MINORI IN TRIBUNALE gli interessi erano molto più spezzettati, non eravamo riusciti a elaborare un progetto, sviluppavamo di volta in volta piccole curiosità". Perché partire dalle esperienze pratiche? Riccarda. Per capire le ragioni di questo tipo di didattica bisogna partire dal presupposto che questi ragazzi, generalmente, hanno avuto esperienze estremamente negative all'interno delle istituzioni scolastiche. Di qui la stragrande maggioranza di loro rifiuta tutto quello che sembra "scolastico". Per questo motivo sia il metodo, sia l'approccio sono diversi da quelli tradizionali. Si parte dal- !' esperienza perché la concettualizzazione è un' obiettivo molto alto per questi ragazzi. Certo così il percorso è un po' tortuoso, ma funziona. Si può insegnare a scrivere attraverso l'invenzione di uno spettacolo teatrale o l'elaborazione di racconti. Marco Vinicio. Attraverso questo genere di esperienza pratica, di lavoro manuale, di applicazione nel concreto delle nozioni teoriche è possibile far passare molte indicazioni di scienze, matematica, disegno. Invece di porle come discipline le inseriamo in un lavoro monografico, un lavoro che interessa il ragazzo e che quindi assumerà più facilmente le nozioni perché sono cose che gli servono, che deve utilizzare subito. Se occorre saper fare un calcolo, imparano a farlo e così via. Quali sono le altre differenze rispetto alla scuola "normale"? Riccarda. L'altra condizione che chi insegna in carcere deve tener presente, è che bisogna andar piano nel sancire l'errore. Lo sbaglio, di qualsiasi natura sia, va gestito. Va accettato e deve servire per ripartire attraverso nuovi tentativi. Per cui quando troviamo un errore non lo correggiamo con il segnaccio rossb o blu, ma, per esempio, proponendo la trascrizione al computer o una recitazione. La trascrizione al computer è diversa dalla correzione normale, perché si trasferisce il prodotto su un piano diverso, dalla carta al video. E nel passaggio la correzione è immediata, non ne resta traccia. I testi che loro scrivono a mano sono pieni di errori, ma noi stentiamo a intervenire direttamente per non suscitare reazioni negative. Allora spostiamo la cosa, rifacciamo in bella copia, così si ottiene un testo pulito. Mentre fai questo lavoro con loro, riesci facilmente a correggere, a proporre una stesura diversa, a cercare delle mediazioni. Insomma, siamo estremamente flessibili in modo che non si sentano di nuovo presi di petto, non si sentano negati, non sperimentino uri nuovo insuccesso. Quello che fanno è buono. Bisogna vincere la negazione, la disistima profonda che hanno dentro. Questi ragazzi sono sempre stati negati, sono sempre stati portatori di una cultura che la scuola non accetta, sono portatori di errori, sono, in genere, ragazzi con bassi livelli culturali, con pochi strumenti. Per questo si sceglie un approccio didattico che ha un risultato meno economico, meno veloce di quelli tradizionali. È più facile insegnare tutto in blocco dall'alto, però il nostro sistema rende di più in questa situazione. E forse, applicato anche in molte altre situazioni, eviterebbe i danni che l'istituzione scolastica crea, o comunque non riesce a LATERRA 19 < ! = . li . e: z ,.
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