Linea d'ombra - anno X - n. 70 - aprile 1992

invano: tutto fa breccia. IV All'alba reagì. Disse, disgustato dai rumori della palude e dalle eruzioni delle rocce, Questo non è ordine ma assenza di ordine. . Si sbagliava, la muta foresta implicava: Era un'assenza ordinata V Per molti anni cercò di pescare una grande visione, fqcendo delle radici aini ciondolanti sotto la superficie della terra poco profonda. Era come adescare balene con uno spillo uncinato. Inoltre pensava che in quel paese solo i vermi abboccavano. vi Se avesse saputo che lo spazio informe è un diluvio e avesse riempito la sua arca di tutti gli animali · persino i lupi, avrebbe potuto stare a galla. Ma ostinato affermò, La terra è solida e battè il piede, guardandolo affondare giù attraverso i sassi fino al ginocchio. vii Le cosè rifiutavano di darsi un nome, di farselo dare da lui. Fuori i lupi cacciavano. Sulle sue spiagge, le sue radure, lungo la risacca del sottobosco che si frangeva ai suoi piedi, presentì la disintegrazione e alla fine attraverso gli occhi lacerati dallo sforzo, la tensione tra soggetto e oggetto, la verde visione, la balena senza nome irruppe. L'uomo con un buco in gola· Il buco nero che ha in gola è identico ai buchi neri nello spazio. Lo conosce soltanto come sabbie mobili di pelle sopra la clavicola, un'assenza, un cratere alla base del cranio dentro cui, presto o tardi, tutto precipita: Il suo letto e le donne in esso ondulanti, i suoi bambini, il tubero spremuto del suo cuore, le scarpe e i calzini rattoppati, che danno l'umido ristoro terreno della lana; perfino la sua risata che ai suoi tempi faceva sobbalzare i bicchieri sulla tavola: sono tutti vittime di quel graduale inghiottimento. Il buco che ha in gola è difficile da capire, non si è mai mostrato, non è una ferita; parlare di riempirlo o di chiuderlo non avrebbe senso. È un vezzo personale, come la balbuzie 0 il piede equino, . . e altrettanto inflessibile. Nulla mai ne viene fuori, egli pensa, sebbene !1 voltene parole, come oracoli . o conigli morti, e quelli che sedutia tavolaa volte POESIA/ ATWOOD

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