Pico si era inventato altre attività, e il suo "tempo libero" si era riempito di doveri nuovi. In particolare, egli era stato tra i fondatori del laLedha (Lega per i Diritti degli Handicappati, con sede centrale a Milano) e in questa veste aveva assistito persone, promosso campagne, contribuito ad azioni, proposto soluzioni, avviato progetti. Lo straordinario (ma non poi tanto, altrimenti non ci sarebbe il "nostri") era che tutto questo egli lo affrontava con una semplicità priva di ogni retorica...:_ in un mondo pieno di retorica e spesso di retorica opportunistica, di quella utile ad avere più finanziamenti, a ritagliarsi piccoli o grandi spazi di potere sulle spalle dei sofferenti, dei diversi, degli emarginati. Il suo era uno spirito ironico e autoironico, concreto e senza fronzoli, e nel suo atteggiamento si mescolavano saldamente un super-io di tipo genericamente religioso (quello, credo, delle sue origini lombarde, di un lontano illuminismo cattolico di cui si sono via via perse le tracce soprattutto, e definitivamente, dopo l'assalto socialista e neo-ricco, divoratore e distruttore, degli anni Ottanta) e un gusto laico del procedere, del fare, lasciando insomma nel sottofondo l'impostazione primaria, la morale di partenza e di guida, e affidandosi nella pratica all'amore per il "ben fare", per un operare finalizzato ma sempre attentissimo, prioritariamente attentissimo ai mezzi. In Pico questo, che in altri appare il risultato di uno sforzo, di una crescita, sembrava del tutto spontaneo, innato, poco razionalizzato. Per esempio "nella sua storia", mi ha scrittoun'amica che ha lavorato al suo fianco e che lo conosceva molto meglio di me, "la distinzione tra fatti e idee personali da una parte, e pubbliche o 'politiche' dall'altra, non aveva nessun senso. Le sue passioni private, come il cinema o il jazz, o i suoi rapporti sentimentali, riusciva a intrecciarli senza nessuno sforzo con l'impegno pubblico e sociale. Questo gli permetteva di essere sensibilissimo al privato, ali 'intimità delle persone, senza mai ILCONTESTO scadere nel narcisismo e nelle esasperazioni analitiche. E gli permetteva anche di non essere mai volgare nel trattare i sentimenti e le disgrazie altrui: ed era questa una delle sue doti più rare. Un gran senso dell'umorismo e del grottesco, una gran voglia di divertirsi insieme agli altri, l'ha portato fra l'altro a ottenere con Guido, il figlio spastico, dei risultati straordinari. Guido veniva dappertutto, tirato su una coperta per arrivare alle spiaggette più belle della Sardegna, montato sul Fiorino scassato di Pico per venire con noi ai concerti e alle feste, e Pico aveva saputo insegnare alla gente sana come stare con Guido senza imbarazzi. Perché il problema era soprattutto quello dello 'sguardo degli altri', una volta che si fosse riusci ti a garantire l'accesso e il movimento degli handicappati inmezzo alla gente 'normale'. Perciò niente demagogia, ma anzi una gran finezza e duttilità, niente astrazioni, ma una gran voglia di fare e di far fare, forse un iperattivismo, ma di chi sapeva di non avere abbastanza tempo per tutto". "Lo sguardo degli altri" era il titolo della rassegna cinematografica che Pico ha ideato e organizzato nel 1982, 1987, 1991, a Milano: una sorta di festival specializzato che ha permesso anche la costituzione di una mediateca unica in Europa sui temi dell'handicap. Le idee di Pico sul suo lavoro, sulle cose da fare con e per gli handicappati, sono documentate anche su "Linea d'ombra" (numero 71, maggio 1992) nell'intervista che, per "La Terra vista dalla Luna", gli si fece sulle attività della Ledha. A esse rinviamo il lettore che voglia confrontarsi con un'esperienza viva e sofferta, forte e rigorosa, esigente e sensibile, e dunque piena di possibili insegnamenti per tutti. Alla tristezza di una scomparsa e di un'assenza irrimediabile, si aggiunge in noi la convinzione di essere in tanti, minoranza, ma né succube né sconfitta: minoranza attiva cosciente e determinata. "Uno dei nostri" è venuto a mancare, ma i "nostri" sono sempre più numerosi, anche grazie al suo esempio e al suo lavoro. Lettera internazionale 32 Rivista trimestrale europea Edizione italiana Itinerari spagnoli Castro, Goytisolo, Montalban, Segre Misticismo e hispanidad Massimo Cacciari La Spagna di Unamuno Miguel de Unamuno, Elias Diaz La nuovissima Spagna Aranguren, Caciagli, Sotelo America allo specchio , Edsall, Lasch, Rorty, West Morte e resurrezione della Mitteleuropa · Péter Hanak, Eric Hobsbawn IN EDICOLAE IN LIBRERIA Abbonamentoannuo edizioneitaliana L. 45.000;cumulativo con un'edizioneestera (francese,tedesca,spagnola,ungherese, cecoslovacca,serba, croata o russa), L. 90.000. Versamentsiu ccpn. 74443003intestatia LETTERAINTERNAZIONALEs.r.l. via LucianoManara, 51 - 00153Roma, o con assegnoallo stessoindirizzo 25
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