CONFRONTI Una scena di // Vicario di Hochhuth. radicalismo. Nel 1941 fu giustiziato per ordine del Fiihrer.Ed ecco il più inquietante dramma dell'opera di Hochhuth, dal punto di vista religioso, la trasfigurazione di una figura biblica sulla scena del XX secolo: Judith (1984). Con sguardo acuto per il dilemma politico morale, Hochhuth costringe il suo lettore ad assumere un punto di vista nuovo per un libro della Bibbia, poco considerato, in cui l'assassinio del tiranno viene legittimato a partire da Dio. Analogie tra l'allora e l'oggi conferiscono a questo libro un significato attuale, stimolante in maniera unica. Il dramma presenta il caso di un presidente americano che ripropone la realizzazione, in vista di una prossima guerra, di un progetto per la fabbricazione di gas velonosi, giacente da 12 anni, e poi, con 6 miliardi di dollari, lo finanzia per i prossimi cinque anni. In questo modo, dato che ora si tratta del destino di tutta l'umanità che qui sembra essere presa quasi come ostaggio chimico-batteriologico, non prende forse vita un nuovo Oloferne del XX secolo, ancor peggiore del tiranno biblico? E contro un simile potenziale assassino dell'umanità, non dovrà levarsi una nuova Giuditta e opporre resistenza? Ancora, l'umanità non è così entrata definitivamente nella sua fase finale, come viene descritta appunto nella Bibbia nel libro dell'Apocalisse? Non è infine diventato possibile commettere il crimine di tutti i crimini e progettare "Arrnagheddon"? Arrnagheddon? Già nel 1983 Hochhuth in quello che in quegli anni si chiamava il dibattito sul riarmo, aveva scritto: "Golo Mano citava recentemente l'avvertimento di Kruscev: il primo giorno di una guerra mondiale la Repubblica federale tedesca è in fiamme. Poiché i più ancora non capiscono che in presenza dell'apocalisse la Bibbia è diventato il libro più attuale di tutti, allora possiamo tradurre quello che Arrnagheddon significa: il luogo mitico in cui, secondo il libro dell'Apocalisse (16.16), gli spiriti malvagi riuniscono i re di tutta la terra per una grande guerra! (Churchill 22 che ha chiamato la bomba atomica il ritorno di Cristo nell'ira usava Arrnagheddon per indicare la catastrofe finale)". I libri biblici Giuditta e 1 'Apocalisse - alla luce del1'esegesi di Hochhuth diventano di impressionante attualità in quanto opere piene di inquietudine e di questioni aperte. Come deve agire un credente in questa situazione? Non vale per lui incondizionatamente "non uccidere"? come afferma il padre gesuita Edward nel dramma Judith? Oppure, in una simile situazione non si dovrà riferire a se stessi, in modo radicale, la lettera di Giacomo (1.22) come fanno Judith e suo fratello Arthur, un veterano del Vietnam, reso paralitico dai gas respirati nel corso di quella guerra e condannato a una vita sulla carrozzella : "Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori"? Addirittura, si deve prendere nuovamente sul serio un passo enigmatico come quello del Vangelo di Luca (19.28), come fanno Judith e Arthur, nel quale l'evangelista sembra ricordare che lo stesso Gesù non si è astenuto dall'uso della violenza: "E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me"? Tutti passi della Bibbia con l'ausilio dei quali Hochhuth insegue una esegesi riduttiva e diversa che chiama a una risolutezza morale che ancor oggi fa riconoscere l'assassinio del tiranno come compatibile col comando di Dio. "Dio lo vuole - altrimenti io non lo penserei" - così la Judith di Hochhuth che poi, come singola persona di fatto procura anche di mettere in pratica il suo attentato al presidente. Si è molto scritto sull'insistenza di Rolf Hochhuth circa l'irrinunciabilità dell'azione del singolo e l'insostituibilità della sua decisione di coscienza. Per alcuni, una posizione ancora troppo radicale; per altri, troppo ingenua, quasi che il singolo oggi potesse, anche di fronte alle strutture e agli apparati anonimi, smuovere qualche cosa, quasi che la sua azione fosse ancora in grado di produrre un cambiamento. Una cosa, a riguardo, si è comunque trascurata: di mettere a nudo le radici profonde di questa insistenza. Se non mi sbaglio, si tratta proprio degli strati profondi morali e nascosti che caratterizzano la sua immagine dell'uomo. Ciò si lega a sua volta alle sue esperienze storiche, soprattutto, all'esperienza dell'assassinio di massa fascista che gli sgherri di Hitler seppero eseguire con tedesca radicalità. La scena chiave, in proposito, si trova già nell'ultimo. atto del Il Vicario, nel quadro che riguarda Auschwitz, in cui l'eroe positivo del dramma, padre Riccardo, incontra il cinico macellaio e freddo selezionatore: il dottore. Proprio il dottore spiega al religioso, alludendo al destino di Maximilian Kolbe: "Di recente i brutali idioti si son presi divertimento di
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