prone a 'pietrificarsi', a mobilitarsi e perché. Ad esempio, in Inghilterra, oggi i mussulmani tendono ad organizzarsi come minoranza autonoma, come gruppo di pressione, molto più che gli Indù. Perché non lo so. Non vi è dubbio che la combinazione di etnia e religione sia molto potente e spesso non si sa se ci riferiamo a gruppi etnici o religiosi. Eppure alcuni mussulmani si organizzano più di altri. Direi che i mussulmani pakistani tendono ad organizzarsi molto di più dei mussulmani del Bangladesh. È possibile vivere senza sentimenti etnici? La tesi che si possa vivere senza identificazione etnica è stata avanzata con molta forza e va presa sul serio. Non vi è dubbio che - se si deve avere una società -, essa deve basarsi su alcuni sentimenti di appartenenza, forti e condivisi. Credo sia un errore pensare che questo sentimento scompaia del tutto, anche tra coloro che credono in idee o movimenti sovranazionali, come era una volta l'identificazione di classe. La chiesa cattolica è una grande organizzazione internazionale, peraltro in ottima salute di questi tempi. Non nego che il papa, in quanto tale, deve agire come il capo di una organizzazione completamente internazionale, eppure non si può negare che Giovanni Paolo II sia un uomo della Polonia, che ha forti sentimenti verso il suo paese. Tra l'altro, mi sembra del tutto ragionevole. Il problema non è se queste persone hanno dei sentimenti di tale natura, poiché nessuno può impedire loro di averli; e non è neppure necessario che questi sentimenti siano indirizzati verso una nazione nel senso classico. Il problema sono le implicazioni politiche di questi sentimenti ed è qui che essi devono essere trattenuti. Mi pare stupido pretendere che un uomo che viene eletto Disegnodi SelçukIdo "LeMonde diplomotique"J. IL CONTESTO papa debba smettere di sentirsi polacco, italiano o francese. Eppure deve cambiare nome, assumere simbolicamente un nuovo io... Non vi è dubbio che il papa non possa agire esclusivamente come cittadino polacco. Egli deve, in virtù del ruolo che ricopre, promuovere gli interessi eterni ed universali della Chiesa: ma perché chiedergli di smettere di sentire ciò che ovviamente egli sente? In ogni modo, non potrebbe avere sentimenti diversi. Sono le conseguenze di questi sentimenti che possono essere molto negative. A quali conseguenze si riferisce? Penso a conseguenze di tipo politico e di tipo intellettuale. La ragione per cui le conseguenze politiche possono essere particolarmente negative mi pare ovvia. Per quanto attiene alle seconde, io trovo, come storico. che ogni forma di dialogo mi è preclusa con persone che ritengono primaria l'identità nazionale o di gruppo. Queste non sono posizioni intellettuali. In altre parole, non è possibile comprendere il mondo se si guarda ad esso da un punto di vista che per definizione esclude gran parte del mondo stesso. Un giornalista americano una volta disse, in un contesto del tutto differente, che non aveva nulla da obiettare all'innamorato convinto che la donna da lui amata sia la più bella ed attraente del mondo. fintantochè non pretende di convincere anche me. In altre parole, si possono avere tutti i sentimenti che si vuole, basta che non li si usi per fondare una teoria universale del bello. Sembra però che il bisogno di affermare la propria identità - un 'identità magari di recente fattura-vada di pari passo coll'intolleranza. Credo che il pericolo del nazionalismo oggi consista nel fondarsi sull'idea che pre-esiste da tempo immemorabile un gruppo omogeneo, definito in base a un qualche criterio, come la lingua o quant'altro. Questo automaticamente esclude alcuni e, ancora più grave, privilegia altri, dando loro una sorta di monopolio. Da un certo punto di vista, ciò accade meno nelle vecchie ed ormai affermate comunità politiche di ampie dimensioni.' che non devono provare la loro esistenza a nessuno. Ad esempio, io mi aspetto che la Georgia, una volta trovato un certa stabilità politica, sarà meno tollerante verso le minoranze interne di quanto non lo fu l'Unione Sovietica. L'URSS non si identificava con un gruppo etnico specifico. Allo stesso modo, in Canada o negli Stati Uniti, al di là delle posizioni ufficiali, sono perfettamente accettati programmi radiotelevisivi in italiano, cinese, coreano. Temo che in Lituania e in Latvia sia molto più difficile avere una radio o una TV non nazionale. Certo gli ultimi eventi georgiani sembrano confermare il suo pessimismo. Quanto a tolleranza. la Georgia non brilla. A me pare che questa sorta di intolleranza possa portare, in ultima analisi, a migrazioni forzate, che purtroppo abbiamo visto troppo spesso. Gli Armeni sono un buon esempio; basta guardare a cosa è accaduto nel corso della loro storia e cosa accade adesso nel Nagorno-Karabakh. I Georgiani, inoltre, non sono stati da meno con gli Osseti e con altri gruppi minori presenti nella vecchia Repubblica Socialista di Georgia. Tutto ciò è molto più pericoloso poiché il mondo moderno, i suoi meccanismi economici e la mobilità che produce, rendono impossibile creare isole di purezza culturale e linguistica. Di conseguenza, il tradizionale progetto culturale nazionalista, quello mazziniano per intenderci, è del tutto surrealistico. In base a quel 9
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