Linea d'ombra - anno X - n. 72 - giugno 1992

CONFRONTI Ecologiadella violenza. Glianni Sessanta di JamesG. Ballard Paolo Bertinetti Con La gentilezza delle donne (Rizzali, pp. 342, L.30.000)Ballard ritorna alle esperienze e al personaggio del suo libro più bello, quel- !' Impero del sole. Per Jim, il protagonista del romanzoche quasi non si distinguedall'autore, gli anni di guerra a Shanghai restano la ferita indelebile che solo nelle ultime pagine sembra finalmenterimarginata.Più che il lungoperiodo di prigioniadescritto nell'Impero del sole sono però i due episodi con cui si apre e si chiude l'esperienzadellaguerracheracchiudonoilsenso di quella ferita: la bomba sganciata per errore sullafolladellaAvenueEdwardVII di Shanghai e l'uccisione di un giovanecinesedavanti a una stazioncinaferroviaria da parte di un gruppo di soldatidell'ormai sconfittoesercitogiapponese. Lo spettacolodella mortetrasformalepersone in corpi, impastodi carne e di ossa; e quasi sempre (con l'emblematica confçrma in negativo del cadaveredissezionato sul tavolo d'anatomia) le donne della vita di Jim sono viste come corpi, comeossa e carni vive chedovrebberocancellare il trauma di quelle visioni di morte. L'amore diMiriame lapaternitàcostituiscono una prima ovvia ma·non banale vittoria sul passato.Ma la morte di lei fa sì che l'ossessione ritorni e che nuovamente Jim si senta unito "a tutti quei cinesi senza nome decedutidurante la guerra". Lo spettacolodell'atrocità della guerra sarà neutralizzatosoltantodallospettacolodella sua finzionecinematografica.Jim, che ha passato tutta la vita cercando di capire quel passato, intuisce che per lui il modo giusto di tornare a Shanghai(cosache si erasemprerifiutatodi fare) passa attraversoil set di un film. Ed è la finzione del cinemache lo guarirà: "Vederela magistrale ricostruzionedi Shanghai era stato l'ultimo atto di una profonda catarsi che aveva richiesto decenni per giungere alla conclusione". La vita di Jim è segnata dalle donne che l'aiutano ad affrontarla,dal lorosostegnoe dalla carica sensuale che in esse non manca mai di scorgere. È così già con l'istitutrice Olga (che riappare un po' balordamente nel finale) e con Peggy, la ragazzina che divide con lui gli anni dell'internamento in mano ai giapponesi e che diventa il suo solido punto di riferimento negli anni della giovinezza a Cambridge e in quelli della maturità.È così soprattuttoconMiriam; e dopo la morte di lei sarà ancora "la gentilezza delle donne a venire in suo soccorso". Grande è la disponibilità delle donne nei suoi confronti: unadisponibilitàche nascedallatenerezza,dalla comprensione,ma che per Jim passafondamentalmente attraverso l'incontro sessuale. Anche quandoc'è l'amore, è quasi sempreal sesso che è affidato il senso del rapportotra lui e le donne gentili della sua vita. E tuttavia è un sesso che noncomunicainmodoconvincentei sentimenti, né che appare dettato dalla passione. Un aspetto interessantedel libroè dato dall'idea che insistentemente fa capolino di un 26 mondosegnato dalla contemplazionedella violenza.Come se il trauma dellaguerra, che direttamente aveva così profondamentecolpito Jim, avesseagito in mododiffusosullapsiche di tutta la sua generazionee di quella successiva,determinandoun atteggiamentodi accettazionee distacco - e in ultima analisi di spettacolarizzazione- rispetto alle quotidianemanifestazioni della violenza. Quest'idea viene esplicitamente sottolineata in occasione di uno scontro d'auto che coinvolge i suoi amici: "nati da un'ecologia di violenza" gli spettatori attenti e indifferenti dell'incidente "nella loro meditabonda comunione con l'auto accartocciata,tentavano di venire a patti con i disastri e i delitti teletrasmessi che incombevanosulle loromentie si comportavanofacendoquellochepotevanoper ripristinare una compassione ormai assente". L'episodio gli suggerisce il progetto di una mostra in cui esporrei relitti di autosfasciate,cheai suoi occhi appaionocome "il simbolo inequivocabiledella logicadi violenza" che domina le nostre vite. E nel catalogo della mostra Jim insisterà sul fatto che lemigliaiadi morti in incidentistradali sono fontedi incessanteintrattenimentosugli schermi dei nostri cinema e dei nostri televisori. Christian Baie e John Malkovich in una scena di L'imperodel sole di Spielberg. Qui l'accento è sulla spettacolarizzazione della violenza, e sulla violenza dei media che invadono la nostra mente con i loro messaggi pubblicitari, con "l'esaltazione merceologica e gli pseudoeventi" che li caratterizzano.L' atteggiamento di Jim nei confronti dei media, della televisionein particolare,è però ambiguo, come dimostrail rapporto conDick Sutherland,divulgatore scientifico e presentatore televisivo che sostituisce il mezzo alla realtà, al punto di far riprenderedalla BBC le tappedella sua malattia terminale. Jim è respinto, ma al tempo stesso è attrattodallepotenzialitàdeimezzidi comunicazione,dalla loro possibilitàdi sostituirea quello realeilmondodelle immagini.E incertimomenti l'attrazione prevale. Questo degli anni Sessanta è un altro tema importantedel romanzodi Ballard.Jim ha qualcheannodi piùdei protagonistidi quel decennio. Maattraversole donne,inquestocaso l'americana Sally, ne condivide atmosfere e rotture "antiborghesi". Forse anche illusioni, se il giudizio che ne dà a posteriori è così amaro - quello di "un decennio di sperimentazionefarmaceutica" che ha lasciato dietro di sé "relitti umani vagolanti", nascosti ai marginie nelle periferie delle istituzioni culturali, costretti a coltivare un qualche minuscolo orticello di alternatività. "Il sognodegli anni Sessantagiacevamortonei loro occhi", commenta Jim. E forse ha ragione se pensa alle speranze di pace e armonia di una generazioneincuipermoltil'ideologiaera l'LSD. Ma certamente ha torto se ignora che da quei minuscoliorticelli inglesinascetuttoraunaparte non piccola di quanto si oppone al trionfo della disarmoniae della disumanità.

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