Linea d'ombra - anno X - n. 71 - maggio 1992

STORIE/TORGA "Non uccidere ..." Isacco, però, guardava Grand' Anima con lo stesso sguardo con cui era ·uscito, ·una ·volta, dal suo Limbo·per·vederlo. ''.No... No ..." Ma Isacco era più giovane e più forte. E Grand' Anima si trovò le spalle a terra, il collo stretto frale mani dell'altro e il petto sotto il peso invincibile di un ginocchio. -"No... No ..." Il ragazzo, da dietro al masso, guardava il volto congestionato di-Grand' Anima e-senti-valo sforzo del-suo-petto teso a-spezzare il laccio. "No ..." Sicure, inesorabili, le mani continuavano a stringere. Ancora un rantolo, e tutti e tre si .furono riconciliati. isacco s'era vendicato, Grand' Anima non aveva più paura e il ragazzo aveva finalmente capito. (da Novos Contos da Montanha, 1944) VICENTE Quella sera, all' o.ra in cui il cielo e.ra più duro e più sinistro, Vicente aprì le nere ali e volò via. Erano trascorsi quaranta_giorni da quando, in mezzo al gruppo dei prescelti, era entrato nell'Arca. Ma dal primo istante tutti avevano capito che nel suo corpo non c'era pace: taciturno ed imbronciato, camminava avanti e indietro senza sosta, come se quella grande nave dove il Signore preservava la vita fosse un oltraggio alla creazione. In quel pandemonio -il canto del gallo a mezzanotte, il ruggito del leone a tutte le ore - solo la sua figuraasciutta e nera contestava la decisione diDio. Si ponevaunaindignatadomanda: che c'entravano le bestienella confusa questione della torre di Babele? Che diavolo avevano a che fare con le fornicazioni degli uomini, che il Creatore voleva punire? Nella sua mente, gli alti disegni che avevano deciso quel diluvio, giusti o ingiusti che fossero, urtavano contro un sentimento istintivo di profonda repulsa. E più la prepotenza lacerava le fonti del cielo, più Vicente condensava nella sua insignificante figura la rivolta di tutto quanto era vita e moriva. Quaranta giorni, però, la sua carne debole l'inchiodò all'Arca. Neanche egli stesso avrebbe saputo raccontare come fosse sceso dal Libano verso il molo, né come dopo, nell'Arca, avesse ricevuto la razione quotidiana dalle mani servili di Noè. Ma era riuscito a vincere se stesso; era riuscito finalmente a liberarsi della meschina idea della propria conservazione e ad aprire le ali all'incontro conta terribite immensità del mare. Tutti assistettero all'insolita partenza, zitti, pieni d'inconfesNota. Così come in Italia ogni cane è Fido per antonomasia, in Portogallo ogni corvo è Vicente. Questo perché la tradizione racconta dell'arrivo, sulle spiagge di Lisbona, di una barca contenente la salma del martire S. Vincenzo, con la sola scorta di due corvi, fungenti insieme da equipaggio e guardia d'onore. Lo stemma della città- una nave a vela con due corvi sopra - mantiene vivo ancora oggi il leggendario ricordo. (N.d. T.) 74 sato rispetto. Stupiti ed estasiati, lo videro traversare a petto aperto, temerario, il primo muro di fuoco con cui Dio volle impedirgli laiuga, e sparire lontano nei confini dello spazio. Ma .nessuno disse.niente. Egli diventò in quel momento il simbolo della loro liberazione, la coscienza in attiva protesta contro l'arbitrio che divideva gli esseri viventi in eletti e condannati. Ma era appena nato nell'intimo d'ognuno quel sapore di riscatto, che già dall'alto suonava, terribile, ampia come un tuono, penetrante come un fulmine, la voce di Dio: - Noè, dov'è il mio servo Vicente? Uomini e bestie rimasero di pietra. Sul ponte deluso scese una cappa di silenzio, glaciale, pesante. Di nuovo il Signore paralizzava le coscienze e l'istinto; di nuovo riduceva il residuo di materia palpitante alla passività vegetativa. Noè, però, era uomo. E come tale approntò le armi di difesa: -Dev'essere in giro ... Vicente! Vicente? ... Dov'è Vicente? Nulla. - Vicente!. .. Nessuno l'ha visto? Cercatelo. Nessuna risposta.L'intera creazione sembrava diventata muta. - Vicente? Vicente! ... Ma dove può essersi ficcato? Finché qualcuno, acceso di compassione per la piccolezza di quell'anima, pose fine alla commedia: - Vicente è fuggito. -È fuggito?! Fuggito come? - Fuggito ... Volato via ... La faccia del Patriarca s'innondò di freddo sudore. Poi le gambe gli si afflosciarono ed egli cadde a terra come un cedro colpito dal fulmine. _Nella solitudine plumbea del cielo ci fu una eclisse momentanea. Quasi che per le mani invisibili di chi comandava le furie d'acgua e fuoco fosse passato un fremito d'esitazione. Ma la divina autorità non poteva rimanere così, indecisa, titubante, alla_mercede della prima ribellione. L'istante di perplessità durò appena un istante; poiché subito dopo la voce di Dio tuonò di nuovo nel cielo immenso con rimbombante severità: - Noè, dov'è il mio servo Vicente? Risvegliatosi dal vigliacco svenimento, Noè cerco di giustificarsi, tremante e confuso: - Signore, il tuo servo Vicente è fuggito. Non mi pesa la coscienza d'averlo offeso, né d'avergli dato la razione con mano avara. Nessuno qui l'ha trattato male. È stata pura ribellione, la sua ... Perdonagli, e perdona anche a me ... E salvalo, ché, come hai ordinato, ho salvato solo lui ... -Noè!. .. Noè!. .. E la parola di Dio, tremenda, rintronò ancora sull'infinito deserto del mare. Poi ci fu un silenzio più terribile ancora. E nel vuoto dove tutto sembrava immenso si sentiva, come un singhiozzo di bambino, il disperato pianto di Noè, che aveva allora seicento anni d'età. • · Intanto, dolcemente, l'Arca cambiava rotta. E d'improvviso, come guidata da un pilota invisibile, come mossa da una forza misteriosa, decisa, urgente - essa che finora aveva vagato al capriccio delle onde, morosa e incerta - si diresse verso il luogo dove quaranta giorni prima sorgevano le montagne dell'Armenia. Nell'intimo di tutti la stessa angoscia e la stessa domanda: che

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