• MARIETTI Biblioteca rabo-islamica Paolo Branca Voci dell'Islam moderno Le testimonianze dei più significativi protagonisti del pensiero arabo-musulmano degli ultimi due secoli precedute da un ampio e illuminante inquadramento di Paolo Branca. Uno strumento per capire il mondo islamico, diviso tra rinnovamento e tradizione, e le tensioni che lo agitano Adonis Introduzione alla poetica araba Uno dei più importanti scrittori arabi contemporanei esamina i temi e le forme di una grande tradizione poetica pressoché ignota in Occidente. Alle radici dell'immaginario · di una cultura letteraria dalle millenarie tradizioni. Terzomillennio Amos Oz In terra d'Israele La realtà politica e sociale dello stato ebraico esaminata attraverso una serie di interviste ed impressioni raccolte e interpretate dallo scrittore israeliano. Un appassionante viaggio nelle ansie e nelle speranze di un paese e della sua gente. Religiosità e Occidente Gadamer, Levinas, Bausola, Severino: quattro filosofi si interrogano sul significato dei grandi rivolgimenti contemporanei e sull'attualità del tema del rapporto tra religiosità e cultura. testimonianze raccolte e presentate da Alberto Krali. IRombi Vivetta Vivarelli L'immagine rovesciata. Le letture di Nietzsche Un'analisi sottile e affascinante della "biblioteca ideale" di Nietzsche: per riconoscere la radice filosofica e letteraria di molte immagini - chiave presenti nelle opere dell'autore di "Così parlò Zarathustra". Guglielmo Forni Riflessioni sull'idea di modernità Un discorso semplice e diretto su alcuni valori caratteristici della modernità, una critica al vociferare attorno al postmoderno e alle nuove tendenze reazionarie. Mariettiriviste In forma di parole Uno spazio per la divulgazione e l'approfondimento degli aspetti insoliti e poco conosciuti della cultura letteraria mondiale. In questo numero testi di Max Kommerell, Martin Heidegger, Crizia, Georges Schehadé, Friedrich M. Klinger. I 38 • STORIE/ KOPJlffl Mi alzai in piedi e ci stringemmo le mani. "Saluta dunque tuo 'zio'." Mio figlio salutò, congiungendo le mani . "Sì, è mio figlio, ed è stato autorizzato proprio oggi a possedere un coltello!" "Ah ... ah... ! e che coltello magnifico!", disse l'ospite chinandosi a prenderlo sul tavolo e saggiandone la lama con un dito. "E è tremendamente affilato!", disse rivolto a mio figlio. "Mi ha aiutato a sceglierlo mio padre." "Perfetto, perfetto. Seduti proprio vicino all'angolo di portata. Ben fatto!" Rivolse a mio figlio un sorriso amichevole e s'allontanò passando davanti al cameriere, che abbassò gli occhi. "La sua società esporta essere inferiori in ogni parte del mondo." "Dev'essere ricco, vero, papà?" "Come, ricco?", intervenne mia moglie. "Ricco è una parola che non dice niente, quando si pensa a tutto quel che possiede." "È lui che offre questa festa." "In onore di chi?" "Nessuno in particolare. È solo un modo per distrarsi, nient' altro." "Abbiamo pensato che, visto che ormai hai il coltello, dovevi cominciare a usarlo. All'inizio, ci siamo detti che potevi inaugurarlo tra le mura di casa, ma poi c'è sembrato meglio accompagnarti a questo ricevimento ..." Mia moglie si lanciò in una lunga spiegazione, e mio figliò l'ascoltava immobile, come indifferente. Mi sembrava che dovesse manifestare un po' più d'entusiasmo e mi venne il dubbio, chissà, che poteva anche rivelarsi un essere inferiore. Aveva uno sguardo diverso dal nostro, non aveva la nostra espressione di avidità. Ma si rendeva conto della fortuna di poter disporre di un coltello proprio? Per averne uno, c'era una massa di gente che sarebbe stata disposta a tutto. Certuni vendevano padre e madre, per arrivarci; altri cercavano appoggi all'estero; altri ancora infrangevano deliberatamente la legge. Mio figlio non aveva dovuto piegarsi a nulla di tutto questo: era bastato che trasferissi a suo nome due società del gruppo perché avesse diritto al coltello. Ma forse era proprio per questo, perché tutto era stato così facile, che non dimostrava il minimo entusiasmo. "Andrà tutto bene, vedrai. Non hai niente da temere. Saremo sempre al tuo fianco e non ti lasceremo mai solo", concluse mia moglie. "Io non posso, mamma ... È..., è disgustoso. È ignobile ..." "Se vuoi essere la pecora nera della famiglia, affari tuoi. Ma pensaci bene, perché la tua vita cambierà in eterno. Diventerai un essere inferiore. Tra poco, sarai in età di aver moglie e figli e, quando avrete fame, sarai costretto a venderli per strada, e quelli che possiedono un coltello li squarteranno e li disosseranno, berranno il loro sangue e succhieranno il loro midollo-e tu farai lo stesso. Quando questo accadrà, non venire a lamentarti con noi, non potremo più aiutarti in nessuna maniera." Non intendevo minacciarlo, volevo solo dirgli la verità, ma avevo un tono di voce che tradiva il mio malumore.
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