Il giorno della bandiera sulla Plaza de Mayo, foto di Alex Ouesada Matrix !Grazia Neri). razione, anzi contro ogni logica del profitto. Acquistate con le buone o con le cattive: il vecchio Cesare Civita, che tentò di resistere alle pressanti sollecitazioni della Rizzoli perché cedesse la sua Editoria! Abril, venne convinto da alcune bombe che esplosero in redazione e nel suo appartamento. Ma che idee, questo Timerman !Sarà pure vero che Gelli mise piede in Argentina per la prima volta con la collaborazione della corrente di estrema destra e antisemita dei peronisti guidata dall'ex caporale di polizia José L6pez Rega. E anche che divenne in seguito grande sostenitore, nel regime militare che rovesciò il governo peronista, dell'ala ultrarepressiva facente capo all'ammiraglio della Giunta di cui faceva parte, nel 1976, disse in un discorso ufficiale che in Argentina non c'era più spazio "per Marx, Freud e Einstein". Ma chi non lo sa che tra i militari sudamericani, quelli argentini in particolare, è diffuso da sempre un certo antisemitismo? Non è il caso, però, di elaborare congetture degne dell'ingegno di un autore di fiction attorno a informazioni riguardanti rapporti di affari. Che c'è di strano, dopotutto, nel fatto che un uomo d'affari italiano, appunto Gelli, viaggiasse con passaporto diplomatico argentino? Forse in questo modo, perché no, venivano agevolate le grandi operazioni commerciali con il governo argentino; vendite di armi, per la precisione, ai generali che di volta in volta arrivavano in Italia più o meno di nascosto proprio per combinare tali operazioni. Pare evidente, sì, che tra quei generali e il capo della P2 la collaborazione crescente abbia cementato una vera e propria arnicizia..Quando Licio Gelli sparì dalla circolazione nel 1981 avrebbe raggiunto una destinazione ignota - stando a numerose testimonianze riportate dalla stampa latinoamericana e statunitense-a bordo di un bimotore dell'YPF, l'ente petrolifeIL CONTESTO ro statale argentino, che andò a raccoglierlo nella cittadina uruguaiana di Chui, al confine con il Brasile; allora era da poco capo dell' IPF il generale Guillermo Suarez Mason (che presto avrebbe smantellato l'ente nazionale per favorire un'azienda di cui deteneva personalmente la maggioranza del capitale, la Bridas, in cui diversi soci erano membri della P2); questo generale, quando poi Massera finì in galera, diventò il principale rappresentante della loggia gelliana nel suo paese. Affari, nient'altro che rapporti di affari. Infatti non si può attribuire che a interessi commerciali e finanziari la presenza di una trentina di sudamericani nelle liste trovate nell'81 a Castiglion Fibocchi (oltre alla comune adesione alla massoneria, certo). Ebbene sì: sudamericani in una loggia massonica italiana! Tutti operatori economici. Per due terzi argentini (militari in buona parte), alcuni brasiliani (tutti appartenenti all'associazione esoterico-filonazista Anael) e qualche uruguaiano. L'ammiraglio Massera, aspirante a diventare leader politico, l'uomo della provvidenza che avrebbe definitivamente messo in piedi l'Argentina, aveva lasciato la Giunta governativa per tentare la scalata al potere attraverso un suo, nuovo, partito. Disponeva di mezzi finanziari ingenti; filiali attraverso lo sconfinato paese, addirittura un quotidiano lanciato alla grande, oltre a tutte le riviste della Rizzoli locale (Sociedad CREA) al suo servizio. Massera riceveva collaboratori e simpatizzanti in un ufficio lussuoso in via Cerrito, nell'edificio della succursale argentina del Banco Ambrosiano. Poi tutto finì, con la guerra delle Malvinas-Falkland e il crollo della dittatura militare. Oggi l'ex ammiraglio è in libertà grazie al perdono del presidente Carlos Menem, che gli ha evitato di scontare l'ergastolo, così com'è avvenuto anche per gli ex generali Videla, Galtieri, Agosti, Viola, e per l'ex leader "rivoluzionario" Mario Firmenich, capo dell'organizzazione "di sinistra" Montoneros. È tutto storia, ormai. C'è tuttavia un personaggio 15
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