Linea d'ombra - anno X - n. 70 - aprile 1992

POESIA /LOWRY Sulle ali che fuggono dalla morsa dello zero, Quale spirito benigno vi fa ondeggiare come gli aquiloni Che i bimbi sorvegliano nel freddo azzurro? ... Martin pescatori nella Columbia britannica Un folle martin pescatore saettante qua e là come un razzo nella rossa nebbia dell'alba ora posa sul palo di lontano che impastoia la massa galleggiante aspettando irritato la compagna. Ed eccola che arriva come un trequarti alla sinistra che si fa strada verso la meta nella nebbia illuminata dal sole a Rosslyn Park alle tre e mezza nei giorni sereni. Felicità Montagne azzurre di neve e fredde acque azzurre precipitose Cielo selvaggio gremito di tenere stelle, E Venere e la luna gobba all'alba, Gabbiani sulla scia di un battello controvento, Alberi dai rami confitti in cielo come radici - E mentre siedo al sole meridiano furibonda Fuma l'ombra del comignolo della baracca - Aquile all'unisono discendono nel vento, Il volo invertono le rondini marine, Una nuova miscela di tabacco alle undici, E il mio amore ritorna con l'autobus delle quattro - Mio Dio, perché ci hai dato tutto questo? Uomini dagli abiti svolazzanti Le vite che non piangiamo Sono come febbrili sigarette çhe un giorno di tempesta Accendiamo contro vento Nel cavo sapiente della mano E poi bruciano a fondo Come i debiti che non paghiamo S'inceneriscono così veloci Che quasi manca il tempo per accendere Una seconda vita che potrebbe Sfaldarsi più leggera della prima E alla fine non hanno alcun sapore E il più si butta via. · Il pellegrino Per la città notturna un pellegrino Vaga, ignaro, incospicuo. Vaga da quando. il mondo decifrò 50 Bizzarri cacciatori d'infinito. A sinistra scogliere e a destra, invece, Il mare è ancora quello la cui voce Correva per la piana fragorosa dell'infanzia. Il mare era speranza, luce il suono. Le scogliere sono alte, il mare fondo, La città falsa vibra di bugie. - Se mai riuscissi ad impedirmi il sonno Potrei non proseguire, se risorto? Sapessi navigare lungo i fiordi del caso, Tra gli abissi sinuosi di ciò che ignoro. Il ciliegio selvatico Puntellammo quel ramo reclinato Languente sulla spiaggia con quattro pietre A tumulo, tra i gemiti, pensammo Del ciliegio, non nostri, come se, cucito Da rotti punti a sutura del fato, Caparbio si chinasse quale albero maestro, Restio quale testardo boma infranto Che non si può recidere o legare. Chissà - ancora non vi è segnale Certo di vita - chissà se la sommaria Cura lascerà i rami morti assorti Al ridestarsi del polso solare, Per noi l'appassionato odio del ciliegio Ansioso solo di abbandonarsi al mare. CLASSICI DELLERELIGIONI Sezione "Le ReligioniOrientali" direttada Oscar Botto ATNARVAVED InniMagici a cura di GhatiaOrlandi e.SaverioSani Pagine 696

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