Linea d'ombra - anno X - n. 73 - lug./ago. 1992

PASSEGGIANDO A VILLA TORLONIA con una coppia di picchi Enrico Alleva Ovvero: come evitare che aprendo un parco agli umani ne siano scacciati gli uccelli. Villa Torlonia è un piccolo ma graziosissimo parco cittadino romano dove - quando si stava peggio - abitava il Duce. Il mio rapporto con la Villa è iniziato quando sono nato: è da allora infatti che, salvo brevi parentesi, abito nello stesso quartiere. Là, a Villa Torlonia, scappavano gli uccelli semiliberi - corvi e rapaci - che convivevano nella nostra già numerosa famiglia, per poi rientrare la sera alla base domestica. Sopra ai suoi alberi volteggiavano i piccioni viaggiatori della mia colombaia nei loro voli serali: compagni di serate ecologiche di giornate dense di traduzioni dal greco e dal latino. Mi ricordo, ragazzo di città, arroccato sul tetto di cemento della mia casa, a spiare con un binocolo non troppo potente gli uccelli migratori che - copiosissimi - di giorno attraversavano i cieli del quartiere ma nessuno li scorgeva, impercettibili macchiette in quota nell'abbagliante cielo dell'autunno romano. Di notte invece dalla stessa postazione, gioivo emozionatissimo quando contro il disco della luna, riuscivo a distinguere una sagoma insolita-una gru o un avvoltoio. È poi su Villa Torlonia che ho fotografato per la prima volta il falco pellegrino a caccia di storni. E allora, gli stomi a Roma erano uccelli rari, non nugoli di mostri infestanti come oggi. Tra i miei-ricordi di giovane metropolitano la gita all'interno della Villa-allora ancora chiusa al pubblico-è come l'avvenr li o .. ' I ' 108 tura in un paese esotico e sconosciuto. Ed erano gite che terminavano bruscamente, quando il guardiano ci pescava e ci faceva uscire con grida neanche troppo convinte. Mentre gli altri ragazzi si infilavano nel parco per giocare a pallone o per appartarsi con le prime ragazze, io ci andavo per guardare gli animali. Soprattutto per scoprire nuove specie di uccelli cittadini, quelli che vivono fra le siepi e i rovi e che non escono mai dalla villa. Con i Comitati di quartiere e le Giunte Rosse anche Roma ha iniziato a riscoprire e rivalutare quel poco di verde che le precedenti amministrazioni palazzinare non avevano soffocato. Così anche villa Torlonia è diventata motivo di assemblee e di cortei. Alle manifestazioni la mia famiglia ha sempre partecipato compatta: compreso il papero Martino che starnazzava in prima fila la sua voglia di verde, dopo aver collaudato clandestinamente una certa vaschetta nella quale sguazzare con molto più gusto che nella attuale piscinetta gonfiabile. Un giorno, finalmente, la Villa è stata aperta al pubblico. Ormai ero troppo adulto per giocare - o almeno per farlo troppo apertamente - con le bestie del parco, così i suoi vialetti sono diventati il luogo abituale delle mie passeggiate di svago e di meditazione postprandiale. Gli uccelletti naturalmente li guardo sempre, credo di essere incapace di non cercarli con lo sguardo e di non classificarli mentalmente: a proposito mi sembra che stiano aumentando i gufi romani, e soprattutto gli allocchi. Così Disegno di Fronco Motticchio. -- -- >-- ----- I ( ' I i ::::==-===-

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