Linea d'ombra - anno X - n. 72 - giugno 1992

LEGGERE PROUST Olof Lagercrantz traduzione di Carmen Giorgetti Cima Di Olof Lagercrantz (Stoccolma 1911), grande poeta, narratore e saggista svedese abbiamo pubblicato alcuni testi nel nostro n.12 del novembre 1985. Egli è noto in Italia per le opere, curate da Carmen Giorgetti Cima, che ne ha pubblicato la Marietti: il saggio su Dante Scrivere come Dio, le memorie Il mio primo cerchio, del 1982, L'arte di leggere escrivere, il saggiosuConrad/n viaggiocon "Cuoredi tenebra". RingraziamocaldamenteLagercrantzper averci permessodi pubblicare, nella traduz.ionedi Carmen, alcuni brani dell'opera cui sta lavorandoda anni, suMarce)Proust, apparsi sul "DagensNyheter" neldicembre 1991. La "sabatiade" e i paralleli A Combray, quando il narratore era bambino, il sabato si pranzava un'ora prima del solito, perché Françoise andava a far spese al mercato di Roussainville. E questo dava al sabato un'impronta particolare. "Quella ricorrente asimmetria del sabato", scrive il narratore, "era uno dei piccoli avvenimenti di carattere intimo, locale e pressoché borghese che in un'esistenza tranquilla e in un gruppo chiuso creano una sorta di comunità nazionale e diventano l'argomento prediletto di conversazioni, di canzonature, di piccole storie intenzionalmente esagerate. Se qualcuno di noi avesse posseduto un talento epico, il sabato avrebbe naturalmente costituito il nocciolo della saga." In famiglia, un talento narrativo del genere esisteva. L'io narrante si mette immediatamente a scrivere un epos del sabato, una sabatiade. La famiglia dopo pranzo fa una passeggiata e con stupore sente l'orologio del campanile di Saint-Hilaire battere due colpi, quando in un giorno normale a quell'ora si dovrebbe essere ancora a tavola. Subito tutti gridano in coro: - Ma oggi abbiamo pranzato un'ora prima. È sabato. I riflessi della fantasia Proust si augura che i suoi lettori davanti al suo testo abbiano la sensazione di leggere qualcosa di sé. La sabatiade soddisfa la pretesa, giacché chiunque appartenga a una famiglia o a una cerchia ha avuto esperienza di regole e modi di vedere ignoti agli estranei. I piccoli segreti elaborati dalla fantasia creativa gettano un riflesso di luce sulle nostre esistenze. Gli estranei che non conoscono il segreto del sabato diventano "barbari". Un gentiluomo fa visita al padre alle undici del mattino e trova la famiglia già a tavola e domanda stupito la ragione di quel pranzo così di buon'ora. E ottiene in risposta: Ma è sabato! Una spiegazione che non gli dice nulla, ma che per settimane sarà oggetto dei commenti divertiti di Françoise. Pensare che possa esserci gente così sciocca! Lo studioso francese Gérard Genette discute, partendo dal- !' episodio del sabato, il significato dell'azione ripetuta per l'ispirazione di uno scrittore. È la costante ricorrenza del pranzo l'elemento che ne fa la chiave di un ciclo leggendario. Alla ricerca del tempo perduto è basato su sabatiadi. Già la prima frase del romanzo suona: Longtemps, je me suis couché de bonne heure. Subito seguono i ricordi di sere e di stanze in cui il Marcel Proust,1902 IArch. Bibliothèque Nationale, Parigi). narratore ha lottato con il sonno. La forza della narrazione sta nelle cose che si ripetono spesso, nella rielaborazione che ne fa la fantasia. Il cuscinetto morbido Quando Proust da giovane fece l'analisi del quadro di Chardin "La madre laboriosa", si soffermò su un cagnolino nell'angolo inferiore destro del quadro, che sta accanto a una scatola con un cuscinetto puntaspilli sul coperchio. Osservate, scrive Proust, l'amicizia che scorre fra la scatola e il cane, che "ogni giorno va al suo solito posto, assume la sua inveterata positura e preme il suo ozioso e sensibile dorso contro la stoffa morbida del cuscinetto". C'è tutto un programma in questo modo di guardare il quadro di Chardin. In Proust, tutto è legato a sacri rituali. Il viaggio sul trenino da Balbec si ripete un'infinità di volte. Swann, che sistema le orchidee sul petto di Odette la volta che ella gli si concede, ripete le stesse parole e gli stessi gesti. La zia Léonie riceve ogni domenica la zia Eulalie e ascolta da lei pettegolezzi che sono altrettanto necessari alla sua digestione spirituale come la pepsina a quella fisica. Il duca de Guerrnantes ripete sempre la stessa battuta: "Ma è un cugino di Oriane!". L'evento unico, quello che accade soltanto una volta, in Proust appassisce come una pianta strappata dal suo terriccio e privata dell'acqua. Esiste su Marce! Proust un mito che è diventato patrimonio 55

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