Linea d'ombra - anno X - n. 71 - maggio 1992

HANDICAP demanda fin troppo un proprio compito e occulta le esigenze reali di un servizio che dev'essere invece organizzato. Ci troviamo, in Italia, in una fase in cui, da un lato, c'è stata una grossa assunzione di responsabilità da parte delle associazioni e lo Stato sta demandando fin troppo alla parte privata e sta scaricando questa funzione non assumendosi però alcuni ruoli, alcuni compiti determinanti, per esempio un ruolo di programmazione di conoscenza e di controllo. Il fatto che, in Italia, non si sappia ancora quanti sono in realtà gli handicappati, che non si sia riusciti a dividerli in tipologie (gravi, meno gravi, adulti, infanti ...) è un fatto drammatico. È drammatico che lo Stato arrivi al '92 e cerchi di impostare una politica sul sociale inventandosi e riscoprendo il privato, demandando ai privati senza avere a disposizione i dati essenziali. M. - La risposta a questa mancanza è molto precisa. Ci sono due motivi per cui questi dati non ci sono: uno è la necessità di proteggere i falsi invalidi, che sono consorterie formidabili, che sono riserve di voti: e quando tu facessi un serio censimento i falsi invalidi sarebbero smascheriati, e dunque non conviene farlo, a certe parti politiche.Il secondo motivo è una colpa della sinistra che ha detto per vent'anni che gli handicappati non vanno schedati. E questa è una cosa proprio cretina. Noi siamo tutti schedati in cinquanta modi diversi, ma non si può dire che ci sono 7.712 spastici o trovare dei criteri per stabilire chi è e chi non è spastico e a che livello, perché a sinistra si è detto che non è giusto essere schedati, e allora ne consegue che l'handicappato in realtà non esiste: non si hanno i dati precisi dei problemi, e se non li hai non puoi programmare, non puoi sapere quanto costa occu- . parsene. Dunque anche il volontariato può trasformarsi in alibi? L.- Infatti questo problema, questa mancanza di conoscenza per poter programmare, produce oggi effetti devastanti e il volontariato è anche un'alibi che viene usato come paravento e che viene usato per occultare questa mancanza di politica. Questo è un dato grave: la legge sul volontariato, la legge sull'handicap sono leggi importanti ma sono oggi utilizzate per coprire un'assenza di politica. La dimostrazione è che esistono ali' interno del mondo dell'handicap diversi tipi di problemi. Il problema dell'integrazione scolastica è unproblema totalmente diverso da quello dell'adulto grave, dove lo Stato e dove le associazioni forniscono dei servizi diversi. Fino ai diciott'anni il bambino ha un'assistenza e dei diritti, dopo i diciott'anni ne ha degli altri ma l'assistenza è zero, l'associazione fornisce meno servizi. Ci sono grosse disparità nel mondo dell'handicap. E vorrei aggiungere che c'è disparità anche tra regione e regione, e qui si torna purtroppo alla classica divisione tra nord e sud o tra regione e regione, che è a volte molto drammatica. All'interno poi, per esempio, di una regione come la Lombardia, che è la più ricca e quella che investe di più, trovi dei dati paradossali, trovi che mille handicappati sono seguiti bene e novemila non sono seguiti affatto e cinquemila sono del tutto dimenticati. È questo il problema. M. - Poi ci sono altri miti, altri falsi problemi e altri pregiudizi sulla questione dell'handicap. Ce n'è uno per me fondamentale soprattutto quando l'handicappato è di una certa gravità. Non ha senso fare come si è fatto per troppi anni a sinistra e dire: questo devo metterlo a lavorare a tutti i costi, possibilmente in un'azienda metalmeccanica. Non ha senso perché lo si inserisce in una situazione produttiva dove al massimo lo si pujò mettere, per esempio, alle fotocopie ecc. Ec'è di peggio. Quando hai, per esempio, un down, che tutto sommato è un tranquillo e se tu gli dici di fare una cosa la fa, finisce che gli fai passare la vita a infilare una vite LATERRA 5 < I = .. ;: .. e =

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