Linea d'ombra - anno X - n. 71 - maggio 1992

IL CONTESTO te sentita subito dopo la riunificazione e secondo me non sempre in relazione alle persone "giuste". Ma pare che esistano appunto dei fenomeni della psicologia di massa che innescano meccanismi di questo tipo. Quanto alla domanda che mi viene di solito fatta sul ruolo degli scrittori e intellettuali nella storia passata della Ddr, io posso parlare a titolo del tutto personale. Nel 1945, allorché il nazismo crollò, avevo sedici anni. Con la mia famiglia stavo fuggendo dalla città in cui sono cresciuta, situata al di là dell'Oder e diventata successivamente polacca, verso quello che ancor oggi è il Mecklenburg. Ho quindi vissuto quel periodo in maniera intensa e immediata; ho vissuto il crollo degli ideali ai quali da bambina e da adolescente avevo creduto, e per la prima volta mi resi conto di essere una persona alquanto "lenta", di non sapermi adattare rapidamente a situazioni nuove. Al contrario, ho bisogno di molto tempo. È una cosa che noto anche scrivendo. E per poter scrivere di quel periodo nel libro Anni d'infanzia, uscito da poco anche in Italia, ho avuto bisogno di piu di vent'anni, venticinque per la precisione. Adesso tutto questo tempo non ce l'ho più: per poter scrivere sul crollo della Ddr non ho piu venticinque anni a disposizione. Ma neppure credo di averne bisogno, perché già durante gli anni trascorsi nella Ddr ho vissuto quello che, usando un'espressione di Feuchtwanger, si può chiamare "il difficile cammino della conoscenza", che partiva da un'iniziale identificazione con una società della quale credevo in primo luogo che fosse radicata nell'antifascismo e che nel corso del suo sviluppo fosse in grado di eliminare determinati processi di alienazione. Accadde invece l'esatto contrario, e di questo nella mia evoluzione mi sono resa conto a poco a poco, non repentinamente. Ho cercato di prendere posizione nei miei libri. Nondimeno, il crollo della Ddr non mi ha dato necessariamente nuove conoscenze sul carattere di questo Stato, ma mi ha dato in ogni caso una serie di particolari che per me erano inediti. Soprattutto ha accentuato un processo di autointerrogazione, anche se era in atto già da prima. Anche in passato avevo riflettuto molto spesso sul ruolo che svolgevo in quanto intellettuale; e ho riflettuto sul ruolo degli autori che siponevano criticamente nei confronti dello Stato, che vivevano e pubblicavano in quello Stato (almeno libri, io ero esclusa dai circuiti della televisione e della radio, ma i libri, ançhe se con dei ritardi, venivano pur sempre pubblicati); ho riflettuto sul ruolo che svolgeva quella letteratura. Non è stato necessario dirmi queste cose dopo il crollo, già prima avevo riflettuto molto su di esse. Ne abbiamo parlato molto insieme: con gli autori che avevano posizioni analoghe ho trascorso centinaia, migliaia di ore della nostra vita a discutere di queste cose. All'epoca mi dicevo che poteva pur sempre avere un senso preservare per la get'tte che viveva nella Ddr e che in gran parte era tagliata fuori dalla letteratura critica dell'ovest (ovviamente varie opere giungevano anche a noi, ma non si trattava di grandi quantità) la possibilità di acuire la capacità critica - non dico di svilupparla, perché in parte già questa capacità critica esisteva, ma di dar loro la possibilità di rifarsi a determinati libri e autori. Mi rendevo conto che poteva essere una doppia funzione: da un lato si trattava effettivamente, credo, di un rafforzamento della coscienza; dal!' altro, però, rappresentava anche un appiglio nella propria vita, un appiglio che dava a molte persone la forza di rimanere, di continuare a vivere nella Ddr. Ora, si può giudicare il tutto in maniera assai differente. Per me era quanto sentivo di dover fare. Certo, anch'io ho delle mancanze da rimproverarmi, ma globalmente sapevo di dover restare là e cercare di scrivere quei libri, perché sapevo che altrove non avrei potuto scrivere qualcos'altro perché nessun'altra probematica mi catturava e mi toccava da vicino quanto la situazione di conflitto nella quale appunto mi trovavo. Dopo