Linea d'ombra - anno X - n. 70 - aprile 1992

I POESIE Irving Layton traduzioni di Caterina Ricciardi e Alfredo Rizzardi Irving Layton nasce in Romania nel 1912 col nome di Israel Lazarovitch. Arriva in Canada nel 1913 assieme alla famiglia, seguendo il flusso del- - l'emigrazione ebraica in quel paese, che agli inizi del secolo pres·enta una fisionomia ben precisa, è culturalmente diviso e frammentato, anche se · ancora "lealista" (fedele all'Inghilterra) e rigorosomente anglo-sassone. I I contributo degli seri ttori ebreo-canadesi alla letteratura del Canada sarà fondamentale già a partire dagli anni Trenta. Il caso di Layton fra i tanti è speciale. "Un canadese di cinquemila anni", egli si è definito davanti a una platea di studenti romani: un paradosso concessogli dall'appartenenza ali' antica tradizione dei padri, mai perduta nonostante l'anglicizzazione del nome, ma anche mai esibita come marca esclusiva. Quello che Layton, con la sua irruente personalità, ha portato n(ll seno di una società convenzionale e puritana, è un forte senso di libertà intellettuale, di anticonformismo e di ironia, proprio·nel momento in cui i letterati canadesi inziavano a uscire dalle perenni strettoie delle proprie dicotomie (nazionalismo e colonialismo, bilinguismo, tradizione inglese e tradizione americana, convenzioni e sperimentalismo). Layton cresce nella comunità ebraica di Montreal, ai margini della vita canadese. Partecipa alla seconda· guerra mondiale. Simpatizza apertamente per le idee marxiste. Studia agricoltura e quindi economia alla McGiH University, dove si laurea nel 1946. Ma si volge subito alla poesia e negli anni Cinquanta si fa promotore con altri di un movimento letterario teso a portare con prepotenza la poesia al grosso pubblico. Nel 1956 Northrop Frye lo saluta come "il· più notevole talento della sua generazione, in grado di diventare presto quacosa di più". Layton non ha smentito la profezia, maturando nel corso del tempo una voce poetica precisa, dotata di grande maestria formale, di un orecchio impeccabile, un ritmo perfetto. Quel che rimane costante nei suoi numerosissimi volumi di versi e in Waitingfor the Messiah (1985), la sua autobiografia, è la persona dionisiaca. La sua "canadianità" resta nel!' esplorazione di certi.temi, come, ad esempio, quello della sofferenza e della morte degli animali che diventa anche una traspc;,sizionemetaforica dei conflitti umani (ebrei e gentili, deboli e potenti, governati e governanti). In Italia la poesia di Layton ha suscitato molto interesse e numerose sono le traduzioni: Il freddo verde elemento (tiad: di A. Lorenzini, POESIA/LA YTON Einaudi, 1974), Il puma ammansito (trad. di F. Valente, Edizioni 32, 1978), In un'età di ghiaccio (trad. di A. Rizzardi, Lerici, 1981), Lepoesie d'amore (trad. di A. Rizzardi, Pi'ovan, 1983), Poesia canadese del Novecento (trad. di C. Riçciardi, Liguori, Napoli, 1986), Tutto sommato (trad. di A. Rizzardi, Piovan, 1989). (Caterina Ricciardi) Nota. Seduzione di (e daparte di) una coltafrancese è tradotta da Alfredo Rizzardi, le altre poesie sono tradotte da Caterina Ricciardi. Il freddo verde elemento Alla fine del sentiero nel giardino il vento e il suo satellite m'aspettano; non ne conoscerò il senso finché non sarò lì, ma anche il becchino dal cappello nero che, passando, vide il mio cuore battere nell'erba, vi sta andando. Salve, gli dico, una grande bufera nel Pacifico ha scaraventato dall'acqua un poeta morto che ora penzola alle porte della città. Folle si muovono ogni giorno per vederlo, e ritornano con smorfie e incomprensione; • se le sue membra si contorcessero nell'aria siederebbero ai suoi piedi sbucciando arance. E girandomi abbraccio come un amante il tronco di un albero, uno di quelli che, sopraffatto dal fulmine, spuntò una luminosa gobba con una corona di foglie. Le afflizioni liberatesi dalle etichette di bottiglie medicinali si son tutte sprigionate nel vento; di recente mi son-visto negli occhi di vecchie donne, rivoli esausti in lamento per la mia virilità, nelle cui vecchie pupille il sole divenne una macchia di sangue su grandi foglie di catalpa e penzolanti da antichi ramoscelli i miei io assassinati accesero l'aria come silenziose collisioni di frutti. Un cane nero mi ulula nelle vene, un cane nero dagli occhi gialli; anche lui per l'inavvertenza di qualcuno vide la macchia di sangue sulle larghe foglie di catalpa. Ma le Furie mi aprono un sentiero verso il verme che cantò per un'ora nella gola di un pettirosso,

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