Linea d'ombra - anno X - n. 73 - lug./ago. 1992

INCONTRI/COMPTON-BURNEff Senza leggi morali non potremmo avere né arte né letteratura. Se non ci fossero leggi morali nessuno potrebbe infrangerle. E nessuna azione avrebbe alcun significato. Be' a questo punto devo spiegare brevemente alcune cose della mia vita privata. Mia madre morì. lo venni lasciata a capo della famiglia-per un po', poi venne la guerra, e mio fratello fu ucciso. Fu un periodo molto difficile. Poi ebbi una terribile malattia - quell'influenza epidemica che si trasformava in polmonite. Non c'erano gli antibiotici, allora. Si rimaneva tra la vita e la morte per circa un mese. Guarii, ma per alcuni anni non fui in grado di lavorare o quasi, poi, quando cominciai a riprendermi, mi tornò anche la forza mentale insieme a quella fisica. Ma intanto era passato molto tempo. Ha sempre saputo di voler diventare scrittrice? Questa è una domanda che tutti mi fanno. Mi dispiace. È la domanda che mi fanno tutti. In realtà non lo so. Sì, credo di sì, altrimenti non avrei scritto quel mio romanzo giovanile. Venivamo da una famiglia di lettori accaniti. Credo che anche i miei due fratelli sarebbero diventati scrittori. Guy, il più vecchio, quello che morì per primo, sarebbe diventato uno storico o qualcosa del genere, e l'altro, molto probabilmente, uno storico anche lui, o un romanziere. Ma dovette studiare per il Fellowship al King's, capisce? Non l'avrebbe ottenuto che a ventiquattro anni. Poi, a ventisei, cominciò l'addestramento militare. Quando avrebbe potuto scrivere, quindi? Sparì, semplicemente. La vostra generazione è stata un po' più fortunata. Non molto però - no. No, le cose non sono mai semplici. Anche voi avete avuto una guerra. Ma non come la vostra. Io credo che lei abbia ragione. La prima guerra mondiale fu una cosa così orribile, e sentimentale. Oh, la prima guerra mondiale è stata la peggiore di tutte. Una guerra terribile, che entrò in ogni vita. Naturalmente i bombardamenti non furono così tremendi. Ce ne furono, sì, parecchi. Ma i civili non corsero mai gli stessi pericoli. Gli aeroplani si sono evoluti parecchio, in seguito, capisce. Noi li abbiamo avuti, i bombardamenti, e la gente veniva ammazzata e le case distrutte e tutto il resto, ma niente di paragonabile a quello che è successo durante l'ultima guerra. Poi lei ha scritto Pastori e maestri? Quanto le ci è voluto per decidersi a cominciare? Oh, non lo so proprio. Non lo so proprio. Credo che l'istinto ci fosse da sempre e mi sentivo di nuovo forte fisicamente. Non ha mai pensato alla possibilità di una carriera accademica? Ho ricevuto un'educazione classica, al college, e immagino che questo sia stato un buon inizio. Ma non ho mai avuto voglia di continuare. Oh no, non ho mai avuto voglia di diventare una studiosa di classici o qualcosa del genere. Non so come avrei potuto diventarlo - una vera studiosa. È davvero fantastico quello che lei è riuscita afare con il suo lavoro. 44 Unico, non è vero? Sì, niente di simile a quello che hanno fatto gli altri. Forse succede che inconsciamente ci si costruisca un mondo, per gradi, scrivendo sempre nello stesso modo.C'è gente che scrive prima in un modo, poi in un altro. lo ho scritto sempre nello stesso modo, per quanto possibile, capisce. Ma lei ha prodotto un particolare tipo di scrittura, abbastanza diverso da quello di chiunque altro. Che però ha legami con la scrittura tradizionale. Sì, in un certo senso è tradizionale, è vero. Be', volevo che lo fosse. Naturalmente si deve lavorare in un mondo tutto particolare, per scrivere come scrivo io, in un certo senso. Altrimenti non si ottiene alcuna profondità, non si mette a fuoco niente, praticamente. Sapeva quali risultati voleva ottenere col suo lavoro? No, credo che mi sia venuto così, spontaneamente. Esiste un'enorme quantità di lavoro suo, no? Una buona quantità, non enorme. Be', sì, perché io non ho scritto porcherie, capisce. Quindi la quantità di lavoro mio che vale ragionevolmente la pena di leggere è maggiore di quella di certi scrittori che hanno scritto molto di più, quantitativamente. Non so perché nei miei libri ci sia tanto dialogo. Credo che dipenda dalla mia natura. Mi è venuto così. Credo che non sia possibile spiegare queste cose - probabilmente hanno radici profonde, non crede? Sì. Epoi lei riesce, con il dialogo, a ottenere lo stesso risultato che altri ottengono solo con pagine e pagine di prosa descrittiva. Oh, sì, è così. A lei non interessa quello che la gente fa, non tanto quanto quello che la gente crede di fare, non è così? Be', la gente che conduce una vita civilizzata non fa molto, no. I personaggi dei suoi libri sì, però, direi. Oh sì, può darsi che facciano cose concrete. Ma io penso che molte più cose vengano fatte di quante la gente non sappia. Lei l'ha fatta, una cosa concreta, no?3 Sì.E lei? No, no. Non sono assolutamente portata all'azione, io. Assolutamente. Sicura di non averla compiuta, qualche azione? Sì, abbastanza sicura. Abbastanza sicura. Una donna dal carattere irrepre,nsibile Questo mifa venire in mente una cosa. Una volta lei ha detto di essere una donna dal carattere irreprensibile. Sì, proprio così. Cosa intende per irreprensibile? Intendo moralmente perfetto.

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