1O VISTA DALLA LUNA come fosse essenziale fare dei piani di comunicazione prima di intraprendere delle azioni, sapere fare dei comunicati stampa o degli articoli leggibili, come fosse logico dire quello che stavamo facendo o le cose che sappiamo... ma siamo ancora molto aldiqua dell'accettabile e questo pesa molto perché invece i picconatori della Riforma hanno bene altre capacità e risorse di informazione. Un altro banco di prova sarà la seconda indagine sullo stato dei servizi di prevenzione, questa volta zoomando le regioni del Sud; indagine che stiamo conducendo con i pochi e spesso coraggiosi operatori presenti in queste zone del Paese dove, come già si diceva, è più difficile fare rispettare non tanto le ultime direttive della Comunità Europea, ma più banalmente le leggi sulla sicurezza in edilizia o sulle visite obbligatorie che risalgono alla metà degli anni Cinquanta. Un mondo con il quale abbiamo invece recentemente sviluppato buoni rapporti è quello dei magistrati, con la loro Associazione e in particolare con Magistratura Democratica abbiamo da anni un confronto sui temi e sul lavoro quotidiano. In comune con i magistrati abbiamo le difficoltà di operare in condizioni di totale carenza di risorse per la cronica indifferenza dello Stato a fare funzionare le strutture pubbliche (in particolare quelle che dovrebbero vigilare sulle leggi); con alcuni di loro poi si è verificata una interessante convergenza sulla lotta verso quei silenziosi crimini che sono, non so per esempio, i tumori professionali, i gravi infortuni, le frodi alimentari, le discariche abusive di rifiuti tossici. Come SNOP stiamo organizzando con alcuni tra i più prestigiosi magistrati e giuristi nel campo del diritto del lavoro un Osservatorio sul funzionamento del Nuovo Codice di Procedura Penale, che si sta dando un appuntamento annuale a Torino per verificare dove si sta andando. La scelta di Torino non è casuale, in questa città si sono avute anche recentemente sentenze storiche nel campo della tutela dei lavoratori. In questi anni sono molto migliorati i rapporti anche con le altre società scientifiche al punto che si è formata una consulta sulla prevenzione. A tale proposito l'esperienza italiana di servizi territoriali che si occupano di rischio occupazionale e ambientale è vista con molto interesse a livello internazionale, dove possiamo porci per una volta non certo in retroguardia. Con i movimenti ambientalisti le cose non sono sempre andate bene: ad alcuni verdi l'affermazione che gran parte dei problemi ambientali ha origine nella produzione (nel come e cosa e quando produrre) sembrava troppo marxista e hanno preferito organizzare corsi sulle marmellate alternative invece che ragionare su cicli produttivi alternativi. Altri hanno preferito scegliere non l'oscuro lavoro di funzionari pubblici - orrenda parola che ricorda tediosi film sulla burocrazia dell'Est - ma che è in fondo onestamente la nostra definizione, quanto piuttosto MEDICI DEL LAVORO fare il free manager di se stessi, ed ecco allora il fiorire di cooperative, centri studi, che vivono in parte sull'inefficienza della Pubblica Amministrazione: nascono così, chiavi in mano, valutazioni di impatto ambientale, studi di fattibilità. Cose onorevolissime si badi bene, se non si usasse poi la lottizzazione politica (anche quella di sinistra) come fonte di finanziamento e non si promuovesse un referendum incredibilmente qualunquistico basato sullo slogan "liberiamo l'ambiente dalle USL", sostenuto poi da principi della prevenzione come il sindaco Carrara di Roma. Certamente diverso è il discorso per la Lega Ambiente o per l'Associazione Ambiente e Lavoro (l'organizzazione ambientalista della CGIL) che, non a caso, si sono dissociati da questo referendum. Con loro ci sono degli ottimi rapporti di collaborazione nella complementarità e nella diversità; SNOP non è un movimento di massa, ma una piccola società scientifica di operatori che credono in un lavoro decentrato, programmato, partecipato, informativo, moderno. Per potere parlare e fare prevenzione nel territorio occorre innanzitutto esserci: avere un sistema informativo (magari un po' informatizzato) su quanto è utile sapere: i luoghi di lavoro, le fonti di inquinamento, i materiali usati, i rifiuti prodotti. Occorre esserci per potersi quotidianamente confrontare con le persone che chiedono: dal cittadino che giustamente vuole sapere che acqua sta bevendo o che aria sta respirando stando di fronte a una fabbrica che butta fuori fumi blu, al pensionato che si accorge di non respirare più bene dopo tanti anni di polvere, al giovane imprenditore (e sono tanti) che viene a informarsi sulle leggi perché sta mettendo in piedi una attività produttiva e vorrebbe giustamente fare il cittadino moc\ello, ali' apprendista pedinato perché cominci "sfo da piccolo" a usare non solo il walk-men a 1bo decibel, ma, in carpenteria, anche la cuffia antirumore ultimo modello. Un piccolo osservatorio sul mondo, fatto di banali gesti quotidiani: l'uscita con la Polaroid (o la Nikon per i più fortunati) per fotografare il solito ponteggio pericoloso, le telefonate e le lettere minatorie (più formalmente chiamati verbali) a "padroni" riottosi, inserire sul PC finalmente comprato in vista delle prossime elezioni, i dati dell'inquinamento del giorno, i contatti un po' ruvidi con il superspecialista del locale ospedale che per l'ennesima volta non ci ha segnalato un caso di tumore chiaramente di origine professionale, i confronti .con i giovani magistrati che oramai in tanti si sono decisi a occuparsi dei nostri temi. Insomma un bel lavoro, per chi si accontenta di agire localmente, pensando globalmente. La frase non è mia, neanche del presidente Mao come sembrerebbe dalla ferrea logica, ma molto più semplicemente della Organizzazione Mondiale della Sanità.
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