il crollo della Ddr e nella nuova situazione in cui mi trovo 10 a vivere ora, è intervenuto un mutamento nel ruolo che gli autori - io compresa -svolgiamo. Nei cinque nuovi Uinder federali, per esempio, la gente legge molto meno letteratura, in primo luogo perché ha molte altre cose da leggere, giornali, periodici ecc. e una letteratura nuova che prima non c'era; in secondo luogo perché la gente stessa è molto presa dai problemi pratici della vita; e poi perché i libri costano cari e tanta gente che non ha lavoro non se li può permettere. Dobbiamo quindi ritrovare un nostro ruolo. Per quanto riguarda me, ho l'impressione che continuerà a essere un ruolo critico, anche se non so ancora esattamente in che misura farà riferimento alle nuove situazioni. Ho l'impressione di aver ancora diverse cose da dire sugli ultimi anni che abbiamo vissuto nella Ddr e su quella fase di transizione che per tutti noi ha rappresentato un periodo molto movimentato e importante, un periodo in cui sembrava svilupparsi qualcosa di simile a una democrazia di base, quantomeno in fase embrionale: io stessa ho lavorato a lungo in una commissione che indagava su determinate trasgressioni della polizia della Ddr. Sono esperienze irrinunciabili, perché mi hanno fatto capire che esiste una grande parte emancipata e cosciente della popolazione che è in grado di prendere inmano, seppure come in questo caso soltanto per alcune settimane, il proprio destino per valutarlo e giudicarlo in maniera molto matura. Ho l'impressione che ci sia in me ancora un potenziale di esperienze sul quale poter scrivere. Allo stato attuale è ancora prematuro, ma sono tutte cose che devono accompagnarsi a un'autointerrogazione molto intensa e schietta sul mio ruolo nel periodo precedente. Vedo quindi davanti a me ancora una gran quantità di "materiale", che non so se e come riuscirò a elaborare ... Kazimierz Brandys. Vorrei aggiungere ancora qualche altra parola ... Rimango nell'ambito della questione polacca, perché è l'argomento per me più vicino e importante. Adesso in Polonia esiste un terreno di conflitti piuttosto acuti ... e la questione della responsabilità degli intellettuali è un argomento tutt'altro che marginale. Per me la questione più importante è che non solo termini come comunismo e socialismo, ma anche sinistra o essere di sinistra, sono all'indice, sono maledetti. E si dovrebbe riflettere in quale misura questo stato di cose sia giustificato o giustificabile alla luce dei quarantacinque anni di governi monopartitici dogmatici e intolleranti, e in che misura sia doloroso, poiché non vi è in questa parte del mondo né altrove nessun'altra idea che prospetti all'essere umano una visione di un futuro migliore, di una certa armonia sociale di un mondo gestito con giustizia. Un'idea del genere oggi non esiste, la democrazia è un concetto molto generico che contiene molte cose, oggi si dice con sarcasmo: "quella era un'utopia ... gli intellettuali si erano fatti coinvolgere dall'utopia", perché proprio l'intellettuale è il più propenso a seguire un ideale, una visione di un mondo migliore. Per l'intellettuale la democrazia non rappresenta niente di interessante, perché la democrazia è la realtà e per lui la realtà non è sufficiente. La democrazia è una sorta di libero stato delle cose, un gioco di forze dentro la realtà, nell'ambito dell'esistente, ma ali' intellettuale la realtà non basta, vuole qualcosa che sia migliore della realtà ed è allora che nascono le utopie. Il marxismo aveva basi razionali estremamente importanti e significative ... e una parte ne sopravviverà come il.materialismo storico o alcuni elementi della dialettica materialistica di per sé innovatori, essi già hanno avuto un peso sul modo di pensare della mentalità moderna. E inoltre, il mondo potrà sopravvivere senza utopia? Questa è la domanda. L'uomo accetterà di non avere più un ideale supremo? Diceva Oscar Wilde in modo, per una volta, molto serio: "la carta del mondo sulla quale non figurerà un paese chiamato utopia, non è degna di venir guardata". Questa è la

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==