Linea d'ombra - anno X - n. 70 - aprile 1992

SAqGlf.ROSSELLINI sità in un tempo brevissimo. Bisogna scegliersi un capo che dia degli ordini precisi onde ogni uomo compia i propri doveri. Noi siamo una serie di individui, loro uomini più fatti in serie. Loro diventano scientifici, materialisti. Per noi la speculazione metafisica sarà sempre più importante. Loro sono dogmatici, noi non abbiamo bisogno di esserlo, perché loro nella fretta debbono essere intolleranti mentre noi ci possiamo permettere il lusso della tolleranza. Per noi le guerre hanno rappresentato un sogno o una necessità disperata per procurarci, sia pure a spese di altri, lunghi periodi dì riposo. Per loro oggigiorno la guerra è una necessità per mantenere il privilegio di lavorare essi soli, cioè è dovuto alla loro concezione unicamente economica della vita, e creano così una nuova forma di schiavitù: la schiavitù del compratore. Loro sono l'homo economicus, noi siamo l'homo sapiens. Queste sono chiacchiere superficiali che amo fare a me stesso nelle lunghe ore di pigrizia, di sogno a volte obbligato che debbo passare in solitudine in questo paese. Ma mi divertono questi pensieri, e oso perfino credere che ci sia qu'alcosa di vero in quello che dico. · Ricordo che alla immediata vigilia della mia partenza per l'India non riuscivo·a dormire. L'ansia, l'eccitamento, anche un poco l'angoscia dell'avventura che avrei tentato mi davano questa insonnia. Oscuri pensieri mi si affollavano in mente. Sarei ritornato? Avrei mai rivisto i miei luoghi? Erano gli inizi di dicèmbre. 2 Il letto quella notte era una tortura. Mi vestii e uscii nella notte fredda e stellata. Andai come in pellegrinaggio a rivedere Roma, la mia.città. Fermai l'auto nel piazzale michelangiolesco del Campidoglio. Andai a contemplare la mia Roma da quella parte del colle che domina i fori e il Palatino. Più lontano vedevo scura la mole del Colosseo in contrasto con il biancore delle colonne di marmo del Foro del Tempio di Venere. Nella via sottostante, la strada che passa appunto fra i Fori e la Rupe Tarpea, risuonavano dei passi all'unisono. Due uomini camminavano nella notte su quella strada ancora selciata con i lastroni di pietra del!' antica strada romana. Parlavano. Le loro vo~i fonde gutturali grevi arrivavano fino a me ma non potevo distinguere le parole. Quando si avvicinarono e passarono sotto di me (li intravidi anzi perfino per un attimo nel raggio d'un fanale) potei appena distinguere l'inizio della frase di uno dei due, quello con la voce più greve. Udii distintamente che cominciava così il suo dire: Poi non potei distinguere le altre parole affogate dall'eco sonora dei passi. Riudii ancora quando reiterava il suo discorso con più forza · I mi.amadre. Quale importanza la madre nella vita dei romani. Quante di queste madri ho conosciuto. Nelle famiglie del popolo quante madri ghiotte ed ipernutrite dell'amore dei figli. Donne apoplettiche con pressione sanguigna elevatissima, con le pelli lucide e rosse, "abbottate" dal cibo ricco che golosamente ingur62 gitano in quantità esorbitanti, ricoperte di ~ri, sono le vere deità di ogni famiglia romana. Di fronte a me era la massa minuscola del Colle Palatino nel quale Roma era stata fondata. Questa Roma che aveva riempito di sé 15 secoli di storia, sorta come un minuscolo villaggio e che ha lasciato ancora tracce così profonde. Quale forza misteriosa le aveva permesso di conquistare il mondo? Forse questa forza misteriosa poteva essere rivelata da quelle parole che erano salite a me dalla via sottostante: · I ,. 11 /,. ..... · · / {/f....<.t. -'-"'-"'-"'\~ -r. 754 anni prima di Cristo, quale era la condizione geografica di quella porzione di terra? Paludi tutto intorno. Da queste paludi emersoco 7 colli. I sette colli sono montarozzi di nessuna importanza, collinette di 50 metri di altezza. E paludi tutto intorno fino ai colli Albani e dall'altra parte del Tevere il Gianicolo, che era l'estrema propaggine dell'Etruria. Da lì bisognava percorrere una quindicina di chilometri per raggiungere la catena dei colli Albani. Colli sorridenti, con le loro foreste e i loro laghi. Il solo punto in cui il Tevere era guadabile era proprio lì alla mia destra dove c'è l'Isola Tiberina. Di fronte a me a cinquanta metri di distanza dal Tevere e proprio vicino all'Isola Tiberina, il Palatino. Una collinetta tufacea. Come le città etrusche [che] sorgevano in queste isole di tufo alla confluenza delle valli, solo quel colle fra quelli d'attorno porta i segni di queste scoscese pareti di tufo: una difesa naturale. Dunque se il Tevere era guadabile lì, all'altezza dell'Isola Tiberina, quello era il punto obbligato di traffico fra il mondo etrusco e gli abitanti primitivi italiani arroccati sulle colline che ad arco dominavano quella pianura paludosa. In quel punto obbligato certamente si radunavano i fuorilegge, quelli che avevano abbandonato i villaggi, chiamati pomposamente città, dei dintorni. Lì con i fuorilegge c'erano anche le prostitute. La lupa.si vuole che simboleggiasse appunto le prostitute. Quei fuorilegge fecero una piccola rivoluzione. Si costr~irono su quella roccia, su quelle difese naturali, il loro villaggio. Da quel giorno, invece che comportarsi come umili mendicanti, imposero la loro forza e si fecero pagare un pedaggio. · Come tutte le civiltà primitive, le città dei dintorni erano civiltà patriarcali. Roma forse rappresentò la primari voi uzione contro il patriarca. Il I.. , I ~ ~~ . ,,. Il pensiero della madre fa inumidire le ciglia ad ogni romano. È un fatto che il Padre oggi a Roma è sempre "un fijo de na mignotta"! Si lotta sempre contro i'autorità del Padre, che si ritiene autoritario, egoista ed ingiusto, e nelle famiglie romane c'è una perpetua complicità fra madre e figli. Rivediamo un'poco quelle che sono le leggende sulla fondazione di Roma .. Sono tutte leggende che cominciano con una donna ingiustamente trattata; ed è questa donna che dà vita a Romolo e Remo.

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