Linea d'ombra - anno X - n. 74 - settembre 1992

IL CONTISTO Segni di pace in Israele Joaqu{n Sokolowicz È l'Israele migliore che è andato al governo. Migliore persino, quanto a visione realistica e costruttiva del contesto mediorientale, rispetto a quello pionieristico, ammirevole, del primo ventennio di vita indipendente (certo, anche il contesto non è lo stesso di allora). E con questi governanti, pur fra ostacoli esterni e freni interni che prevedibilmente rallenteranno il cammino verso i compromessi di pace, diventa probabile un avvio di soluzione per la questione palestinese. Il cambiamento avvenuto a Gerusalemme dopo le elezioni di fine giugno non è valutabile semplicemente in termini di formule interpartitiche (una coalizione di centrosinistra al posto di un' alleanza egemonizzata da un blocco ultranazionalista) ma, più in concreto, osservando quali uomini hanno assunto le funzioni del potere. Il leader laburista e neo primo ministro Itzhak Rabin, anche per non essere riuscito nel tentativo di far entrare nel governo alcuni settori di destra che gli avrebbero assicurato una maggiore copertura in Parlamento, ha finito per formare una squadra caratterizzata da un animo pacifista. Ma già la scelta dei suoi collaboratori tra gli stessi laburisti era andata in questa direzione: Shàhal (ministro di Polizia) è un uomo che aveva posto la sua candidatura alla guida del partito, l'anno scorso, con un programma che comprendeva il riconoscimento del diritto palestinese a uno Stato indipendente; Ramon (Sanità) rappresenta la generazione dei quarantenni che all'ultimo congresso ha spinto perché venisse sostituita con un'opposizione fatta di proposte alternative la sostanziale inerzia laburista di fronte all'attività espansionistica del passato governo; Baram (Turismo) si dimise qualche anno fa da segretario del partito perché si sentiva "colomba" impotente in mezzo a dirigenti per la maggior parte "falchi" o insensibili dinnanzi alle questioni poste dall'occupazione di territori popolati da palestinesi; Beilin (viceministro degli Esteri, dietro lo sbiadito · Peres) è uno dei leader di questa corrente di rinnovamento. Beilin, Ramon e Shàhal sono i consiglieri del primo ministro per i negoziati di pace con le delegazioni arabe. A parte i laburisti, è tra altri nella coalizione il fronte tripartito Mèretz, fondato secondo una piattaforma focalizzata su due temi: il bisogno di superare gli squilibri economico-sociali nel paese e il riconoscimento dei diritti nazionali del popolo palestinese; nelle file dei tre partiti alleati (il socialista Mapam, il liberale di sinistra Shinuì, il Partito per la difesa dei diritti civili) sono presenti molti attivisti dell'organizzazione Pace Adesso. I ministri provenienti da questo raggruppamentoa tre,Tsaban (Immigrazione),Rubinstein (Ricerca scientifica) e la signora Aloni (Pubblica istruzione), li abbiamo incontrati tante volte in questi ultimi anni mentre partecipavano a convegni internazionali per la pace in Medio Oriente accanto a rappresentanti palestinesi. Importante, poi, per una rigenerazione dell'Israele laico, di quello costruito sui principi dell'umanesimo, è l'affidamento della politica scolastica alla leader del Partito per i Diritti civili (che - detto per completezza di cronaca - è iscritta al Partito radicale internazionale fondato da Pannella). I precedenti del capo di questo governo per quanto riguarda la questione palestinese sono contraddittori. Alcuni anni fa, mostrando sensibilità verso le rivendicazioni nazionali della popolazione dei territori occupati ma nello stesso tempo escludendo lapossibilità di soddisfarla, ha detto: "Se tra noi e i territori ci fosse una decima parte della distanza che separa Parigi dall'Algeria il problema sarebbe già risolto da un pezzo." Queste parole evidenziavano, in ogni caso, opposizione alle pretese di un diritto israeliano di proprietà su quei territori. Già alto ufficiale durante la guerra d'indipendenza dello Stato ebraico, militare a riposo, conoscitore di ogni meccanismo della sicurezza nazionale, è stato per anni l'unico '1ei dirigenti laburisti di cui i politici nazionalisti si fidassero. Ministro della difesa nel governo di unità nazionale, allo scoppio dell'intifada impartì l'ordine di "spezzare le ossa" ai rivoltosi, e furono suoi i primi provvedimenti di repressione feroce. Riconobbe poi, in dichiarazioni pubbliche, l'inutilità di quei metodi e, a un certo punto, si recò personalmente nella cella in cui era detenuto l'intellettuale palestinese Feisal Husseini (a tutti noto come il rappresentante dell' Olp, l'Organizzazione per la liberazione della Palestina, nei territori occupati). I due parlarono a quattr' occhi; Hussein~ scarcerato ali' indomani, si recò qualche giorno dopo a Tunisi per colloqui con lo stato maggiore dell' organizzazione palestinese, Yasser Arafat in testa. Appariva verosimile che Rabin stesse cercando un compromesso per mettere fine alla rivolta delle pietre. Vennero i tempi della guerra del Golfo, dei nuovi equilibri politico-strategici nel Medio Oriente e dell'offensiva diplomatica Shomir, Robin, Shoron (foto di Uzi Keren/Controsto). 13

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