Linea d'ombra - anno X - n. 73 - lug./ago. 1992

PARALISI Mercè Rodoreda traduzione di Anna Maria Saludes i Amate Sabrina Kalmeta Su Mercè Rodoreda "Linead'ombra"ha pubblicato neln. 49 (1990) un ritratto critico di José Maria Castellet. Della grande scrittirice catalana (1909-1983) sono usciti in italiano La piazza del diamante (Mondadori), Aloma (Giunti-Astrea), Il giardino sul mare e Via delle camelie (La Tartaruga). In traduzione presso La Tartaruga, /sabei y Maria. "!lfaut savoir mourir, Faustine,et puis se taire. mourir camme Gilbert en avalant sa clé. " P.J. ToULET Les contrerimes. Ho guardato sul dizionario "digitale". "Siete vincolata intensamente ai fiori." La parola "vincolata" è brutta. Pianta dai fiori purpurei e a forma di ditale. Digitalina. No. Fiori purpurei, no. Di molti colori. Anche azzurro cielo. Ho tirato fuori gli indumenti dal ripiano dell'armadio e li ho buttati per terra. Sono appena in tempo se voglio arrivare qualche minuto prima e riposare tranquillamente nella sala d'aspetto, seduta nella poltrona accanto al divano, mentre guardo il quadro con l'albero, la roccia e le pecore. Cioè in modo di non arrivare con l'ansia e con il cuore ... Azzurro. Se mi metto la rossa sembrerà che ... e la nera, che forse sarebbe le più adatta, mi sta stretta. A Barcellona, una volta, un dottore mi visitò senza neanche togliermi il vestito. Faceva caldo come oggi, ero sdraiata e mi premeva il ventre e ogni tanto mi domandava se mi faceva male. Il vestito era di seta bianca e blu, con i colori delle mille e una notte, diverse sfumature di blu. Le maniche erano lunghe, ma in alto e' erano due aperture che mi lasciavano le spalle nude. Dove diavolo sarà la sottoveste azzurra? Se non la trovo sono perduta. Mi devo fare ancora il bagno ... Nel ripiano di sotto? Quando cammino il piede mi fa male e mi fa male anche quando lo faccio girare da tutte le parti, sdraiata sul letto. Ma invece seduta e immobile non sento niente. Dovrò dirgli che ho tutti i tendini della gamba indolenziti ... Se solo le digitali fossero di color granata ... Ginevra. Digitali. Dalle foglie lineari. Siete ginevrino? L'erba dei parchi comincia a essere bruciata e gli alberi sono già dorati anche se siamo ancora in estate.Una città di foglie, di sentieri verdi, di giardini pieni di fiori come se vi nascessero da soli. Come il camino della naturalezza, tanto difficile. Della spontaneità. Sono catalana ... Sì? Mediterranea. Sirene e delfini e molti Ulissi. Timo, rosmarino, ginestra. Il {)aese del giunco marino e dell'erica. La lavanda e il finocchio! E tanto tempo che non metto la sottoveste azzurra ... Che cosa sembrerò se non la trovo e sono costretta a mettermi quella rossa? Gli dirò che è molto simpatico, perché è vero e sarà contento. Costa così poco far contenta una persona. Se tutt'ad un tratto gli chiedessi: "Vi piacciono le digitali?". Nessuno glielo deve aver mai chiesto. Una goccia di sangue. E seduta sul lettino con le gambe penzoloni mi farà mettere la mano sul suo ginocchio, prima si sarà seduto accanto a me ... imberrà un batuffolo di cotone con l'alcool e mi strofinerà la punta del dito e poi con una lancetta, clac!, mi pungerà mentre mi spia. lo sopporterò il dolore e farò uno sforzo per non muovere neanche un muscolo del volto. Respirerò senza che si veda troppo; applicherà un tubetto alla ferita e succhierà dall'altro capo finché il tubetto sarà mezzo pieno di sangue. Si alzerà, verserà un liquido nel tubetto e se ne andrà nello studio mentre mi dice che posso già vestirmi. Scarpe, sottoveste, vestito. Uscirò subito emi siederò sulla poltrona davanti alla sua serivania e passeranno i tram, automobili e più automobili che vuol dire macchine e più macchine e il pomeriggio volgerà alla fine mentre guarderà controluce il tubo dove c'è il mio sangue e ancora vi aggiungerà un po' di liquido. Settanta per cento. Mi infilo nella vasca mi insapono in fretta, mi faccio la doccia, lo specchio si appanna e il profumo si sparge. Mi lavo i denti, mi pettino in fretta. E la sottoveste. Chiamo un taxi per telefono. Cornavin. Viene dalla fermata di Cornavin. Scendo ad aspettarlo. Il tassista chiude lo sportello, guardo sull'agenda perché non mi ricordo mai del numero. E comincia la nausea. Piccola. Leggera. La stessa che quando ero piccola mi dava l'odore di vernice dei tram. Dringdring ... I platani del Passeig de Gràcia. I voli di stornelli sopra la piazza di Catalunya. Triangoli e cerchi contro il cielo del tramonto. Una follia di ali e di grida. La torre dei pavoni accanto alla piazza della Bonanova. Sotto il ponte, vicino alla chiesa. Compra un cero, mettilo a destra ben dritto in modo che la cera non coli. Raddrizza lo stoppino prima d'accenderlo, scenderemo a piedi perché i tram hanno un brutto odore ... Dring-dring ... E il ·tram ci passa accanto scendendo per Repubblica Argentina. Compra il 79

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