Linea d'ombra - anno X - n. 70 - aprile 1992

IL CONTESTO Alla fine del· ventesimo secolo ••• Ryszard Kapuscinski traduzione di Paolo Noseda Ryszàrd Kapuscinski (Pinsk, Polonia), giornalista e scrittore, tra i più apprezzati mondialmente e in particolare nei paesi di lingua inglese, ha lavorato per vent'anni come inviato nei paesi del Terzo Mondo, per lo più come corrispondente di guerra. È autore di una dozzina di libri, tra i quali i più noti sonoShahofShahs, sulla rivoluzione iraniana, L'imperatore, sugli ultimi anni del Negus Hailé Selassiè (Serra e Riva) e la raccolta di testi giornalistici, montati e commentati dall'autore, La prima guerra del football e altre guerre dei poveri (Se~a e Riva). Sta per uscire in Polonia, in Inghilterra e in.altri paesi una sua inchiesta sulla Russia e le repubbliche dell'Est dopo gli sconvolgimenti degli ultimi anni.Il testo che segue è la registrazione dell;intervento di Kapuscinski agli incontri milanesi di "Linea d'ombra" e la Provincia di Milano su "Nord Sud Est Ovest". Ci troviamo alla fine del ventesimo secolo, un momento storico molto importante. Di solitq alla fine di un secolo, vale a dire quando un secolo giunge alla svolta finale, vi sono eventi cruciali che contrassegnano il passaggio. È accaduto nel diciottesimo secolo con la Rivoluzione francese. Il ventesimo secolo è iniziato con un'altra rivoluzione: la.Rivoluzione del 1905. E questo secolo termina con un'altra grande rivoluzione, la Rivoluzione del 1989 nell'Europa Orientale e nell'Unione Sovietica. Stiamo lasciandoci alle spalle un secolo. che ·ci ha portati a compiere esperienze drammatiche e dolorosissime: quelle di aver dovuto vivere due periodi di totalitarismo, il fascismo ed il comunismo. Lasciamo dietro di noi un secolo che si chiude con la fine della guerra fredda. La guerra fredda ha dominato la seconda metà del nostro secolo: la divisione del mondo fra Est ed Ovest, fra due ideologie, costituiva la causa pricipale di divisione di due umanità. Che cosa sostituirà ora questa grande divisione? La fine della guerra fredda ha provocato discussioni fra gli esperti e gli studiosi su che cosa accadrà ora nel mondo. Vi è stata una voce importante, quella di un eminente politologo americano che ha annunciato che tutto ciò significa che la storia del mondo è arrivata alla propria fine. Egli vede la Storia come una lotta fra idee in conflitto e, molto ottimisticamente, ha annunciato che la storia è arrivata alla sua fine a causa della disfatta delle ideologie totalitarie, poiché infatti le uniche ideologie che rimangono sono quelle della democrazia liberale e del liberalismo. Ha soggiunto che la storia deH'u9mo proseguirà in alcuni paesi dove perman·anno interessi conflittuali. Ma per la maggior parte dell'umanità - i paesi sviluppati, l'Europa e gli Stati Uniti-, in quei Paesi e in quei continenti la Storia dovrà terminare. Vi è stata un'altra opinione espressa da un altro eminente politologo americano che sostiene che il nuovo periodo che l'umanità dovrà affrontare sarà caratterizzato da conflitti fra forze di . integrazione e forze di frammentazione. Sostiene che ·considerando il periodo storico nel quale viviamo, possiamo riscontrare le due forze in conflitto. La prima è la forza dell'integrazione, della comunicazione e dell'evoluzione: l'integrazione dell'economia mondiale, l'integrazione. delle idee di pace e s_icurezza; ma dall'altro lato c'è la forza della disintegrazione che si oppone al processo di creazione di uno stato omogeneo e uni.versale. Secondo il mio punto di vista non si può parl<'fredella fine della storia. In effetti, il grande conflitto fra Est ed Ovest, il conflitto detto "guerra fredda" sarà sostituito e lo è già, in parte, lentamente, da altri tre grandi conflitti. Il primo conflitto nuovo che diviene sempre più aperto e drammatico, se consideriamo ciò che accade nel mondo, è il conflitto caratterizzato dalle forze nazionalistiche. Le forze nazionalistiche espletano un loro ruolo in .molte aree del mondo e si stanno autosviluppando: un fattore importante in seno ai rapporti internazionali attuali. Per avvalerci di un esempio estremo, facciamo il caso della Jugoslavia, ma non solo della Jugoslavia. Le ideologie nazionalistiche prendono sempre maggior forza e crescono nel mondo sempre di più. Si tratta di una cosa che permette alla gente di trovare quel senso di identità che tanto viene ricercato. La gente sta cercando di capire chi è, la gente cerca di autoidentificarsi. Ed ecco questi conflitti nazionalistici in aumento in tutto il mondo, in particolare in quelle regioni europee centrali e orienta_li, gli stati balcanici e l'ex-Unione sovietica. Il secondo conflitto .è. quello relativo alle crescenti tendenze razziste. Le tendenze razziste si autoaffermano in Europa, in USA, in Africa e in Asia. Anche questo è un movimento molto radicato che sta diventando una forza politica molto importante. La nuova posizione di forza guadagnatà dai movimenti di destra in Europa, il movimento contro l'immigrazione, il movimento per la creazio- .nedi entità etniche "pulite". Si tratta di sviluppi significativi poiché sussiste un cambiamento notevole nella composizione razziale dell'umanità. L.arazza bianca diminuisce sempre di più e costituisce una parte sempre più piccola dell'umanità. Entro la fine di questo secolo, vale a dire fra pochi anni, i bianchi nel mondo saranno il 12-13% secondo le stime del Comitato per gli studi demografici delle Nazioni Unite. Quindi i bianchi diverranno una "rarità", nel mondo contemporaneo. Circa il 90% della popolazione mondiale è costituita da persone che non sono di razza bianca e ciò rappresenta un cambiamento culturale assai importante, non solo etnico. Esso _ha provocato cambiamenti notevolissimi a livello culturale e politico per le pressioni che questo "mondo non bianco" esercita sulla popolazione dei Paesi sviluppati, in Europa in particolare e anche negli USA. , Ci troviamo di fronte a un fenomeno del tutto nuovo, perché secondo alcune stime demografiche, entro 40 anni la popolazione degli USA, per quanto attiene alla sua composizione razziale, vedrà i bianchi diventare una minoranza rispetto alle altre razze che comporranno la società americana. Vi saranno sempre meno americani bianchi. Questo è interessante perché la caratteristica comune a tutti gli immigrati in passato era che tutti cercavano di adattarsi ai valori e alla cultura americana volendo divenire parte di quella cultura. Ora assistiamo invece a un fatto nuovo: i suoi emigranti che provengono dall'Asia o dall'America Latina non provano neppure a imparare· l'inglese, non provano neppure a integrarsi culturalmente nella società americana. Un numero sempre crescente di americani non parla l'inglese, un numero sempr~ maggiore di americani non è di razza bianca. Se parlate con alcum scrittori americani - sono appena stato negli USA ed ho chiesto loro il perché di tutto ciò - rispondono sollevando il problema . dell'identità. Chi sarà "americano"? E come sarà? Fra quaranta o . cinquant'anni l'americano che verrà in Europa non sarà bianco, potrebbe essere cinese o di razza asiatica o nera, ~otrebbe ~nche non sapere l' in o lese e ciò nondimeno essere cittadmo amencano. Ecco perché si ;one agli americani un quesito drammatico: "Che significa essere americano?" · Vivevo a·Los Angeles nella parte della città detta "coreana". 7

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