Linea d'ombra - anno X - n. 70 - aprile 1992

INCONTRI/PENNAC tés, altrimenti i miei grandi amori letterari sono i romanzi russi e inglesi del XIX secolo, che preferisco a quelli francesi, già troppo analitici e interessati al senso. Preferisco Dostoevskij a Balzac, Dickens a Zola. Naturalmente, ci sono poi delle eccezioni, come ad esempio A ritroso di Huysmans, che per me fu una vera folgorazione. Un'altra mia grande passione è Shakespeare, che non mi stanco mai di leggere e di rileggere. Oggi, nella letteratura francese, le cose più interessanti provengono spesso da chi utilizza le strutture della letteratura di genere, magari solo co:11epretesto per poi andare oltre. Come in fondo avviene anche nei suoi gialli. .. Quando si adottano dei codici di scrittura precisi, una volta soddisfatti gli imperativi del genere, si è completamente liberi di dire ciò che si vuole. Nèl romanzo giallo si è costretti a rispettare alcuni elementi precisi: la vittima, l'inchiesta ecc. Una volta che si è rispettato questo impegno, si è liberi di scrivere e di concentrarsi sullo stile. lo, ad esempio, quando mi dedic~ ad un nuovo romanzo, penso prjma alla storia, alla sequenza degli avvenimenti; ·solo quando tutto il piano della vicenda è rigorosamente definito, inizio a scrivere, in modo che la scrittura sia completamente liberata: essa non ha più nulla da inventare dal punto. di vista della trama, deve solo inventare se stessa. Naturalmente poi la struttura predeterrajnata non impedisce le digressioni. 1 · In Francia esistono contatti e contaminazioni tra cultura alta e cultura bassa? Tra letteratura di genere e cultura d'élite? Mi sembra che i due ambiti stiano iniziando ad entrare in contatto: io in fondo ne sono una specie di esempio. Lo stesso fatto che il mio editore, Gallimard, abbia passato le mie opere da una collana poliziesca ad una prestigiosa collana di narrativa, indica. ·che tra i due mondi inizia ad esserci una' qualche comunicazione. E per altro io non sono il primo, ci sono già stati altri scrittori che dalle collane di genere sono pass~ti all'olimpo della letteratura alta .. Al contempo però in tutti voi c'è il desiderio di andare al di là del romanza di genere per fare qualcosa di più originale... · Io ho scoperto che ero uscito dal genere quando gli altri me lo hanno fatto notare, quando alcuni esegeti del romanzo poliziesco mi hanno trattato d_atraditore. È però vero che nel miei secondo romanzo, La Fée carabine, avevo deciso di invertire sistematicamente tutti gli stereotipi del genere; e questa preoccupazione dell'inversione era presente ad ogni livello dell'opera, persino all'interno delle frasi. Un po' come immagino facesse Perec, quando costruiva un intero libro intorno ad una sola ossessione. Forse è anche per questo che, secondo alcuni, la mia sarebbe una visione critica del romanzo poliziesco. In parte è vero, in parte no, dato che personalmente adoro la dinamica romanzesca del giallo: per me è fondamentale che il lettore resti preso negli ingranaggi della storia. · Eppure nelle sue opere c'è una volontà di contaminare il romanza giallo con il mondo delle favole e del fu.metto ... 70 I gialli mi sono sempre sembrati strutturati come d_ellefavole o le favole come dei gialli. In fondo le strutture di Pollicino sono le stesse del giallo americano degli anni Quaranta e Cinquanta, ci sono veramente molti punti in comune. Ma quando dico queste cose agli altri scrittori di romanzi polizieschi, non li rendo certo felici, perché loro preferirebbero essere apparentati a Kierkegaard. Esiste una scuola del giallo allafrancese? Penso di sì. Negli anni Settanta con Manchette e Daeninckx si era affermato un romanzo poliziesco "di sinistra", capace di affrontare i problemi della banlieue e dell' emarginàzione sociale: si trattava di un genere assai caratteristico. Daeninckx in particolare ha messo al centro dei suoi romanzi i problemi della memoria storica e politica, e quest'atteggiamento credo che sia tipicamente francese. Lei si riconosce in questa tendenza? Sì, perché siamo di fatto obbligati ad interessarci di una storia che ha lasciato tracce vistose: non possiamo far finta di non vederle. Quando ero piccolo, esisteva ancora un impero coloniale che poi è scomparso, lasciando ad esempio un'ered_ità come quella di Belleville, il quartiere nord di Parigi. E io personalmente non posso essere indifferente a tutto ciò. Tra le sue fonti c'_èperò anche il romanza nero americano? Soprattutto per là scrittura metaforica. Gli autori della detective story americana hanno inventato un modo di scrivere assai particolare in cui la metafora sostituisce l'analisi psicologica:. essa, infatti, con una sola immagine azzeccata riesce a comunicare tutto uno sviluppo psicologico. È una scrittura che è ai confini della poesia e quindi è ricchissima, oltre che divertente. La scrittura metaforica di Raymond Chandler, Chester Himes e Jeroll).e Charyn mi ha veramente impressionato, anche se tale scrittura non è certo un carattere esclusivo del romanzo nero, visto che metafore simili si ritrovano anche in Shakespeare. È però vero che nel poliziesco americano sono una dominante, almeno per certi autori. Non a caso, nei suoi romanzi si ritrova il gusto per un linguaggio elaborato, in cui dominano le metafore e vengono recuperati il parlato: il gergo, i tic linguistici, spesso con effetti di grande umorismo ... Il lavoro sulla lingua - che sfrutta la metafora, l'argot e il parlato-è un modo personale per contrappormi alla reputazione classica della mia lingua. Nonostante si creda il contrario, il francese in realtà è una lingua estJemamente mobile, proprio perché è stata ingessata in un sistema rigido di regole: infatti, siccome strutturalmente e grammaticalmente è vincolata, essa continua ad inventarsi dei linguaggi metaforici, da cui nascono i diversi argot di mestiere, di luogo, di gruppo, affettivi ecc. Spesso, per descrivere uno stato d'animo, i francesi inventano espressioni che non esistono da nessuna parte e che sono il frutto

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