Linea d'ombra - anno X - n. 72 - giugno 1992

pronto a riscrivere ogni frase con cura maniacale, nonostante i dolori di gotta al polso e i frequenti attacchi depressivi. Joseph Conrad. Un ricordo personale è una biografia parca di dati e programmaticamente simile a un romanzo impressionista,che procede perbrevi scenee tlashbacks, e registra soprattutto le impressioni del narratore, lasciando che il "personaggio" Conrad si sveli gradualmente. Ford è sempre presente nel quadro e finisce, comeosservaVitaFortunati, per indagaremolto se stessoe la propria scrittura. I due personaggi sono diversissimi tra loro ma la passione per la scritturasembra azzerare ogni differenza, di età, di lingua, di tradizione culturale. Le intense giornate a Pent Farm, dove Conrad arrivava al mattino con l'amata cavalla Nancy, scorrono veloci nella discussione sul ritmo e la struttura del periodo, la ricerca d'un mot }uste, la lettura ad alta voce, l'imitazione di una pagina di Flaubert. È proprio sulla base dell'amore per Flaubert che Conrad ama presentare la scoperta del propriodestino di scrittore: cominciò a scrivere d'impulso La follia di Almayer (1895), il suo primo libro, sulle ultime pagine e sui margini bianchi di Madame Bovary, dopo averne terminato la lettura. Si trovava nella cabina di una nave ormeggiata a Rouen, e alzando la testa dalla scrivania poteva vederedall'oblò la locanda doveEmma incontrava il suo amante. Fu così che decise di diventare scrittore. È soprattutto l'atmosfera di queste giornate, fatte di discussioni e di silenzi, di partite a domino e di scrittura, il senso profondo di un'amicizia maschile, che il libro ci restituisce con l'immediatezza e il calore di un'esperienza \·i,,uta. CONFRONTI Ricordodi EckartPlinke Goffredo Fofi Èmancatoqualche settimana fa ali' età di 69 anni, in Toscana dove si era ritirato da qualche tempo, Eckart Plinke, già direttore del Goethelnstitut di Milano nel corso degli anni Ottanta. Conlui,moltesono statele occasionidi incontro: attornoa convegni o manifestazioniorganizzate dal Goethe e da lui ideate, alle quali abbiamo collaborato o semplicementeassistitito; attorno a nostre iniziative per le quali, quando riguardavano laGermaniae figuredi artisti e intellettuali tedeschi, egli era stato prodigo di consigli e di aiuti organizzativi, nonché finanziari. Il rapporto era cominciatoquando era morto · HeinrichBoli, e non era cominciatosolo con lui, ma con i responsabili della Libreria cattolica di viaTadina che avevano avuto l'idea di una serata commemorativa.ConCuminettic'era allora a promuovere l'iniziativa la carissima Lucia Pigni, precocemente scomparsa anche lei l'anno passato. Fu un incontro felice - attorno al nome e all'opera di uno scrittore che amavamo tutti moltissimo- e ancora insieme,con la Libreria e con il Goethe, si collaborò per una bellissima "serata Bonhoeffer", per un vero convegno su Boli e in altre occasioni. Ricordo, tra l'altro, la visitadi Hans Mayer a Milano, un convegno sul Gruppo '47 a quarant'anni dalla sua fondazione, e iniziativeriguardanti laRdt quando il Muro - ma noi non lo potevamo sospettare- stava già pericolando. Plinke non era uno scrittore,era un "funzionario"; ma che funzionario! Laureato in lettere, era venutoaMilano come insegnantealla Scuola Germanica, e aveva rifondato attorno al '58 o '59 su basi del tutto nuove la vecchiaBiblioteca tedesca,attorno alla qualeera poi nato il GoetheInstitut milanese ed erano fiorite tante attività. TrasferitocomedirettoredelGoetheaBruxelles, vi aveva, tra l'altro, allacciatorapporti amicali e solidali con la comunità ebraica di origine tedesca, lì formatasi per sfuggireal nazismo, conquistandone la piena fiducia. Poi era stato passato a Madrid, e poi ancora a Istanbul, e poi ancora a Lilla prima del ritorno a Milano. In ogni posto aveva con fiuto infallibile - senzaaffatto rinunciarealla funzionedi "centro" che il suo ruolo pubblicogli imponeva,e ai buoni rapporti con la cultura "ufficiale" del posto - individuatesubito le personegiuste, a lui congeniali, con cui dialogare in quegli ambiti un po' marginali che non erano sempre ben visti dalle rispettive"ufficialità". E si trattavaspessodi veri e propri oppositori politici, nella Spagna ancora franchista e nella Turchia dei militari. È per questo che aveva vissuto il trasferimento a Lilla come una sorta di punizione,e come il ritorno a ungrigioNord dopo il periodoben più dinamico dei suoi Sud. Generoso e instancabile, Eckart Plinke era diventato nei nostri discorsi un modello di come un "funzionario culturale" dovrebbe essere. E veniva spontaneo paragonarlo ai dirigenti dei nostri istituti culturali all'estero - grigi burocrati o raccomandati di ferro scelti e contrattati dai politici. Ma, loripeto, Plinkeera ormaisoprattuttoun amico. ·············································· IGRANDILIBRI GARZANTI Lemiglioriedizioni perlaletturae lostudio deiclassici. La più vastae autorevolebibliotecadi classici in edizioneeconomica. Quasi500 titoli in catalogo. Nuovetraduzioni.Testioriginalia fronte. Introduzionibiografichee critichearticolateper temi. Note, commenti,glossari,guidebibliografiche. Dalle letteratureantichea quellemoderne: un'ampia sceltaper gli esamie per le vacanze. I GrandiLibri.Perconoscere''igrandi". N O V I T À

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