SAGGI/TRUMBO GRANDESPARTACUS La ribellione degli schiavi fu un'insurrezione importante, che scosse la Repubblica. La rivolta durò almeno un anno. Si registrarono numerose campagne militari vinte dagli schiavi, e la sconfitta di quanto di meglioRoma aveva da offrire. Alla fine la rivolta fu domata dalla soverchiante forza di tre eserciti romani schierati contro l'unico esercito degli schiavi. PICCOLO SPARTACUS La ribellione in realtà fu più una specie di fuga dal carcere, con successiva corsa verso la libertà. La sua durata fu molto più breve. Si trattò di una semplice fuga verso il mare. Venne repressa da un solo esercito romano. Ora vorrei sottolineare come i diversi generi di campagne militari delineate dai due punti di vista portassero abbastanza naturalmente a due diverse visioni di Spartacus come uomo e come p~rsonaggio, così come un grande comandante in una grande guerra si comporta, per la logica degli eventi, in modo molto diverso da un comune capo in una breve corsa verso la libertà - in una fuga: GRANDESPARTACUS Una volta tratto il dado, Spartacus combatté per la libertà di ogni uomo, donna e bambino del suo esercito. Grande obiettivo. Sebbene Spartacus inizialmente potesse aver dubitato del suo obiettivo, una volta superato quel momento non ha più avuto alcuna indecisione. Spartacus assunse il comando e lo esercitò attivamente, progettando finalità, strategie, ecc. Nel momento della grande prova Spartacus si chiede se ha veramente esercitato il potere in favore di tutti gli schiavi, e se in questa o quella situazione strategica ha agito correttamente. Però non dubitò mai della giustizia della causa o della necessità di quanto intrapreso, anche a costo della vita. 100 PICCOLO SPARTACUS Una volta tratto il dado, Spartacus non aveva altra meta che la propria libertà personale e quella di Varinia. Piccolo obiettivo, individuale. Spartacus ha avuto un momento di esitazione riguardo al proprio obiettivo, e probabilmente ne ha avuti altri anche in seguito. Spartacus fu probabilmente costretto ad accettare il comando, che esercitò con riluttanza, e non lo si vede mai progettare finalità e strategie. Spartacus oscillò tra il fine sociale (la libertà per tutti) e il fine personale (la propria libertàequelladi Varinia): i suoi dubbi crescono, e arriva a chiedersi se era giusto che lui capeggiasse gli schiavi e addirittura se era necessario essere arrivati alla rivolta. Dalle intenzioni e finalità della guerra derivano le intenzioni e finalità del personaggio; dalle intenzioni e finalità del personaggio derivano determinati contrasti personali, drammatici e tecnici. GRANDE SPARTACUS Spartacus, come il suo grande nemico, Crasso, è un uomo che prova delle emozioni e che pensa. Spartacus deve apparire coinvolto anche da un punto di vista intellettuale nella questione degli schiavi; deve avere delle scene di discussione, dialogo e complotto; deve essere, anche se a modo suo, eloquente come Crasso; deve essere intelligente come Crasso. I propositi dichiarati di Spartacus sono giusti e nobili e vanno molto al di là del suo io: in definitiva è un uomo che è in grado di farsi capire dai propri compagni e dal pubblico tramite l'uso della parola. A Spartacus devono essere concessi discorsi abbastanza ampi, in modo da poter esprimere il proprio pensiero, escene abbastanza lunghe per poter rivelare i propri progetti e obiettivi. Nella storia di Spartacus devono esserci, una volta che si è aperta la spaccatura, una complessità, un contenuto, un intreccio pari a quello della storia di Roma: l'intreccio è necessario all'opera. Un forte Spartacus richiede di conseguenza forti caratteri di schiavi che gli si contrappongono o lo seguono. PICCOLO SPARTACUS Egli prova soprattutto delle emozioni, non è affatto uguale a Crasso. Raramente, o mai, Spartacus dovrebbe apparire in discussioni intellettuali su strategie, morale ecc (solo chiacchiere); raramente dovrebbe esortare o ispirare i suoi compagni (altre chiacchiere); raramente dovrebbe dire qualcosa che riguarda il bene di tutta la comunità degli schiavi - lui pensa piuttosto a Varinia, a suo figlio, a come questo potrebbe ricordare la sua fama, la fama di Spartacus - e tutti questi pensieri limitati (limitati in rapporto agli obiettivi degli schiavi) sarebbero formulati con enfasi piuttosto che semplicemente, e con quella pacata eloquenza che scaturisce dalla tranquillità degli uomini semplici, intelligenti e devoti. Discorsi concernenti problemi intellettuali (finalità, strategie, tattiche ecc.) devono essere radunati insieme, e accorciati al limite della mistificazione; queste scene devono essere ridotte all'osso o, meglio ancora, tagliate del tutto. La storia di Spartacus deve essere semplificata, semplificata, semplificata, al punto da eliminare qualsiasi complicazione, sciogliere qualsiasi nodo, appianare la trama e di éonseguenza ridurre il dramma. I personaggi deboli (e gli attori mediocri) con i quali Spartacus recita sono una diretta conseguenza del concetto del piccolo Spartacus.
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