TRE POETI CANADESI a cura di Caterina Ricciardi POESIE Malcòlm Lowry traduzione di Emilia Bizzarri e Caterina Ricciardi Malcolm Lowry (1909-1957) è l'autore di quel capolavoro ben noto che è Sotto il vulcano ( 1947), tra i ptù alti e affascinanti e però dolorosi della letteratura del nostro secol o. Ha anche sc1itto Ultramarina (1933), e, postumi, Ascoltaci, Signore (racconti, 1961), Caustico lunare (1963), Buio come la tomba dove giace il mio amico ( 1968), II traghetto per Gabrio/a (1971). È edito in Italia da Feltrinelli e da Mondadori, ma le poesie vennero pubblicate da Guanda nel l972 con il titolo L'urlo del mare e il buio, per cura di Francesco Vizioli. Nel '65 uscì inoltre un volume di Selected Letters. Lowry morì alcolizzato, molte sue poesie e tutto Sotto il vulcano (ma anche Caustico lunare e altri racconti) hanno per tema non secondario, ma ovviamente non unico, la decadenza attraverso l'alcol, e l'ansia di riscatto, la difficoltà dell'espiazione di un indefinibile e lacerante sentimento di colpa. La sua vita fu raminga, ma dai lunghi soggiorni messicani nacquero il suo capolavoro e molte sue poesie (quelle "messicane" sono state riproposte di recente su "Nuovi argomenti"). Noi ne abbiamo scelte alcune delle canadesi, non meno belle e significative. È un'occasione per rendere omaggio a uno degli scrittori che più amiamo, che merita di venir letto e riletto, e sul quale non eravamo finora mai intervenuti. (Goffredo Fofi) Nota. Emilia Bizzarri ha tradotto Per grazia divina, Felicità, Uomini dagli abiti svolazzanti, li pellegrino ell ciliegio selvatico. Le altre poesie sono state tradotte da Caterina Ricciardi e fanno parte (come le altre della Atwood e di Lowry tradotte dalla Ricciardi o da Alfredo Rizzardi) del volume Poesia canadese del Novecento, Liguori, Napoli 1986. Ringraziamo l'editore Liguori per averci permesso di riproporle nella nostra rivista. Per grazia divina Caino oggi non ucciderà Abele sulla nostra terra, Né Adamo vacillerà sotto il sudario della nostra luna Né Ismaele giacerà stecchito nella Ventottesima Con un arpione di New Bedford nel cervello E il polmone destro tra i rifiuti di Hoboken. Oggi è il lungo giorn·o in cui si trovano i perduti, E chi la tragedia divise oggi s'incontra Con primaverile gioia. E chi da tempo attendeva l'incontro È stretto già nell'abbraccio dell'altro. Oggi ritorna all'ovile la pecorella smarrita, E il tepore vince il freddo sulla via dell'avvoltoio, L'albatro intirizzito ha trovato riparo dalla tempesta, I tormentati non conosceranno più l'ansia, Perché non corre pericolo chi è tra le spine: Non sogneranno i vecchi la giovinezza, né i giovani l'età matura, Mentre il buon Loki' ricaccia i draghi nel sottosuolo. La vita accoglie la nostra preghiera per lo stivatore che solitario veglia, O sobbalza, alla campana, sul boccaporto bagnato A sera, per il marinaio errante lungo coste estreme, Per il soldato impietrito nel cratere della granata o sotto il fuoco, Per la ciurma del veliero condannato che solca il tramonto Con vele nere, per le madri in angoscia e senza pace, E per ogni dannato ed ogni oppresso, per ognuno Si rinnoverà la Pentecoste. Poeti della grazia divina, messaggeri di tempesta, Vi annuncio che l'agnello è ritornato all'ovile, e Gogol Lo avvolge nel suo caldo cappotto ... La nostra città di orrida notte fiorirà in un'aurora marina! Perché ascoltiate noi, ascoltiate il mio canto, All'alba è la resa dei conti. E quest'ultima notte è lunga. I) Nella mitologia germanica Loki è un dio malevolo, sempre pronto alla cospirazione e all'inganno. Cristo cammina anche in questo distretto infernale Sotto Malebolge c'è Hastings Street, Regno del ruffiano che fa la sua ronda, Dove ognuno nel suo piccolo mondo di droga o crimine Gira a vuoto o, speranzoso, mendica una monetina Con cui comprare mezza pinta di orina - Ma persino questo sarà solo un inganno. Spero, benché ne dubiti, che Dio conosca Questo posto dove l'ulcera venerea fiorisce come la rosa, Perché su ogni viso c'è tale dura disperazione Che un semplice dolore non potrebbe entrarvi. E su questa scena che non conosce scuse Le montagne guardano con assoluto disprezzo, • Eppure anche questo è Canada, amico mio, Spetta a te salvarlo, o dirgli addio. . Il faro invita la bufera Il faro invita la bufera e la illumina. Spinto dalla tempesta l'alto battello sbanda Sotto la rupe dove il focoso uccello marino volteggia, E spume lampeggianti sulle rocce l'accendono. Oh, uccelli del buio dell'inverno che importuna Col gelo i vostri voli, quando il ghiaccio s'aggruma 49
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