Linea d'ombra - anno X - n. 71 - maggio 1992

POESIA/HARRISON Clessidra L'oro resiste a una fiamma abbastanza calda per far di te cenere nell'urna standardizzata. Una busta di tela ruvida, ufficiale, contiene la tua fede, che non è bruciata. Papà mi raccomandò di dirgli al St. James che l'anello doveva andare nell'inceneritore. Gli assicurava che si sarebbero rivisti, "dopo", quell' "eterno" scritto accanto al loro nome. Firmai come figlio per il pacco degli indumenti, impermeabile, vestito, mutande, reggiseno - l'incaricato telefonò giù: 68831? Ha ancora l'anello? (Breve pausa) Bene! Ora è sulla mia mano, il tuo anello brunito! Sento le tue ceneri, testa, seni, utero, braccia, scorrere lente attraverso quel cerchio, come nella clessidra che mi lasciavi guardare per cronometrare le uova. Un arancino o kumquat per John Keats Oggi ho trovato il frutto giusto per la mia età, non arancio, non mandarancio e non limetta, né i globi lunari di pompelmo che ora pendono davanti alla nostra camera da letto, né acido limone (anche se l'anno scorso, pieno di bile e di sconfitte, volevo credere che nessuna vita è dolce) né il mandarino, sole tangibile, né alcun agrume incongruo visto a volte dai verdurieri a Newcastle o Leeds col nome storpiato, accanto a patate e rape, un frutto che un poeta più anziano può sostituire all'uva che John Keats chiamò il frutto della Gioia quando, a due anni dalla morte, cercò di dire come la malinconia vive nel piacere, e se avesse conosciuto l'agrume che dico io che non è arancio limone limetta o mandarino sono quasi certo che Keats, per quanto sapesse di "mele candite, cotogne, prugna e melone", anziché "l'uva fine contro il palato" avrebbe, conoscendolo, celebrato il mio, l'agrume orientale grosso non più d'una ciliegia che dopo un solo morso avrebbe apostrofato e detto in una strofa che esso aveva tutta la qualità dei frutti prima della caduta, ma avrebbe dovuto aggiungere nei versi successivi che gusto avesse la mela di Eva al secondo morso, 58 e se John Keats fosse vissuto fino ad avere, a causa degli anni in più, le mie necessità, a 42 mi avrebbe aiutato a celebrare quel kumquat di Micanopy che ho mangiato intero, appena colto, polpa dolce e buccia amara ... o forse il dolce era fuori, l'amaro dentro? Infatti per quanti kumquat io mangi non so se è la buccia o la polpa che è dolce ed essendo uomo di dubbi a metà della vita offrirei a Keats dei kumquat e gli direi: Vedrai che una parte è dolce e l'altra è amara dimmi dove comincia il dolce e finisce l'agro. lo non ci riesco, come se non si potesse dire esattamente a che punto la notte diventa giorno il che fa per me del kumquat tutto intero il frutto e la metafora migliore per l'animo di un quarantaduenne che in Florida con Keats mastica kumquat, pensando, mentre mangia la polpa, il succo, il nocciolo, la buccia, che questo dovrebbe essere il sapore di una vita piena, il suo gusto deperibile pungere la lingua, quando l'uomo che gusta la vita non è più giovane, e i frutti che erano i suoi futuri li ha alle spalle. Poi è il frutto del kumquat che meglio esprime come i giorni hanno intorno una buccia di buio, la vita ha una pelle di morte che ne tiene il gusto. La storia, una vita, il cervello, il cuore, corrono alle papille gustative e ne ritornano. Quel decennio o più oltre il tempo di Keats fa di me un uomo più vecchio, non più saggio, che sa che è troppo tardi per morire giovani, ma, visto che la giovinezza tace alcuni piaceri, gli sono concessi giorni e kumquat per esprimere l'Essere umano maturato dal suo Nulla. Non è solo una differenza di sedici anni, un raccolto maggiore di orrori, paure e speranze, ma un secolo di storia su questa terra fra la morte di Kea_tse la mia nascita: anni come un cratere aperto, cupi e sanguinanti, con bolle rosse che sogghignano sull'orlo: un aggeggio non più grande di un'urna esplode e stupra ogni silenzio, ogni ode, Flora asfissiata dall'aria immonda ignota tanto a Keats quanto a Lemprière, Naiadi deidratate, Driadi amputate, che si trascinano fra paesaggi di detriti sterili, una camicia ardente di Nesso che morde e ferisce bambini che hanno metà dell'età a cui Keats morì... Dunque, avevi venticinque anni o ventisei quando quella fronte febbricitante divenne fredda? Non ho libri a portata di mano per controllare. Il mio spirito aspro ma contento gode

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