Linea d'ombra - anno X - n. 71 - maggio 1992

I CONFRONTI I Prossimo Oriente Panoramica di leffure slave Danilo Manera 11 considerevole interesse manifestato negli anni '80 dalla nostra editoria per l'area culturale slava non è venuto meno col nuovo decennio, che vede per gli scrittori dell'est la fine della censura ideologica e l'inizio dei problemi di mercato, nonché una buona dose di sconcerto di fronte alla situazione odierna, fatta di gravi problemi sociali ed economici e tensioni etnico-religiose. Oltre che riscattare il sommerso, si stanno intelligentemente colmando lacune del passato. Vale la pena quindi di segnalare alcuni dei libri più notevoli usciti nel 1991. Uno studio d'insieme La monografia Gli Slavi, (Tascabili Einaudi, pp. 597, lire 17.500) di Francis Conte, docente alla Sorbona, è un'opera ambiziosa, che presenta inevitabili difetti dove la competenza diretta dell'autore è meno salda o la bibliografia utilizzata meno ricca, ma compensa tali carenze con una forte unità stilistica e metodologica che convince appieno sugli argomenti affrontati e rende in generale gradevole la lettura. Il libro non va confuso con un manuale, perché non si propone di sciorinare un susseguirsi cron'ologico di date, avvenimenti, mappe e statistiche, ma costituisce un pregevole testo di riferimento per i blocchi tematici sui quali è incentrato, e cioè: l'origine degli slavi e la loro civiltà (lingua, costumi, economia, società, con specifico accento sulÌo sviluppo delle tradizioni comunitarie e un interessantissimo capitolo sul mondo femminile), l'incontro con Roma e Bisanzio, l'eredità spirituale bizantina nella mistica e nelle eresie, l'idea panslavista nelle varie forme storiche. Oltre a tratteggiare i rapporti degli slavi con la miiiade di popoli venuti a contatto con loro, l'autore si sofferma a sottolineare, accanto agli elementi accomunanti, anche le differenze spesso notevoli tra i vari popoli slavi e le loro eterogenee vicende. Non è cosa da poco in un ambito in cui si assiste ancora troppo spesso a generalizzazioni senza senso. I complessi e talora irrisolti problemi che la materia presenta sono abbordati qui in una dimensione di storia della cultura, con l'apporto di molteplici punti di vista. Conte sa infatti servirsi intelligentemente di fonti che vanno dalle antiche cronache agli scrittori moderni, dall'archeologia linguistica alle arti, dalle relazioni di viaggio ai canti popolari. Eretici bulgari e neobarocco serbo Un passo centrale del capitolo che Conte dedica all'influsso della spiritualità orientale sui paesi slavi riguarda le eresie d' origine manichea e pauliciana e soprattutto il bogomilismo, movimento eretico cristiano s no in Bulgaria nel X secolo e diffuso in tutta la penisola balcanica fino al XIV secolo, che fu perseguitato dagli imperatori bizantini e dai. re bulgari e serbi. Al ricco patrimonio di testi apocrifi e leggende popolari bogomile attinge, riformulandolo con una sensibilità decadentista, lo scrittore bulgaro Nikolaj Rajnov ne Il diavolo creatore (Biblioteca del Vascello, pp.32, lire 1.000). I bogornili si spinsero fino in occidente, specie in Italia e-Francia, dove il loro proselitismo si connette con l'eresia catara o albigese. Derivavano le loro concezioni dalla tradizione dualistico-gnostica, contrapponendo al Dio del bene, creatore del mondo celeste, Satanaele, creatore del mondo terreno 18 in cui imperversa il male. Vedevano l'uomo condannato tramite la carne ad essere schiavo del peccato, indicando nell'anima l'unica possibilità di affrancarsi da tale oppressione. Da qui il loro volontarismo ascetico. Rifiutavano dogmi, istituzioni, riti e festività della chiesa ufficiale, negavano l' eredità veterotestamentaria, riducevano il ruolo di Cristo e bandivano ogni culto esteriore come quello per immagini e reliquie. Predicavano la povertà e la temperanza, ostili tanMikhoil Bulgokov (foro Novosli) to alla guerra e alla violenza come alla famiglia e al matrimonio. Dietro tanta protesta premeva una forte spinta antifeudale spiegata in termini comprensibili al popolo minuto (ad esempio sostenevano che Satana aveva convinto parte degli angeli a ribellarsi con lui contro Dio promettendo il condono delle imposte da versare ai padroni). Nikolaj Rajnov (1889J 957), che fu anche pittore, studioso di arti plastiche e abile riscrittore di favole, pubblicò nel 1912 la raccolta Leggende bogomile (tre delle quali sono tradotte in questo libriccino) e fu un successo immediato, ma in seguito pesò sull'opera l'ostracismo del regime socialista, nonostante il figlio di Rajnov (non a caso battezzato Bogomil) si fosse poi guadagnato ampia fama come scrittore ossequioso verso i dettami estetici ufficiali. Restiamo tra gli slavi meridionali col serbo Milorad Pavic, classe 1929. Il suo ultimo romanzo, Paesaggio dipinto con il tè (Garzanti, pp.339, lire 32.000) fu scritto poco prima dell'attuale crisi. Nella prima parte - la migliore - il protagonista quarantenne Atanasio riflette sulla propria vita e sulla storia della Jugoslavia recandosi in un monastero ortodosso del Monte Athos, alla ricerca del padre scomparso durante la guerra. Nella seconda parte, espatliato e anicchito, viene coinvolto in un complicato gioco ad incastro di storie, collegate fra loro come le parole in un cruciverba. Iterativo e forzatamente barocco, meno convincente del precedente Dizionario dei Chazari, il libro contiene comunque alcuni magnifici racconti, inc"astonatia mo' di gemme, che ne giustificano la lettura. Ma sarà interessante vedere cosa saprà dire in futuro quest'autore sulla Serbia che si sta delineando. Tante voci dall'ex Unione Molteplici sono le voci che giungono dall'ex continente sovietico. Lo scoiattolo ( e/o, pp.198, lire 30.000) è tutto sotto il

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