Linea d'ombra - anno X - n. 72 - giugno 1992

IL CONTESTO Foto di Richard Smith (Kate Pictures/ Agenzia Contrasto). hanno votato conservatore? In parte, forse, perché molti hanno almeno progetti di avanzamento sociale: come commentava Bryan Gould, candidato (purtroppo non favorito) al posto di segretario del partito, "abbiamo dato l'impressione di porre dei limiti alle aspirazioni della gente"(sul "Guardian" del 13-4-92). In parte perché il voto non è solo un fatto individuale e non sono pochi a calcolare gli effetti su figli con redditi più alti. Roy Wood, guardia giurata, sempre a Basildon, sostiene che la politica fiscale laburista avrebbe colpito troppe persone di reddito medio, ma soprattutto esprime contentezza per suo figlio, assicuratore nella City (proprio il tipo di lavoro ambito per i figli da molte famiglie a Basildon) che, con la vittoria conservatrice, si è risparmiato un aumento enorme delle imposte (sul "Financial Times dell' 11-4-92). I conservatori sono sempre considerati più "affidabili" su questo terreno, crocevia dei progetti familiari. Evidentemente poco importa che proprio loro abbiano spesso penalizzato proprietari con tassi di interesse i più alti della storia. Nello stabilirsi di "reputazioni" in questo campo è stata senz'altro decisiva la battaglia che il partito laburista ha condotto per molti anni - prima dentro il parlamento poi in tanti comuni controllati da amministrazioni laburiste, utilizzando la resistenza ad oltranza o l' ostruzionismo burocratico - contro la vendita delle case popolari. Ciò che conta oggi non è tanto che qualcheduna fra il milione di famiglie che ha beneficiato dalle misure avrà cambiato bandiera a favore dei conservatori, ma piuttosto il fatto che una lunga e aspra battaglia su questo terreno ha definito il campo politico in modo molto netto e 10 identificato indelebilmente il partito laburista con una politica del consumo collettivo e con l'indifferenza verso le strategie di accumulazione familiare. Anche adesso che il partito è molto cambiato continua a pagare i costi della reputazione acquistata negli anni Ottanta. Le linee della competizione politica si sono disposte in modo da porre la destra dalla parte dell'avanzamento individuale e familiare e la sinistra dalla parte di un progetto sociale che cerca una maggiore giustizia e razionalità. L'idea della politica che i laburisti trasmettono al pubblico (sia esplicitamente sia inconsciamente) è centrata innanzitutto sulla giustizia sociale (è questo il tema capace di appassionare di più anche i deputati laburisti della nuova generazione meno legati al passato) oppure sulla razionalità dell'organizzazione sociale. Questo può essere convincente per molti: la raccomandazione di un voto laburista fatta dal "Financial Times" probabilmente non era solo donchisciottesca: infatti il degrado delle infrastrutture, la mancanza di una politica industriale e più in generale i limiti di una politica liberista sono chiari a molti economisti. Evidentemente però una visione della crescita sociale non riesce a competere con il richiamo a strategie familiari. Dagli anni Sessanta (ma forse anche dagli anni Quaranta) il partito laburista non riesce a combinare i due filoni. Mentre le molte e spesso belle case costruite da comuni e governi laburisti nella primametà del secolo potevano costituire una speciedi avanzamento familiare, da molto tempo questo non è più vero. Nel primo discorso dopo la sua rielezione, Major è tornato ancora una volta sul tema della "società con opportunità per tutti". Può sembrare paradossale che un governo che certamente riduce le opportunità possa fare discorsi del genere. Ma fra i conservatori i discorsi sulla mobilità sono abbastanza frequenti, mentre fra i laburisti sono rarissimi. Il partito laburista non è contrario alla mobilità, naturalmente, ma il tema semplicemente non fa parte del nucleo centrale dei suoi discorsi politici. Tutta una serie di politiche conservatrici possono essere viste come rivolte in parte a progetti di mobilità occupazionale e tali politiche affiancano quella della diffusione della proprietà (soprattutto la casa, ma anche il cosiddetto "capitalismo popolare", le vendite delle azioni di società privatizzate direttamente al pubblico). Le iniziative per favorire la riconversione del lavoro dipendente in lavoro autonomo o microimprenditoria sono in realtà prevalentemente misure per contrastare la disoccupazione ma hanno anche la funzione di incoraggiare una strategia di mobilità e così sono state presentate. Soprattutto, i conservatori sono stati molto favoriti dalle grosse trasformazioni della struttura occupazionale che ba permesso a un numero enorme di persone di entrare in un mondo professionale più prestigioso di quello dei genitori, dando così l'impressione di un'apertura delle opportunità. L'espansione del terziario (il motivo principale dell'aumentata mobilità occupazionale) non è certo prodotto della politica governativa, ma i Conservatori ne banno potuto trarre vantaggio politico perché sono loro a fare un discorso di mobilità e di opportunità. Analogamente da quando i consigli di amministrazione delle banche o dell'industria non sono più retti solo da figli della alta borghesia formati a Eton e a Oxford (cambiamento puramente sociodemografico dovuto al numero maggiore di persone disponibili provenienti da altri ambienti e attribuibile semmai all'espansione dell'istruzione lanciata dal governo laburista degli anni Quaranta) i conservatori possono proclamare il cambiamento come risultato del nuovo ambiente d'opportunità. Come nel caso della diffusione della proprietà, anche in quello della mobilità occupazionale i conservatori sono stati premiati da cambiamenti strutturali. Le prese di posizione dei due principali partiti hanno poi messo i conservatori in una luce più favorevole

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