STORIE/UPWARD In un momento in cui la causa anticapitalistica attraversava un periodo di crisi anche nel paesi più avanzati del mondo, egli si era probabilmente reso inutile a servirla. Leslie (forse erano in ritardo, e si stava chiedendo se la macchina di Leslie non si fosse rotta per strada). "Il trenino aspetta in stazione", disse loro, salutandoli con la mano attraverso il cancello girevole più vicino al gabbiotto (doveva già essersi accordato perché, insieme a Leslie, potessero passare senza doversi fermare per il biglietto), e mentre Crowbridge si fermava presso il gabbiotto per pagare il bigliettaio, il gruppo di Leslie cominciò ad avviarsi da solo, Mrs Unwin mano nella mano di Miss Bilston, verso la stazione con le pareti e il t.ettodi vetro che si trovava a meno di cento metri, al di là di uno spiazzo di ghiaia. Leslie aspettò che Crowbridge lo raggiungesse, ma prima di riuscire ad accennargli qualcosa delle vertigini, lo sentì che diceva: "Un giro sul trenino attraverso i paesaggi di cartapesta è il divertimento ideale per loro, emozionante senza essere allarmante e tutto scossoni". Parlava nel tono confidenziale tipico del professore che parla di persone che non considera al suo livello sociale con un collega. Per un momento quest'atteggiamento provocò in Leslie una forte ostilità, tanto da indurlo quasi ad affermare di non aver intenzione di riaccompagnare a casa il suo gruppo, quel giorno; ma Willie Tyler era rimasto indietro rispetto agli altri e poteva sentire le sue parole, e non voleva che Willie sentisse qualcosa che potesse rovinare già ora la sua visita al parco dei divertimenti. Se Willie era rimasto indietro, molto probabilmente, era perché voleva restare vicino a Leslie che, a differenza degli altri accompagnatori, compreso Crowbridge, non lo trattava come se fosse un bugiardello cattivo da assecondare con tolleranza, ma accettava le sue esagerazioni e le sue invenzioni con lo stesso interesse e la stessa disponibile sospensione di incredulità richiesti dai romanzi seri. Leslie decise, mentre insieme a Crowbridge raggiungeva Willie lungo la strada che portava al trenino, di non dire niente a Crowbridge delle sue vertigini fino a quando l'intero gruppo degli invalidi e degli accompagnatori non avesse finito l'abbondante merenda che Crowbridge aveva ordinato per loro al ristorante del capolinea; decise anche che avrebbe reso la rivelazione meno dura offrendosi di pagare un taxi che avrebbe riaccompagnato a casa il suo gruppo. Ma ancora prima di raggiungere, insieme a Crowbridge e a Willie, il resto della comitiva, la leggera sensazione di sollievo che la sua decisione gli aveva procurato fu seguita da una nuova e improvvisa vertigine premonitoria che a sua volta fu neutralizzata quasi immediatamente da un altro forte attacco di paura. Non fu distolto dalla sua paura neppure quando vide spuntare, dalla ripida valle che si trovava dietro alla stazione, la testa e le spalle della gigantesca immagine in rilievo, dai colori brillanti, di un famoso personaggio dei cartoni animati, un marinaio, il cui nome Leslie non riuscì subito a ricordare, con le guance corrugate a indicare un nascosto serrare di gengive senza denti, e con una pipa di argilla dal cannello corto, infilata così in profondità nella sua bocca increspata che il fornello d'argilla quasi toccava il naso a patata; questa immagine contribuì ad aumentare la paura di Leslie, poiché nella sua enormità era così strana che poteva essere un'allucinazione prodotta da un confuso sconvolgimento delle facoltà visive, sebbene egli fosse sicurissimo che era obiettivamente reale. E quando entrò con Crowbridge e Willie e il resto del gruppo nella stazione, il treno a forma di dragone, che li attendeva sul binario, con la coda verde e la bocca vermiglia, sembrò ugualmente sinistro. Le piccole carrozze scoperte, dai riflessi scuri, attaccate strettamente una all'altra come vertebre dipinte di verde di un serpente mostruoso, erano già in gran parte occupate da altri gruppi di invalidi; Crowbridge andò avanti per parlare con un altro accompagnatore, il colonnello Disley, al quale poi si sedette accanto, mentre il gruppo di Leslie salì sull'ultima carrozza del treno. Quando Leslie sollevò con attenzione Miss Bilston e la fece sedere di fianco a Mrs Unwin, si rese conto di nuovo del battito violento del suo cuore, che non accennò a calmarsi neanche dopo che si fu seduto vicino a Willie, il quale aveva scelto di mettersi in un posto vicino a un altro Vl!~to,sicuramente nella speranza che Leslie l'avrebbe occupato. ' I loro posti erano gli ultimi del treno. La coda del dragone, con all'estremità quella che sembrava essere la punta di metallo di una freccia, si curvava, da dietro, proprio sopra le loro teste. Willie la stava indicando, cercando di dire qualcosa, ma non riusciva a emettere neppure una parola. Leslie non gli venne in aiuto: subito dopo essersi seduto al sicuro al suo posto, che aveva una protezione esterna ideata probabilmente per impedire ai passeggeri di cadere accidentalmente dalla carrozza, sentì una nuova paura, che per un momento assorbì tutta la sua attenzione, soppiantando perfino il terrore di cadere. Era una paura misteriosa e diversa da quella provata in precedenza, la paura di non riuscire più, da quel momento, a evitare gli attacchi di vertigine neanche rinunciando al suo lavoro con gli invalidi, e che il forte stress a cui era stato sottoposto negli ultimi due mesi potesse già aver provocato in lui un danno irreparabile, costringendolo a rinunciare anche alla sua attività politica. In un momento in cui la causa anticapitalistica, che per molti anni era stata per lui e per Lana più importante di qualsiasi altra cosa, attraversava un periodo di crisi anche nei paesi capitalistici più avanzati del mondo e aveva bisogno di tutto l'aiuto che i suoi sostenitori potevano offrirle, egli molto probabilmente si era reso per sempre inutile a servirla. Questo pensiero lo angosciò a tal punto, che egli non notò più la presenza di Willie accanto a sé, e si accorse a mala pena che il treno cominciava a muoversi e si incominciavano a intravedere i paesaggi di cartapesta appena fuori dalla stazione. O era lo scenario intorno, e non il treno, che si stava muovendo? Di sicuro egli avvertì una vibrazione che poteva essergli stata trasmessa, attraverso il suo sedile di legno senza cuscino, dalle ruote che giravano sulle rotaie sotto il vagone. Ma l'erba alta di fianco ai binari passava a una velocità tale che il treno non poteva averla raggiunta in così poco tempo, a meno di accelerare tanto da arrecare eccessivo fastidio ai suoi passeggeri. Sì, in relazione alle rotaie, lo scenario si stava muovendo, e così il treno, ma molto più lentamente, e l'erba ai lati delle rotaie si stava muovendo ancora più velocemente del paesaggio finto più distante, sebbene anche questo desse l'impressione di muoversi più lentamente a ritroso di quanto il treno si muovesse in avanti. La differenza di velocità fra il passaggio dell'erba che costeggiava le rotaie e quello delle romantiche colline azzurrognole sullo sfondo doveva essere stata studiata dall'ideatore del trenino per creare l'illusione che le colline fossero a una distanza di molte miglia dal treno, mentre in effetti si trovavano a non più di venti metri ed erano probabilmente 69
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