Linea d'ombra - anno X - n. 71 - maggio 1992

quasi sei anni di occupazione nazista e dopo visse perquarant' anni e più sotto quella comunista. Sostengo che si tratta di forme di dittatura diverse e che il vario modo di rapportarsi loro è una cartina di tornasole della coscienza umana. Una cosa era infatti collaborare con l' occupante tedesco, un'altra con il regime comunista. Collaborare con l'occupante tedesco era considerato alto tradimento contro lo Stato, il rapporto con il regime comunista è l'oggetto del dibattito odierno. Oggi la Polonia è un paese democratico, un paese sovrano nel vero senso della parola, non è dominato da nessuno dei paesi vicini, non è attraversato da grandi conflitti interni, è un paese molto omogeneo, quasi totalmente privo di minoranze etniche. È un paese che ha subito però un profondo choc : la sua società è stata scossa fino alle radici poiché non sa vivere nelle nuove condizio_ni,non sa trovare un nuovo modus vivendi rassicurante e credibile, non riesce a individuare uno scopo valido. Il passaggio da un sistema di vita sotto la dittatura comunista a quello di un paese con un'economia di mercato, un termine che nasconde la parola "capitalismo", è un passaggio molto difficile. La popolazione non sa cosa accadrà, non sa cosa succederà dopo e si sente minacciata. Il futuro sembra insicuro, le minacce sono numerose. Di dove viene questo stato di incertezza, di minaccia? Il comunismo, i cui crimini, errori e peccati abbiamo conosciuto, dava alla gente una sensazione di sicurezza molto particolare. C'erano come due reti: una che protegge l'uomo dalla caduta, come per gli acrobati del circo, impedendogli di perdere il lavoro o la casa anche se non paga l'affitto, in modo tale che l'essere umano non può essere distrutto dal punto di vista materiale perché il sistema è congegnato in maniera da impedirlo; ma poi c'è una rete superiore, che impedisce di fare un salto troppo in alto, come può invece succedere nel capitalismo, dove da un giorno ali' altro si può diventare milionari ... Da un giorno all'altro forse no, ma se uno è portato per gli affari ha la possibilità in breve tempo di diventare ricco. Questo era impossibile in paesi come la Polonia, la Cecoslovacchia o la Germania dell'Est, dove esisteva sì una classe privilegiata, ma i cui privilegi non consistevano nella ricchezza ma nel potere. Ora non ci sono più queste due reti, non ci sono più i privilegi e l'essere umano in questa situazione comincia a perdersi, comincia ad aver paura perché sente che non c'è più la rete che lo sostiene. Adesso in Polonia la perdita del lavoro diventa una catastrofe esistenziale perché fino a poco tempo fa un'esperienza del genere era sconosciuta, nessuno temeva di perdere il proprio lavoro. Oggi la maggior parte della società polacca ha la sensazione di aver perso la terra sotto i piedi ... Potrei portare come esempio la situazione degli attori, come certi miei amici che da sempre lavorano per il teatro o per il cinema, che hanno lavorato in commedie scritte da me o in film tratti dai miei romanzi. Li conosco bene e so come è difficile per loro accettare l'idea di cercarsi da soli una scrittura. Di notte non dormono, domandandosi se verranno scritturati o no. Questi problemi erano sconosciuti una decina di anni fa, quando essere attori significava un posto fisso IL CONTESTO presso un teatro, come fosse un qualunque impiegato ministeriale. Oggi la realtà è piombata loro addosso come un fulmine a ciel sereno, e anche in Polonia ora si può trovare quella figura così nota in Occidente, dell'attore disoccupato.-.. Si nota un altro fenomeno completamente nuovo: la nascita di una classe, non nel senso marxista del termine, ma piuttosto di uno strato sociale, di gente ricca. Evito qui la parola capitalista, perché non si tratta di capitalisti nel senso occidentale o americano, non essendo imprenditori e non investendo capitali. In Polonia il capitalismo è chiamato capitalismo selvaggio perché non ha le caratteristiche del capitalismo moderno, è un capitalismo che non investe, un capitalismo da commercianti, da mediatori, solo che oggi con la mediazione e il commercio si possono fare velocemente molti soldi. Varsavia è una città piena di macchine costosissime e lussuose, ma di marche straniere, perché la Polonia non produce macchine ma camion, e neanche della qualità migliore. Tutto questop comunque non ostacola la comparsa di conflitti sociali, e la crescente stratificazione della società è dimostrata dall'abisso che c'è tra i poveri e i ricchi che si vedono in giro: passeggiando per Varsavia si ha la sensazione di trovarsi in una città di stampo americano, con miliardari e milionari .... I conflitti crescenti provocano una sensazione umiliante, che prima era del tutto sconosciuta. La sensazione di umiliazione che c'era prima con il regime comunista era diversa. Ognuno si sentiva oppresso nello stesso modo dalla dittatura, che era un sistema importato dall'esterno da un gruppo politico di idealisti, spesso definiti settari o fanatici ma comunque persone che credevano in qualcosa, convinte del successo dei loro intenti. Questi intenti invece fallirono, e dal' 45 la gente ha avuto la sensazione di vivere una realtà non autentica, come se quello non fosse il loro paese, il loro stato, ma una situazione loro estranea. Quindi tutto quello che è accaduto adesso è stato un grande choc per la nazione, incapace di recepirlo perché è mutata anche la situazione geopolitica della Polonia. Da secoli essa confinava con la Germania, con la Russia e a sud con la Cecoslovacchia. Ora, dopo la disgregazione dell' impero sovietico, confina cori la Germania, con la Russia, con la Bielorussia, con la Lituania, con l'Ucraina - che sono nazioni ormai indipendenti di fatto. Vicini come l'Ucraina sono oggi meno sicuri di quanto lo fosse l'Unione Sovietica, in quanto l'Unione Sovietica dominava un impero di cui la Polonia era un vassallo, ma non avanzava pretese territoriali. Ora la cosa inquietante è il fatto che i nazionalisti ucraini (e il movimento nazionalista ucraino è piuttosto potente e vitale) avanzano pretese territoriali nei confronti della Polonia.... Questo stato di cose angoscia i polacchi, è una sensazione nuova, sgradevole, e opprime soprattutto le madri polacche che per quarant'uno anni hanno dormito tranquille, convinte che non ci sarebbe mai più stata una mobilitazione, semmai un'insurrezione, ma si sa che un'insurrezione non dura mai troppo e che le vittime sono meno numerose. Ora c'è anche l'incubo delle madri polacche che il loro figlio possa essere chiamato in guerra, e anche questa è una sensazione nuova, che non si provava più da molti, molti anni. C'è ora da porsi la domanda: contro chi è rivolta questa sensazione di angoscia? Qual è il destinatario di questo scontento, di questa rabbia? Perché questo destinatario va trovato,seco do quelli che sono i meccanismi elementari della psicolo~a di massa. ChristaWolf. Alcune delle cose dette da Brandys hanno riproposto alcuni dei problemi sorti a livello di psicologia di massa anche nei cinque nuovi Lander della Repubblica Federale, che un tempo formavano la Ddr. Per esempio, il grande problema della "inferiorità". L'ex cancelliere federale Helmut Schmidt ha recentemente dichiarato in una trasmissione televisiva che secondo lui la popola7

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