Linea d'ombra - anno X - n. 73 - lug./ago. 1992

UNA DONNA DAL CARAffERE IRREPRENSIBILE Incontro con lvy Compton-BurneH a cura di Kay Dick traduzione di Marisa Caramella Questa conversazione è stata registrata il 9 ottobre 1963, tra la colazione e l'ora del tè, nell'appartamento di Dame lvy, in Cornwall Gardens. La Compton-Burnett aveva già concesso sporadiche interviste (con riluttanza, dato che non trovava mai soddisfacente il prodotto finale), ed era stata filmata dalla BBC - una volta mentre parlava del suo lavoro con un'amica, Miss Margaret Jourdain ( A Conversation, pubblicata originariamente nel primo numero di "Orion" e in seguito da Nico/son & Watson, 1945), e una seconda volta nel corso di un programma televisivo condotto daMr.Alan Pryce-Jones-ma non aveva mai autorizzato prima la registrazione di una conversazione come quella che, sono contenta di poterlo dire, ha concesso a me. La registrazione è stata effettuata con l'idea di usare in seguito il materiale per la stesura di un pezzo sull'autrice. Dame lvy era a conoscenza di questo, e definì il nostro colloquio pomeridiano una "seduta per prendere appunti". lo non avevo preparato alcuna domanda, dato che avevo già avuto prima di allora dalla scrittrice molte notizie biografiche generali e particolari. Le sistemai ilmicrofono accanto e sperai per il meglio. Quello che evidentemente il testo stampato non può riprodurre è il costante intercalare di "umm" e "ehm" e le risatine deliziose di Dame lvy (queste ultime suggerite, suppongo, dalla certezza di avere avuto la meglio su di me), e, naturalmente, l'inimitabile tono della sua voce-quelle chiare note d'arpa del tutto simili al ritmo dei suoi romanzi. Circa sei mesi dopo Dame lvy venne a farmi visita a Hampstead e insistette per ascoltare questo nastro, con il quale, chiaramente, si divertì un mondo. "Un buon lavoro", disse alla fine. Nessuna parte di questa conversazione è stata stampata mentre lei era in vita. Tre giorni dopo la sua morte alcuni estratti furono pubblicati nel "Times Saturday Review" (30 agosto 1969), e un'analoga selezione apparve in "Harper's Bazaar", nel maggio 1970. L'intervista integrale compare in lvy and Stevie (lvy Compton Burnett and Stevie Smith) Conversations and Reflections by Kay Dick (Duckworth e c., 1971). Gli interventi da me effettuati sul testo sono minimi, per lopiù limitati al taglio di alcune mie osservazioni e riferimenti di natura e interesse puramente personale e privato. Della Compton-Burnett - il cui principale diffusore italiano è stato Arbasino nei primi anni Sessanta - sono state tradotte molte opere: Padroni e maestri (del '25), Fratelli e sorelle (del '29), Più donne che uomini (del '33), Unafamigliae unaeredità(del '39), Genitori efigli(del '41), Il Servo e serva (del '47); Il presente e il passato (del '53), Madre e.figlio (del '55), / grandi e la loro rovina (del '61), Un dio e i suoi doni (del '63), presso Garzanti, Einaudi, La Tartaruga. Della sua opera si sono anche occupati, in Italia, Mario Praz e Giorgio Manganelli. Nata nel 1884 a Pinner (Middlesex) la Compton-Bumett è morta a Londra nel 1969. Kay Dick è autrice di vari romanzi (An A.ffair of Love, Solitaire, Sunday, They, The Shelf> e saggi (Friends and Friendship, e un volume sulla Commedia dell'arte, Pierrot). Era diverso il mondo, non la gente Lei ha detto una volta che Darwin ha avuto una parte molto importante nella sua vita. Potrebbe ripeterlo adesso? Be', immagino di aver voluto dire che il momento in cui mi sono resa conto che l'uomo aveva degli antenati biologici e non era stato creato o niente del genere, è stato molto importante nella mia vita. Forse era questo che volevo dire, non crede? Sì, perché parlava della sua famiglia. Diceva che la sua famiglia era molto "High Church". Be', io ho frequentato una scuola High Church. La mia famiglia era semplicemente Church, ma io ho frequentato una scuola High Church, capisce, vicino a casa. Credo che fosse questa la ragione per cui mi ci avevano mandato. Ma avevamo un sacco di lezioni High Church - storia del libro della preghiera, storia delle Collette e cose del genere, un'infinità di cose del genere. Credo che le altre allieve della scuola ricevessero la Cresima all'età di undici anni circa, non io, però, s'intende. L'ha mai ricevuta, la Cresima? Sì, un po' più tardi. E a quel tempo era credente? Non credo di essere mai stata credente, vale a dire non credo di aver mai dato importanza alla cosa. Ero credente, da piccola, se per questo si intende che pensavo che gli adulti conoscessero la verità, che non mettevo in dubbio questo fatto. Ma la religione non mi è mai piaciuta. Mai. Nessuna religione? No, non direi. Non mi piaceva quella religione. Non mi piaceva l'idea dell'espiazione, della penitenza, capisce cosa voglio dire? Non mi piaceva affatto. Mi sembrava una religione sgradevole e umiliante, anche se credevo che fosse quella giusta, perché non mettevo in discussione cose del genere, non più di quanto mettessi in discussione il fatto che la terra era una sfera a forma di arancia. Erano cose che mi venivano dette. Poi, crescendo, verso i quattordici, quindici, sedici anni, la ragione cominciò a rifiutare tutto questo. Cosa mi sa dire, della sua, di esperienza, in proposito? Non so bene. Be', questo è quello che penso io, non capisco come si possa credere in qualcosa. Naturalmente ai suoi tempi il mondo era così diverso da quello di adesso. Oh sì, molto diverso ... molto diverso, ma non credo che lo fossero i rapporti umani, invece. No, non credo che la gente fosse così diversa. Il mondo era molto più chiuso, capisce. La gente non viaggiava come fa adesso, ma credo che i rapporti interpersonali non fossero molto dissimili. Naturalmente, le famiglie erano più numerose. 41

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