STORIE/LEWIS I La Spagna trabocca di oscurità. "L'Africa inizia dai Pirenei". La Spagna è una scacchiera di mori e di goti su cui la rozza cavalleria francese giocò le sue partite più brillanti. Alle porte della Spagna, il paesaggio si fa sempre più storico con Orlando, la cui fama stenta a svanire, come gli echi del corde chasse. Al pari di un'antilope meravigliosa, sopravvive nelle gole dei Pirenei, sempre più eteree e nobili. Sotto quell'albero, Carlomagno sposta alfieri e regine; c'è qualcosa di eterno e di rembrandtesco nelle sue movenze. Alla frontiera ti colpisce una ventata di storia foriera di burrasca e di minacce. Molti estati fa, il destino mi affidò una parte in una commediola focosa che si protrasse a lungo - una commedia tipicamente spagnola iniziata, come è giusto che sia, a Bayonne, dove è la Spagna, e non l'Africa, che comincia. Sono un pagliaccio biondo e ben piantato, ricordo molto vagamente William Blak:ee un famoso pugile americano di cui mi sfugge il nome. Ho denti grandi e forti e quando rido li digrigno scintillanti. Normalmente però sul mio viso regna un aggressivo candore. Mi conosco molto meglio di quanto avviene di solito agli altri. Mi rendo perfettamente conto, ad esempio, di essere un selvaggio. In questo momento, quindi, dovrei trovarmi su una barca di vimini con un remo in mano. Il mio corpo è grande e feroce, la pelle chiara. Eppure tutta la sua focosità si è trasformata in riso. Sembra ancora una macchina da guerra visigota, ma in realtà è una macchina per ridere. Come ho già fatto notare, quando rido digrigno i denti: è un altro residuo animalesco, che la mia risata ha ripreso dalla guerra. Se un tempo mi capitava di diventare aggressivo, ora, nelle stesse situazioni, rido a squarciagola. Sono fatto così. Non ho mai dimenticato, dicevo, di essere un selvaggio. Ne sono freddamente consapevole. Mi rendo ugualmente conto della natura incivile della mia risata. Non è facile da catalogare, come la cosa salada degli spagnoli, né si trasformerà mai nell' ésprit francese. Si intrufola dappertutto. È ormai la mia vita stessa. E ora non riesco a prendere più niente sul serio. Non posso assolutamente fare a meno di trasformare tutto in burla. E ammetto di essere assai incline a dimenticare che le persone sono reali - che non sono cioè degli schemi soggettivi, di mia esclusiva proprietà, che si ripetono nel corso di questa vita-burla, la quale peraltro si fonda proprio sulla negazione della realtà accettata. Mio padre è medico e abita sul Clyde. I Kerr-Orr sono medici da sempre. È un po' che non lo vedo: mia madre è separata e vive con un celebre medico ungherese, mi passa i soldi che quel medico le dà e io la considero il mio parente più stretto. Questa concomitanza di circostanze mi consente di girare moltissimo e di saziare la bestia dell'umorismo che abita in me, con una gran varietà di portate. Mia madre è bassa e mora: la statura e il mio insolito aspetto nordico li ho presi da mio padre. Vom Vater hab' ich die Statur... Fu probabilmente mia madre a trasmettermi il Lust zufabulieren. Non provo alcun imbarazzo a seguire gli istinti del mio fisico attraente. Il mio senso dell'umorismo è sfociato, nella fase matura, in una consapevolezza acutissima di ciò che io sono. Contrapponendo tale io a un altro io ostile, che detesta il mio odore e considera abominevoli i miei denti grandi, la mia statura e via di 52 seguito, riesco in un certo senso a ridimensionare l'allarme che provo nei miei confronti. Vivo quindi ad un livello più primitivo di quello di gran parte della gente, esibisco il mio io più intimo senza scompormi e tutti gi uomini si spaventano un po'. Questo involucro biforcuto, dall'odore strano e dalla pelle chiara, con due biglie lucenti e roteanti che gli servono per vedere, occhi di toro pieni di ironia e di follia, è una maschera dietro la quale mi nascondo. Me ne sto dentro di essa e la faccio funzionare senza lasciarmi coinvolgere. Quando si infuriano pericolosamente alla vista di questo grosso corpo, lo sottraggo alla loro presa e poi rido alle loro spalle. E tengo a sottolineare che alla base della struttura chimica del mio senso dell'umorismo c'è una pietra filosofale. Quando rido, mi appello a un'unità primitiva presente in essa. Freud spiega tutto ricorrendo al sesso; io alla risata. Così, in questi resoconti delle mie avventure, non c'è alcun interesse per il sesso, ma solo e continuamente per quello che è forse il suo nemico naturale; e dunque mi sento in dovere di scusarmi. Il "sesso" mi annoia mortalmente; e invece gli occhi mi si illuminano immediatamente se scorgo una qualsiasi anomalia stilistica che possa offrire un nuovo schema al mio realismo grottesco. Lo specialista e lo snob del sesso detestano ciò che io amo e considerano la propria occupazione l'unica reale. Temo che fra me e loro non sia possibile alcun compromesso, e ognuno continuerà a definire "reale" ciò che ritiene più importante. Contrappongo con sfrontatezza i miei principali interessi all'attrazione sessuale; il mio pubblico quindi sarà esclusivamente maschile, ma qualunque cosa accada non me ne lamenterò. Sono assolutamente certo che molti soldati e avventurieri del Medioevo fossero in realtà Soldati dell'Umorismo, non riconosciuti né classificati come tali. So che per questa causa solenne si sono disputati molti duelli. Un uomo di temperamento e di indole siffatta, forse coltiverà con cura un'ampia cerchia di nemici da tenere a portata di mano per non· lasciare arrugginire la propria spada. Si può appianare qualsiasi disputa, ma se tale disputa si può definire umoristica, gli uomini in lizza saranno divisi per sempre. È a questo che credo, da buon inglese. Potrei riempire pagine e pagine descrivendo me stesso e il mio modo di fare. Ma tali astrazioni dalla vita vissuta possono essere fuorvianti perché nella maggior parte dei casi gli uomini hanno difficoltà a separare un principio dalla cosa viva a essa attinente, e di conseguenza, quando viene loro offerta la sola astrazione, non sanno bene cosa farsene oppure la applicano erroneamente. Io, per quel che mi riguarda, sono a mio agio sia nel mondo astratto dei principii che in quello tangibile dei fatti. Dato che so esprimermi con pari efficacia in entrambi, mi atterrò qui al secondo, perché così ho maggiori possibilità di venire compreso. Mi vedrete perciò in azione mentre opero nel cuore della realtà. Ma prima di proseguire, devo fare una precisazione su quel che ho detto di me stesso: da piccolo ho viaggiato a lungo all'estero, seguendo mia madre fra un marito e l'altro, e quindi conosco molto bene il francese, che ho imparato fin da ragazzo. Ho abbastanza dimestichezza con quasi tutte le altre lingue occidentali, il che ha un rapporto diretto con l'accoglienza che gli abitanti dei paesi in cui si svolgono questi fatti mi hanno dimostrato. Il suo spagnolo è stregato da qualche genio locale o da un dio
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