POESIA/MAZZ:ONE mi impressiono, penso che quella signora possa tentare così, in pieno pomeriggio, di raggiungere, in volo cadente, le acque del fiume. Non mi sono accorto che c'è un bambino con lei. a poca distanza la osserva tranquillo. poi la signora torna sorridente e gli porge la mano. ... e così, in quel periodo, ci mancavano anche i soldi per fare la spesa, quella più quotidiana, quella più strettamente necessaria: biscotti del mattino, sapone per i panni: naturalmente le bollette sembrarono raddoppiare, e arrivavano con un dolore, come cade un vaso sulla testa ... a quel mio amico che, mentre inseguivamo l'autobus per via Gobetti (ci aveva ignorati alla fermata), agganciando in corsa la portiera semiaperta (scaraventandoci dentro - io non so come- anche me) esclamò: "appena in tempo!" una suora dell'Ordine delle Figlie della Carità - quasi le casca l'enorme cuffia - e un ragazzino rosso di capelli e grasso - che accompagna la madre - sono i primi a soccorrere un pesante signore che nella fila allo sportello dell'Ufficio Postale - il tagliando del Conto Corrente nervosamente trattenuto fra le mani dietro la schiena - d'un tratto sviene e cade a terra. ci sono alcune conversazioni che in fondo sono dei segnali; provengono dai medesimi posti dove avevamo lasciato cadere il silenzio; ci illuminano come un lasciapassare, ci intrattengono quasi che intanto non ci impegnassero; io vorrei sempre pane a colazione, sempre la sicurezza d'un sorriso. 52 alla fine, il problema non fu scoprire se la colpa fosse, tutta o in parte, della bistecca ai ferri che avevo ordinato. il trambusto era grande, i discorsi da fare impossibili; il bicchiere rovesciato, il vino caduto, acrobatico appoggiare i gomiti. resta il fatto che non pagammo il conto, che le discussioni, i fastidi seguiti, furono troppi . in un periodo indeciso dell'anno come questo (siamo tra fine marzo e l'inizio di aprile, è scattata da pochi giorni l'ora legale) sto provando varie volte nostalgia (non dico acuta ma certo precisa tant'è che la trascrivo) di una vetrina natalizia: della festosità, della luminosità, della ricchezza di una vetrina natalizia. Di una vetrina natalizia dopo l'altra. lo dicevo a Franco: finalmente ho capito: quello che degli ultimi due dischi di Costello non mi convince più è il fatto che suonano come due lati a. sono dischi tirati a lucido, concentrati, importanti, sfaccettati. quelli precedenti, tutti a loro modo, erano enormi lati b, inseguivano una, sola, idea fissa, un po' strana, perversa, erano un divertimento, un extra, importanti per tutto quello che non contenevano. io l'ho vista passeggiare ogni mattina, per circa tre settimane, sotto la finestra di casa mia; naturalmente anche altri inquilini di questo palazzo l'avevano notata e questo lo so perché avevo incrociato qualche sguardo a cui era seguita - con alcuni vicini di casa - un'espressione del viso come a dire: "mah!. .." ricordo in particolar modo la prima domenica in cui la presenza, appena fattasi l'alba, si è confermata. la ricordo in particolar modo perché già da vari giorni
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