silenzio. Lei era in fin dei conti una olandese smarritasi nel Sud, anche se non si sentiva troppo straniera in quel paese, dato che da ragazza era stata in un pensionato femminile belga francofono. Lì le avevano insegnato "contegno", "calligrafia" e "buone maniere", cose che non esistevano in Olanda. Si sentiva doppiamente superiore: una volta come olandese e una volta come belga francofona. Era convinta di aver ricevuto il meglio delle due civiltà. E forse era proprio così. Levando gli occhi si accorge che il treno da Parigi sta per entrare nella stazione di Bruxelles Sud. Si rende conto con sgomento di essere quasi arrivato e si mette a scrivere più in fretta. Vuole terminare questo pezzo - il compleanno di Bontje - prima di arrivare a Bruxelles. Non perché abbia paura di perdere il filo una volta sceso per cambiare per Rosendaal. No, questo pezzo deve essere scritto tutto d'un fiato, così come si è srotolato dalla penna a partire da Parigi. Si sforza di ignorare il crampo alla mano, provocato anche dalla nuova stilografica. I suoi compagni di viaggio - solo ora si rende conto della loro presenza - hanno probabilmente osservato stupiti, nel loro ozio annoiato, come sia andato riempiendo il tempo del viaggio con una scrittura rabbiosa, quasi che ne andasse della sua vita. Dopo il caffè, le madri dicevano: "Su bambini, svelti alla spiaggia. Fa così bel tempo. Non si può rimanere seduti dentro". Se invece pioveva o era coperto: "Presto alla spiaggia, bambini, a respirare un po' d'aria fresca". Baciavano ancora una volta zia Mimi e Bontje, mentre cominciavano le discussioni tra i grandi su chi dovesse lavare i piatti. Dopo un'oretta circa anche le madri e Bontje tornavano alla spiaggia. I bambini erano già indaffarati a giocare, con il rimpianto di aver perso mezza giornata. Il giuoco non sarebbe mai stato come avrebbe dovuto essere, come loro lo avrebbero voluto. GIOCHI DI SPIAGGIA Amava la spiaggia, e sulla spiaggia amava la sabbia. Ogni giorno era differente. Dopo un breve rovescio si formava una crosticina bruna, da sotto la quale, come per magia, si poteva far apparire la sabbia bianca, asciutta. Se pioveva per due giorni di seguito la sabbia diventava dura e refrattaria. Con molti sforzi si riuscivano ad estrarne blocchi interi che si potevano ammucchiare uno sopra l'altro. La spiaggia si trasformava allora in una sorta di campo di pietre e i bambini smettevano quasi subito di scavare. Il terreno duro si prestava meglio a giochi di corsa o con la palla che alle costruzioni: più che con la sabbia si giocava allora sulla sabbia. Quando il sole era al massimo del calore e la calura durava un certo tempo la sabbia diventava così asciutta e fine che non ci si poteva costruire nulla. Se scavavi una buca, si richiudeva da sola; se provavi a costruire un fortino, si disfaceva crollando. La sabbia era pigra, non voleva assumere nessuna forma, si corrugava e restava adagiata svogliata sotto il sole cocente, come un vasto deserto. Il calore avvampava sotto i piedi. Quando scottava più STORIE/DE KUYPER forte, i bambini avevano la tendenza a lamentarsi che faceva troppo caldo, che non si poteva giocare, che la sabbia li bruciava ed il sole li arrostiva. "Vai a giocare vicino all'acqua - dicevano allora le madri - lì c'è un bel fresco ...". Si stava davvero bene, in riva al mare. Le madri, che sbuffavano anche loro, dopo un po' abbandonavano i dintorni della cabina e venivano a sedersi con teli e sedie sul bagnasciuga. Solo Bontje riusciva a resistere al caldo e salutava di lontano, dalla cabina, la famiglia trasferitasi vicino al mare. , I bambini giocavano tutta la giornata sulla battigia, dove acqua e sabbia ridisegnavano incessantemente nuove forme. A seconda del flusso e riflusso della marea, la spiaggia guadagnava terreno sull'acqua o ne perdeva attraverso ogni sorta di canali e brecce. Il gioco, tra l'asciutto e il bagnato, era ritmato dall'andirivieni dell'acqua. Il caldo non si attenuava. Le madri, che vedevano i bambini giocare allegri e tranquilli nell'acqua o al bordo dell'acqua, si tiravano su le gonne e si avventuravano in una passeggiata in mare. Julienne e Jeannot camminavano a guado da un frangionde ali' altro - disinvolte, a cosce scoperte, senza vergogna: proprio come non si vergognava Silvana Mangano nelle risaie di Riso amaro, il film che allora faceva tanto scandalo. (Sua madre adorava il film. Le piacevano i film con donne pioniere, coraggiose e lavoratrici. Anche alla zia il film piaceva, ma più perché era una così bella storia d'amore.) La striscia di sabbia tra la spiaggia soffice e le onde del mare subiva infinite metamorfosi. Era fantastico vedere come il mescolarsi di acqua e sabbia producesse continuamente nuove forme di consistenza; con il tuo aiuto, la sabbia appiccicaticcia poteva diventare fangosa, e il fango un impasto modellabile. L'acqua poteva essere mischiata con la sabbia, e la sabbia con l'acqua (il che non era affatto la stessa cosa!). Con la sabbia semiliquida, sgocciolante, che si consolidava ad un certo punto in forme capricciose, si potevano costruire fantastici castelli merlati, alla Gaudì. Si potevano ... Mentre scrive si rende conto di colpo che a quel tempo conosceva tutti i segreti della sabbia. Aveva sviluppato una tale competenza professionale che gli bastava un colpo d'occhio e un gesto d'assaggio per sapere cosa si poteva fare quel giorno con la sabbia, quali giochi ne potevano nascere. Era un vero esperto, e gli altri bambini facevano appello alla sua esperienza per sapere a che cosa si poteva giocare quel giorno: giochi di movimento, o invece di costruzione, o altro ancora? Un giudizio sbagliato rischiava di mandare a vuoto una giornata di gioco a causa delle condizioni inappropriate della sabbia. Significava dover riorientare drasticamente il gioco, con il rischio dello scoraggiamento e che al primo insuccesso ne seguisse un secondo... Raramente sbagliava di valutazione. Per questo aveva successo con gli altri bambini, che avevano fiducia nella sua capacità organizzativa, che andava strettamente congiunta alla sua abilità di prognosi. Conosceva la sabbia come il pescatore conosce il mare ed il vento. Non era una conoscenza superflua ... Ora però si rende conto, mentre scrive, che di quella perizia non è rimasto nulla. Da 63
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