2 VISTA DALLA LUNA i :s Luigi Manconi Affrontiamo con questo numero un dibattito a più voci sul tema, oggi centrale e scottante, del volontariato. La recente legge 266 regolamenta questo importante e fondamentale fenomeno della nostra società; ma suscita anche dubbi e perplessità che vanno discussi e chiariti. Pubblicheremo nei prossimi numeri di "La Terra" altri interventi di riflessione o testimonianza . Apriamo con queste tesi di Luigi Manconi, condivise dalla redazione. Di Luigi Manconi è appena uscito presso Feltrinelli, scritto con Laura Balbo, I razzismi reali, che fa seguito al volume del 1990 su I razzismi possibili. Le foto che illustrano questo numero fanno parte di un servizio di Carlo Paone (Catanzaro 1955) sul viaggio di Angela Casella in Aspromonte, alla ricerca del figlio prigioniero dell'anonima sequestri. Paone vive a Catanzaro e ha fotografato in particolare le feste religiose e i fenomeni sociali della Calabria odierna. Collabora dalla fine dell'87 con l'agenzia Contrasto. Sei tesi sul volontariato 1) Il termine volontariato è ormai pressoché inservibile. Segnala troppe cose e troppo diverse l'una dall'altra. Volontariato indica la militanza gratuita per la Dc o per il Pds e l'attività dei cittadini che si mobilitano per salvare uno spazio verde, gli abitanti di un quartiere che si organizzano per scacciare i viados e le "madri coraggio" che chiedono il porto d'armi contro gli spacciatori; e, poi, Maria Pia Fanfani che va in Albania e i terremotati che ricostruiscono le proprie case; il medico che cura gli immigrati extracomunitari e Luca Barbarossa che gioca a calcio per beneficenza; chi assiste a domicilio un anziano non autosufficiente e Renzo Arbore che fa il testimonial per la Lega del filo d'oro (associazione di bambini sordo-ciechi) ... Secondo il rapporto dell'Iref-Eurisko che classifica i volontari con regolarità, in Italia sarebbero circa 3milioni 400 mila i cittadini che prestano attività volontaria a fini di solidarietà, in forma gratuita e continuativa. Questi sono i volontari. Gli altri sono militanti politici o vigilantes, esibizionisti o signore e signori in cerca di emozioni. Qualche volta, anche questi ultimi possono fare cose utili (o non inutili) ma definirli volontari alimenta solo la confusione. 2) Il volontariato presuppone l'erogazione di solidarietà. Essa può indirizzarsi solo all'interno del gruppo a cui i volontari aderiscono; oppure all'interno del gruppo e verso l'esterno; oppure principalmente verso l'esterno. Nel primo caso, si ha un volontariato di "mutuo soccorso' (per esempio, gli Alcolisti Anonimi); nel secondo caso, un volontariato di auto-aiuto e di servizio (per esempio, l'attività di ex tossicomani all'interno di comunità terapeutiche); nel terzo caso, un volontariato esclusivamente di servizio (per esempio, la Caritas). È opportuno tenere distinti questi tre settori. 3) La legge quadro sul volontariato, la 266/ 91, è una discreta normativa. In primo luogo, ha il merito di riconoscere e, dunque, di regolamentare un fenomeno che - in assenza di trascrizione istituzionale - si sarebbe sottratto aqualunque possibilità di controllo e a qualunque assunzione di responsabilità. L'articolo 2, in particolare, definisce molto precisamente la natura e i limiti del volontariato. "Per attività di volontariato", dice la legge, "deve intendersi quella prestata in modo personale, spontaneo e gratuito, tramite l'organizzazione di cui il volontario fa parte, senza fini di lucro anche indiretto ed esclusivamente per fini di solidarietà". E poi: "L'attività di volontariato non può essere retribuita in alcun modo nemmeno dal beneficiario. Al volontario possono essere soltanto rimborsate dall'organizzazione di appartenenza le spese effettivamente sostenute per l'attività prestata, entro limiti preventivamente stabiliti dalle organizzazioni stesse. La qualità di volontario è incompatibile con qualsiasi forma di rapporto di lavoro subordinato o autonomo o con ogni altro rapporto di contenuto patrimoniale con l'organizzazione di cui fa parte." E, tuttavia, questa legge presenta anche i rischi di una eccessiva rigidità. I vincoli, le procedure, i meccanismi previsti avranno l'effetto, con ogni probabilità, di premiare le associazioni maggiormente dotate di risorse e mezzi, tutor istituzionali e sponsor politici; e di scoraggiare i gruppi meno strutturati e meno garantiti: insomma, di favorire - come ha scritto Bruno Frediani, vicedirettore della Caritas - "la promozione del volontariato", senza che ciò "corrisponda automaticamente a una promozione dei poveri". Sul piano culturale, questo potrebbe significare la burocratizzazione e la sindacalizzazione delle relazioni di solidarietà. 4) Remunerare in qualche modo le attività di servizio svolte li favore di terzi può essere opportuno, qualche volta indispensabile: non è volontariato. Il volontariato presuppone l'oblatività. Non perché l'attività volontaria comporti il pauperismo, ma perché- a determinate condizioni - la gratuità sollecita e incentiva una responsabilizzazione dell'operatore e una personalizzazione (o soggettivizzazione) del rap-
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