UNA CERTA ELOQUENZA Incontro con lshmael Reed a cura di Matteo Bellinelli Le opere di Ishmael Reed (Chattanooga. Tennessee 1938) sono purtroppo inedite in Jtalia, forse per la difficolti1 di tradmTe un linguaggio perimentale che sovve11e le strutture grammaticali e linguistiche nella creazione dissacratoria e sun-eale di storie comiche e magiche che aggrediscono gli stereotipi della cultura americana,e spingono in direzione polemica e fantastica. Si è affermato con il romanzo The Freelance Beares ( 1967), seguito da Yellow Blac/.:. Radio Broke Do1rn (1969), The Last Days o/ Louisiana Red (1974). Flight in Canada(l976). eccetera. Ishmael Reed è ·romanziere, drammaturgo, poeta, saggista, pole111isw,misogino straordinario - così mi hanno detto ...- E anche uno degli animatori degli ultimi club teatrali e di poesia che cercano di mantenere viva, dall'Atlantico al Pacifico, la.fiamma della creatività e della trasgressione. Recentemente ci siamo fatti una guerra solo perché qualcuno ha definito il nostro presidente una donnicciola. Questo è un paese nel quale bisogna atteggiarsi a duro. La mia dolcezza si legge solo in alcune mje poesie; ma a me non piace parlarne. Altrimenti chi mj legge dirà: "Ho letto i suoi libri, sembra un duro e un cinico, ma in realtà è un pappamolla. Non mi becca più". Nessuno più comprerebbe i miei libri; e ci perderei solo soldi ... Oakland è la faccia scura e violenta del 'elegante, ricca e pallida San Francisco. Ai margini del ghetto nero, nel minuscolo teatro BMT, lei mette in scena in questi giorni il suo ultimo spettacolo teatrale, Savage Wilds Part II, una libera e polemica interpretazione delle vicende di droga, prostituzione e razzismo politico vissute, nel 1990, dall'ex-sindaco nero di Washington, Marion Berry. Non voglio nemmeno più identificarmi con gli scrittori americani. Forse è per questo motivo che sono così attratto da altre culture, del tutto dj verse dalla mia, africane o asiatiche che siano; non me la sento proprio di appartenere solo alla classe intellettua-.. INCONTRI/REED le americana. Il razzismo che la contraddistingue ne mutila e limita gli orizzonti culturali. li modo americano di risolvere i problemi della nazione è di scaricare tutte le responsabilità sui negri. Anche se-ed è solo un esempio - l '80% dei consumatori di droga in questo paese è di razza bianca: ma questo i media non lo diranno mai ... I negri sono responsabili degli abusi relativi all'assistenza sociale, di tutti i crimini del paese, dello spaccio di droghe, del crack, dell'AIDS; tutte le "patologie" nazionali sono sulle nostre spalle. A me non sembra il caso ... In Savage Wilds lei rappresenta uno squallido mondo di furbi, nel quale si tira solo a campare ... Viviamo in uno dei paesi più disinformati e peggio educati del mondo; le conoscenze di geografia, di storia, di matematica - insomma, di tutto - dei nostri studenti sono davvero catastrofiche. Qui si parla sempre e solo dei negri; ma è cosi per tutti. Ormai, in questo paese, non esiste più nessuna differenza culturale tra chi va a scuola e chi l'abbandona, tra chi studia all'università e chi non sa nemmeno cosa sia. La massa dei nostti intellettuali è on-endamente ignorante. Sono i mass-media a decretare quali siano i nostri intellettuali, a renderli ricchi e famosi; ma in realtà sono incredibilmente presuntuosi, non conoscono il mondo. Ignorano l'esistenza di altre culture; persino quelle di casa loro ... Non era stato detto e ripetuto, per decenni, che l'America è il paese del melting pot, dell'amalgama razziale e culturale perfetto? Il melting pot in realtà è un buco nero - beh, forse è un buco bianco - che avrebbe dovuto aspirarci tutti quanti in un sistema culturale eurocentrico che non esiste, che non è mai esistito, che nessun intellettuale europeo riconosce o rivendica. È solo un mùo. Poi se la prendono con noi perché parliamo di afrocentt·ismo. Che del resto è una cosa che non mj va affatto; a me non interessa sapere se gli egiziani fossero bianchi o neri. Forse erano texani, con tutte quelle ar@ appese alle pareti ... A me l'idea dell'afro-centrismo non piace; ma nemmeno mi piacciono i fanatici dell'eurocentrismo che criticano gli intellettuali dell' afrocentrismo. Non apprezzo gli estremismi e le esagerazioni. Gran parte degli intellettuali di colore che conosco e che frequento si collocano tra i due estremi. Qualcuno ha suggerito, a ragione, che forse dall'opposizione tra i due estremismi etnici e razziali nascerà una sintesi; che sarà sempre meglio dell'attuale, insopportabile status quo. Questo mi fa sperare che il potere intellettuale dei colonizzatori - io li chiamo ancora così ... - giunga a teffnine; e che in America si cominci a sentire un'influenza culturale tollerante e plurima. Per molti americani, però, bianchi o neri, la linea di colore si èfermata a Martin Luther King, alle sue parole di speranza, alla sua voglia di integrazione; o alla tentazione di separatismo e di radicalizzazione del confronto predicati da Malcolm X. Martin Luther King era il prodotto della classe media; alla cui causa conquistò molti americani di colore. Questa era la sua ten-a promessa; l'America del quieto vivere e dei sobborghi "integrati". L'America degli hotel anche per i negri, naturalmente pagati con la carta di credito. Le nuove generazioni hanno rimesso in discussione quei "valori". Gli intellettuali più giovani si identifi47
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==