Linea d'ombra - anno X - n. 70 - aprile 1992

2 VISTA DALLA LUNA <( o,: o,: ~ <( -< ;;:::i~ Carnevale, La salute dei lavoratori Baldasseroni, Una storia dei nostri giorni Amparo Casals Lareo Franco Carnevale è primario di medicina del lavoro a Firenze. Nella sua produzione scientifica e di storia e politica della salute dei lavoratori ricordiamo la Storia della salute dei lavoratori (Cortina 1986), l'edizione italiana di Lavorare fa male alla salute (Feltrinelli 1975) e la traduzione di Le malattie dei lavoratori, il classico testo di Bernardino Ramazzini (La Nuova Italia Scientifica 1982). Alberto Baldasseroni e Amparo Casals Lareo, sono medici del lavoro presso il Servizio di Prevenzione, Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro USL 10/D, Firenze Massimo Siragusa (Catania 1958) è fotografo professionale dal 1977. Dopo essersi trasferito a Milano, ha iniziato a lavorare come fotoreporter per l'agenzia Contrasto, per la quale ha realizzato reportage in Italia e all'estero pubblicando sulle maggiori testate internazionali. Nel giugno del 1991 ha vinto il 1 ° premio del concorso per professionisti indetto dalla CGIL sul tema "li lavoro che cambia" con un reportage sulla realtà mineraria italiana. Vive a Roma. Nel 1977 a Milano alcuni medici del lavoro e pochi tecnici operanti prevalentemente nei Servizi di Medicina degli Ambienti di Lavoro (SMAL) della Lombardia danno vita ad un Coordinamento Nazionale degli Operatori (CNO). Il Coordinamento si rivolgeva a tutti coloro che anche a titolo di verso erano atti vi in strutture analoghe agli SMAL lombardi, cioè in quella cinquantina di servizi per la "tutela della salute dei lavoratori", che, prefigurando la legge di Riforma Sanitaria del 1978, erano sorti a partire dai primi anni '70, ma solo o con più convinzione in alcune regioni (Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana) come articolazione dei Consorzi Sanitari di Zona o direttamente di alcuni Comuni. Molti di questi operatori si erano formati culturalmente all'interno di movimenti studenteschi e, in alcuni casi, sindacali, nel corso delle lotte per la salute degli anni precedenti. Inoltre il nucleo più attivo aveva condiviso l'esperienza e le spinte di rinnovamento provenienti da alcuni ambienti accademici. Nel caso di Milano era la Clinica del Lavoro "L. Devoto" ad avere assunto tale ruolo affiancando in quegli anni, con l'esperienza e il sapere specifico nel campo della medicina del lavoro e dell'igiene industriale, le lotte operaie che si stavano sviluppando. Terreno di confronto principale dei due mondi, quello "scientifico" e quello "operaio" era rappresentato da una parte dall'esperienza e dai risultati delle inchieste operaie condotte secondo la metodologia sindacale della soggettività, della non delega e dei Gruppi Omogenei; dall'altra il momento di rinnovamento delle strutture accademiche vissuto attraverso i terni della Contestazione studentesca, a Milano in particolare una frangia del "Movimento Studentesco", nei suoi risvolti di ampliamento della democrazia e della proposizione di obiettivi di interesse sociale. Lo strumento che meglio facilitò il confronto, la reciproca conoscenza tra queste due esperienze fu quello delle 150 ore, del diritto cioè, inizialmente acquisito dai lavoratori metalmeccanici e chinùci, di completare il proprio iter scolastico con le licenze dell'obbligo, ma anche di ampliare la propria capacità d'intervento sulla realtà di lavoro attraverso corsi monotematici svolti nel cuore stesso dei luoghi della produzione culturale, le Università (cfr. B. Morandi La merce che discute, Feltrinelli 1978). Contribuirono anche alcune esperienze sul campo nelle quali i "tecnici" partecipavano mettendo a disposizione delle iniziative operaie il loro bagaglio culturale. Il venir meno prima gradualmente, poi dalla metà degli anni '70 in maniera più drammatica e diffusa, di quella spinta sociale e di quegli strumenti ed occasioni di lavoro in comune, non elimina il ruolo e la presenza degli operatori protagonisti di tali esperienze, che anzi portano con sé nelle nuove situazioni, tutto il peso di simili storie e molto spesso una preparazione tecnica e una disponibilità innovativa capaci di affrontare con metodologia più aggiornata i problemi di una vera promozione della salute dei lavoratori e non solo di una sua mera tutela legislativa. Nel contempo il versante della risposta delle istituzioni a questi temi procede in tempi più lunghi, mantenendo tuttavia fermi alcuni punti qualificanti delle denunce e rivendicazioni sindacali. Si assiste così nella legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale (833/78) all'abbandono di vecchie strutture quali l'ENPI, ANCC e al trasferimento delle competenze in materia di Igiene e Sicurezza dall'Ispettorato del lavoro. Per altro verso vengono accolti alcuni indirizzi politici tra i quali l'affermazione del principio della partecipazione degli utenti, dell'importanza della prevenzione dei rischi, del decentramento nella gestione degli interventi di salvaguardia da realizzare mediante la creazione di strutture adeguate sul territorio e tra queste espressamente servizi di prevenzione nei luoghi di lavoro. Il vuoto creato dal collasso delle strutture preesistenti, dall'affievolirsi del protagonismo dei lavoratori e delle loro organizzazioni, infine, ma di non minore importanza, l'esaurirsi del ruolo del mondo accademico-universitario nel promuovere il rinnovamento tecnico-scientifico in questo campo, spinge il coordinamento degli operatori dei servizi di medicina del lavoro a svolgere un ruolo trainante di stimolo al i;libattito sul nuovo metodo di lavoro dei servizi (I Convegno CNO, Bologna 1978, ciclostilato), di diffusione di strumenti e tecniche di lavoro (II Convegno CNO, Roma 1979, ciclostilato), a lanciare "parole d'ordine" su ciò che ognuno deve realizzare (III Convegno CNO, Firenze 1980-Le Mappe di Rischio, Atti pubblicati nella rivista "Quale salute" n. 2, F. Angeli, 1980). Yen-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==