Susine selvatiche Color d'acero i capelli in settembre Susine strappo e more dolci Dal cespuglio per la sua bocca, e sotto La pelle conficco spine Richiamo Infilati la tua codina scintillante stella, vieni Sotto il mio tetto puoi anche farti una birra Arlecchina Ma ancora più bello: con te O senza di te Correre sui boulevards nient'altro con sé Che pane alle uvette, vino e tabacco Fermare la gente di vari paesi Negli occhi e poi Parlarne, descrivere il cielo la neve Tu vieni con il vento dell'ovest e io Da nord, noi due portiamo Tutto quanto insieme, minuscoli cavalli Palme perpendicolari, le stelle, caffettiere Dopo pranzo alle quattro e mezza, quando la campana Nella gabbia si dondola e grida Muskelkater Siamo in forma e proprio ben allenati E tuttavia l'eccesso di movimento causa Lieve dolore al corpo agli arti, un impulso Dal cervello guizza e attira verso i piedi Gemiti, e ci fermiamo: Ora è tra le scapole, ci strappa Come remi le schiene, e gli estensori Delle braccia rivelano non velati Volteggi per tutto il giorno lancio del peso Flessioni e nuoto diciassette vasche. Che non siamo dei poltroni si vede Siamo stati troppo a lungo in sella E i polpacci, ahi, come dopo aver sceso Erti pendii tra i monti, adagio. O pattinato sul ghiaccio. O in primavera Dodici ore in bici già la prima volta E le strade belle lunghe strade Sentiamo le cosce, e le dita Si piegano: che fatica! è forse Un disco? o il giavellotto? Era tutto quanto e non lo era E ci ricorda la nostra sventatezza Fino al prossimo con-sesso. POESIA/KIRSCH MA LA SPERANZA VUOLE DANZARE Questo testo è frutto di un collage ricavato dalle interviste rilasciate da Sarah Kirsch nell'arco dell'ultima ventina d'anni. Mi piacerebbe portare acqua alla Droste guardare con lei dentro antichi specchi Annette von Droste-Huelshoff e Bettina Brentano sono per me due figure importanti, due colleghe che io pongo su un piccolo piedistallo. Io le amo, queste due donne, non riesco a esprimerlo meglio, non sono una studiosa di letteratura. Io ho la mia visione di Bettina e la mia visione di Annette: sono la mia Bettina e la mia Annette. Per me è importante come hanno lavorato, come hanno vissuto e al solo pensiero mi si stringe il cuore. Perché erano donne coraggiose, incredibilmente coraggiose. Quando soggiornai aWiepersdorf- un'antica proprietà degli Arnim dove scrissi il ciclo di liriche di Wiepersdorf e sino a poco tempo fa luogo di riposo per gli scrittori della RDT -, lessi l'intera opera in prosa della Droste e talvolta mi era difficile distinguere: dove mi trovo ora, a Wiepersdorf o in qualche castello della Westfalia? Dopo essere entrata in contatto con il nascente proletariato berlinese, un giorno Bettina scrisse un libro a cui appose la dedica: "Questo libro appartiene al re". È anche questo a cui alludo quando scrivo: Questa sera, Bettina, è/ Tutto come prima. Sempre/ Siamo sole, quando scriviamo ai re I A quelli del cuore e a quelli/ Dello Stato./ E ancora/ Abbiamo un tuffo al cuore/ Quando dall'altro lato della casa/ Si sente una vettura. Quando scrissi questa poesia, mi immaginavo più o meno una situazione così: ci si è appena separati da ·qualcuno, ci si trova in un'altra casa e improvvisamente si sente una macchina - un tuffo al cuore e si pensa: è lui. Poi ci fu il caso Biermann e la poesia venne pubblicata dallo "Spiegel" e fu interpretata come se la macchina dall'altro lato della casa fosse una macchina della Stasi. Davvero assai singolare. Scrivendo, non ci avevo proprio pensato: le liriche si trasformano talvolta. Ma la si poteva interpretare anche così, benché mi sia parso un tantino forzato. È comunque vero che in una poesia come questa c'è qualcosa di politico, ma non nel senso di agitprop come a volte si trova nella poesia della RDT - o della RDF se è per quello. In tal caso è meglio scrivere un articolo, dove si può formulare tutto in modo più chiaro e preciso. Sono convinta che la lirica debba essere considerata in un unico contesto, come la lirica di una generazione: ci sono poesie come quelle che scrivo io, forse più pacate. Poi ci sono le poesie di Volker Braun, le canzoni di Wolf Biermann. Ma tutte sono strettamente legate le une alle altre, la lirica di una determinata epoca deve essere composta da molte voci diverse. Anche le poesie d'amore sono liriche di una determinata epoca. Ciò che si scrive in base alla propria esperienza personale, viene sempre scritto in base alla società del proprio tempo. Più volte mi hanno rimproverata di scrivere poesie private. Io non credo affatto che lo siano. Privato è una parola che considero offensiva. Quando ho letto Museum der Modernen Poesie di Enzensberger, mi sono subito resa conto di come una poesia non debba necessariamente avere nulla a che fare con l'ideologia e la 91
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