Linea d'ombra - anno X - n. 72 - giugno 1992

CONFRONTI In bosso: RoussiTchanev, Borislov Tchakrinov e Stoyon Kambarev di fronte al Teoturzad Kanala. (Foto di LizbethGoodman). In alto: Prodon Nontchev e Kalina Popova in Perversionsiessualia Chicago, regio di Borislav Tchourinov, Teaturzad Kanala, 199 l. (Foto Studio) periodo della dittatura comunista, quando il governo provvedeva a tutto ciò che era necessario ali' esistenza del teatro, dai sovvenzionamenti alle sale, al personale. Tutti quelli che lavoravano per il teatro avevano quindi fondi a sufficienza per fare quello che volevano. È così molto difficile ora per i professionisti del settore teatrale capire che debbono imparare a badare a se stessi perché la libertà recentemente conquistata non risolverà i problemi economici. Il Ministero ha provato ad offrire delle soluzioni negli ultimi tre anni, soprattutto nel 1991, difendendo ad esempio il diritto all'autonomia dei teatri, e oggi sono i teatranti stessi a decidere quali spettacoli rappresentare e come rappresentarli. Il pubblico è così l'unico cui è permesso giudicare una messa in scena. Questo, ovviamente, non costituisce una novità in Occidente, ma per noi si tratta di una situazione molto insolita. Purtroppo però la prospettiva di dover lottare per praticare la propria professione l'anno successivo, o addirittura il mese successivo, fa sì che molti artisti si oppongano ai cambiamenti e che il Ministero della Cultura si sia fatto una pessima reputazione. Bisogna però ricordare che per quanto quello che facciamo possa avere un'influenza negativa sul monopolio esercitato dalle istituzioni teatrali, sicuramente rappresenterà una boccata d'aria fresca per l'arte. Inizieremo così presto a finanziare diversi tipi di teatro e questo per noi è molto insolito dato che precedentemente finanziavamo solamente il teatro professionista. Desidereremo ora che anche le autorità comunali, le fondazioni e le imprese private inizino a sponsorizzare il teatro. Stiamo inoltre creando una nuova unità strutturale ali' interno del Ministero della Cultura che si chiamerà 'Centro Nazionale per il Teatro' e che dovrà indicarci i nominativi dei nuovi direttori artistici dei teatri. Questo naturalmente vale solamente per i cinque teatri sovvenzionati dallo Stato, mentre le autorità comunali decideranno per quanto riguarda i sette teatri da loro sovvenzionati. Gruppi come quello della Vicharova do- -vranno purtroppo faticare molto anche se il 'Centro Nazionale per il Teatro' avrà il diritto, e questo precedentemente il Ministero non lo poteva fare, di devolvere dei fondi al teatro sperimentale". Ma, percorrendo i lunghissimi e terribilmente kafkiani corridoi del Teatur na narodnata Armia, il "Teatro dell'Esercito del Popolo", e il nome parla da sé, non si ha l'impressione che le cose vadano per il meglio. Abbiamo quindi incontrato il direttore amministrativo, Dmitri Todorov, che ci ha raccontato "che mentre precedentemente potevano organizzare fino a cinquanta prove per ogni spettacolo, ora ne possono fare solamente ventkinque e che questa è la prima volta che la gente di teatro deve pensare ai fondi. Le sovvenzioni del governo coprono a mala pena i salari e le spese amministrative e non tengono certamente conto dell'inflazione. Se non troviamo presto degli sponsor saremo obbligati chiudere e il problema è che trovare degli sponsor qui in Bulgaria non è facile dato che i nuovi arricchiti sono spesso disonesti poiché la loro ricchezza deriva dal mercato nero. E poi è difficile far capire ad esempio a un costumista che ora deve riciclare i vecchi costumi, o a uno scenografo che forse non ci saranno fondi sufficienti per la scenografia della prossima messa in scena. È anche difficile spiegare al pubblico che i biglietti non costeranno più solamente cinquecento lire". Al Teatur na narodnata Armia abbiamo visto una esilarante e originale messa in scena di Aspettando Godot. Il pubblico è mediamente molto giovane e lo spettacolo colpisce per la sua fisicità, il carattere mitteleuropeo, frutto probabilmente di una interpretazione brechtiana del testo, e per certi elementi di improvvisazione. Abbiamo incontrato Josif Surtchadshiev, che interpretava la parte di Vladimiro, e che è uno dei più celebri attori teatrali, cinematografici e televisivi bulgari. Vista la sua straordinaria esperienza in ambito teatrale, gli abbiamo chiesto di parlarci dell'importanza dell'improvvisazione nel periodo della dittatura comunista. "L'improvvisazione", racconta così Surtchadshiev, "era uno strumento molto forte durante gli anni della dittatura e i bulgari, come anche gli attori in altre nazioni dell'Europa dell'Est, si erano abituati a parlare con molta mimica e doppi sensi. Il teatro in cui lavoro è il teatro dell'esercito e, paradossalmente, la censura non vi aveva molto potere. Nel 1980 avevamo messo in scena un testo che si svolgeva durante la seconda guerra mondiale. C'era una scena in cui il protagonista faceva l'amore con una ragazza polacca in un campo di concentramento. Quindici minuti prima dell'inizio dello spettacolo arrivarono i censorie nessuno sa chi fossero, dato che ufficialmente non c'era una censura in Bulgaria - e ci informarono che la scena non poteva essere fatta così com'era perché un soldato russo non avrebbe mai fatto l'amore in pubblico. Ci fu una grande crisi, perché si trattava di una scena molto importante che non poteva essere semplicemente tolta dallo spettacolo. Alla fine il regista riuscì ad ottenere un compromesso e coprì semplicemente i due amanti con un grande telone. Naturalmente si potevano vedere i movimenti sotto il telone e, comunque, si potevano sentire le battute. L'effetto fu molto più grande in questo modo". 31

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