Linea d'ombra - anno X - n. 71 - maggio 1992

POESIA/HARRISON che a portata di mano ho solo i kumquat, John, il frutto su cui mi piacerebbe avere il tuo parere, ma i morti non mangiano kumquat e non bevono vino, rabbrividiscono nelle braccia di Proserpina, non si crogiolano a letto con la loro Fanny Brawne, né la guardano raccogliere pompelmi maturi all'alba come ho fatto io, svegliandomi, quando l'ho vista staccare con un agile movimento del polso abbronzato la luna, che iersera illuminò la nostra passeggiata lungo la palude degli alligatori, dal suo gambo. Pensai a sorbetti di luna quando vidi, come se non avessi mai visto la luna prima, il pianeta brillare fra i pomi, e la pallida luce fare di ogni frutto sull'albero un suo satellite. Ogni sera quando abbasso le tendine le stelle sembrano gocce della buccia notturna; il sole, frutto spelato della notte, spreme i raggi con cui macchia, stria, poi allaga il mondo di giorni: giorni, quando la stessa luce mi faceva piangere, giorni, passati come le notti in un sonno pesante, giorni a Newcastle presso il letto di mia figlia pensando che era meglio se uno dei due moriva, giorni a Leeds, giorni grigi, il primo vestito scuro, le corone di mia madre vicino ai frutti di Natale, e giorni come questo a Micanopy. Giorni! Come il sole forte brucia la nebbia grigia del mattino raccolgo un kumquat e i rami mi spruzzano fredda rugiada in faccia per iniziare il giorno. Le melasse dell'alba fanno ancora brillare l'arancino nei boschi e frutteti dei sogni. Le limette, come Galway dopo settimane di pioggia, brillano d'un verde che quasi ferisce, pelli fresche di rugiada che passarono tutta la notte a fiammeggiare in cielo. II nuovo giorno albeggia. O giorni! Il mio spirito saluta il kumquat con lo spirito di John Keats. O kumquat, conforto per chi non muore giovane, insieme dolce e amaro, benedici la lingua del poeta! Schiaccio tutto il frutto rugiadoso contro il palato. Non male, a 42! Cerco poiane nel cielo che schiarisce e le vedo in alto cavalcare fresche folate. I loro gridi cupi furono i primi a salutarmi quando uscii dalla porta al sorgere del sole, e un rumore come le molle del nostro letto stanotte: il signor Fowler che affilava le cesoie. Copyright Tony Harrison 1992. • MARIETTI Narrativaitaliana Mario Schettini I napoletani "Vasto affresco di coscienze e di costumi dell'Italia uscita dalla guerra( ...). Pubblicarlooggi significa far entrare nel circolo della tradizione narrativa novecentesca un'opera di sicuro valore letterario" (Romano Luperini, dalla prefazione). Pier Luigi Celli Un gallo a Esculapio Dodici racconti - disposti come altrettanti specchi di un labirinto - si dipanano alla ricerca dell'"uscita di sicurezza" che dia un senso finale ai molti percorsi assurdi della vita. Franco Morganti Una storia lombarda Pamphlet sull'imprenditorialità frustrata nel paese delle bustarelle e degli scandali: le amare confessioni di un dirigente che credeva al proprio lavoro. Enrico Rovegno Le mele di Zurbaran Attraverso le ricerche di un medico che vive il conflitto tra scienza e morale, un romanzo che affronta storie individuali e tematiche attuali di un'umanità perplessa proponendo al lettore risposte scomode. Bruno Stebe Eufolo Storia di un angelo custode troppo umano per assolvere al suo compito. Tra ironia e fantasia, un racconto surreale che fa anche riflettere. Mariettiriviste Iter Un laboratorio di ricerca e di osservazione della società. In questo numero - dedicato a città, tecnica e frontiera - interventi tra gli altri di Alain Touraine, Umberto Galimberti, Carlo Maria Martini, Sergio Scalpelli. L'opera al rosso Indagini e interventi in una prospettiva interdisciplinare sui concetti di "senso comune" e di "consenso". Racconti, schede, brevi saggi e tavole grafiche per indicare le direzioni di un pensiero in movimento. Indizi Il numero inaugurale della nuova serie della rivista è dedicato al tema "Oralità, scrittura, letteratura". Intervengono tra gli altri Todorov, Barilli, Ceserani, Sanguineti, Ben Jalloun, Toumier. I 50

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