SAGGI /LAURENCE collegati con i quali lavorare, ma erano tutti intrinseci a Stacey e alla sua situazione, di modo che nessun filo poteva venire abbandonato senza indebolire l'intera struttura, .eppure ero terrorizzata dal numero di fili in mio possesso. A voi potrebbero anche non sembrare troppi, ma a me, a quell'_epoca, sembravano infiniti-il rapporto tra un uomo ed una donna sposati da molti anni, quando la donna non ha una zona dell'esistenza che possa definire veramente sua; la frustrazione d1Stacey nei tentativi di comunicare con Mac e la definitiva percezione del coraggio del marito e di quanto gli fosse difficile affrontare completamente da solo i problemi; i rapporti tra le varie generazioni - Stacey e Mac come genitori in rapporto con i figli e come figli in relazione ai loro stessi genitori; il senso di angoscia e paura che Stacey prova nel crescere i figli in un mondo dominato dal fuoco; e ancora il problema di una donna di mezza età che deve accettare questa fase dell'esistenza e imparare a convivere con un dato essenziale della vita, cioè la sua irreversibilità. Ecco - questi sono i ·temi. Ma come esprimere queste cose, il dilemma di Stacey, senza usare troppe parble, anzi senza .neppure formularle per esteso? Alla fine la forma ed il materiale si sono selezionati da soli. Credo di essere stata considerevolmente influenzata, benché in modo inconscio, dagli anni passati a guardare la televisione. Continuavo a pensare, "Voglio ottenere un effetto di voci e immagini - solo voci e immagini". Questa idea mi ossessionava perché mi sembrava riuscisse a trasmettere la qualità delle vite che intendevo rappresentare. Fu solo successivamente che mi resi conto che "voci e immagini" era solo un altro modo - e a mio avviso migliore - per dire "audio-visuale". A parte l'ovvia differenza che, in un romanzo, voci e immagini devono essere comunicate solo attraverso laparola stampata - in futuro, le cose potrebbero cambiare e un giorno mi piacerebbe molto scrivere un romanzo che potesse essere illustrato, in modo bizzarro, da un artista veramente bravo. Comunque, volevo che le immagini - cioè le descrizioni - della vita.oggettiva, dei sogni o dei ricordi fossero il più nette ed immediate possibile e sempre brevi perché mi sembrava dovesse essere questo il modo - o almeno uno dei modi - in cuj l'esistenza è percepita, in immagini visive brevi e nette che ci sfuggono nel momento stesso in cui le guardiamo. Decisi che era necessaria una certa quantità di narrazione oggettiva, in parte per evitare la goffaggine nella progressione narrativa che aveva afflitto The Jest of God, e in parte per offrire al lettore una visione di Stacey un po' più distanziata, perché il personaggio non era chiuso in se stesso e isolato come invece era Rachel. Naturalinen.te il monologo interiore rispecchia strettamente la voce di Stacey ed era attraverso questi brani che in gran parte speravo di comunicare la sostanziale soliditàdeTpersonaggjo, la sua capacità di fare dell'auto-ironia, il forte istinto di sopravvivenza. I ricordi sono stati messi su un lato della pagina, nel tentativo di rendere chiaro il fatto che si tratta di immagini che guizzano dentro e fuori la sua mente mentre Stacey sta facendo altro. Per inciso, quando mi lamentai con unmembro del personale di vendita della MacMillan inglese per l'alto prezzo di copertina di The Fire- . Dwellers questa persona rispose, "Mia cara Margaret, se lei continua a sprecare tutto quello spazio su ogni pagina, che altro può aspettarsi?" 48 I ricordi di Stacey non sono dei flashback e neppure rispettano un qualsiasi ordine cronologico. Sono istantanee, frammenti del passato, perché mi sembrava che i miei ricordi seguissero il medesimo procedimento e pensavo che lo stesso potesse applicarsi a Stacey, la cui vita è densa e spesso davvero frenetica. I sogni e le fantasie sono stati messi in corsivo solo per identificarli come sogni e fantasie, appunto, e probabilmente anche per dare un po' di varietà alla pagina - un effetto, questo, di cui io stessa sentivo a volte il bisogno leggendo dei romanzi - nessun tono dovrebbe essere mantenuto troppo a lungo e ci dovrebbero essere dei mutamenti nella qualità visiva - e penso che questo bisogno di varietà che avvertiamo sia stato probabilmente condizionato dai filrri e dalla televisione. Non lo considero un fatto né positivo né negativo. Ma semi si chiedesse un'opinione in proposito, forse direi che si tratta di un fatto più positivo che negativò, perché fino a quando il romanzo sarà in grado di modificarsi - non per il puro gusto della trovata ingegnosa, ma per ragioni di intrinseca necessità - ha ottime probabilità di sopravvivenza . La ragione per cui in The Fire-Dwellers non ho usato le virgolette nei discorsi diretti tra i personaggi•è che ancora una volta volevo ottenere il senso della sirpultaneità degli avvenimenti, come le parole scorrono dentro e fuori la vita delle persone, invece di essere ritagliate e separate dagli avvenimenti. Alcune frasi nei discorsi di Stacey e Mac sono lasciate in sospeso, o semplicemente si perdono nel nulla, perché era proprio quello il modo.in cui i due personaggi parlavano e, anzi, così ·parlano molte persone. Non ho usato "disse" o "rispose", perché speravo che il tono di voce e ciò che veniva detto fossero sufficienti ad identificare ciascun interlocutore, anche se piuttosto spesso identifico chi parla prima che la conversazione inizi e qualche volta i personaggi si chiamano a vicenda per nome, però ugualmente nel corso della seconda stesura del romanzo ho dovuto controllare questo particolare metodo di identificazioni con molta attenzione per assicurarmi di non àverlo semplicemente usato a mo' di metodo, · ma solo quando i personaggi avrebbero avuto la reale necessità di . chiamarsi per nome. Ecco, ho cercato di spiegare alcuni dei miei processi mentali mentre la forma e la voce dei vari romanzi si andavano definendo. Nessuna forma riesce davvero come ci sarebbe piaciutoche riuscisse; un romanzo terminato non è mai buono come quello che esisteva nella nostra mente. Ma questa è uria delle condizioni inerenti alla nostra professione e bisogna accettarla. · Nella scrittura, la forma oggi mi interessa più che in passato, ma solo come mezzo per parlare dei personaggi e comunicare i loro particolari problemi e, per quanto concerne la narrativa, il fatto di affrontare problemi individuali sembra essere il mio destino. Dove andrà la mia scrittura, e se sarò in grado oppure no di elaborare un certo tipo di forma che possa, almeno in parte, comunicare quello che desidero èomunicare - come dire? l'essenza del momento restituita tramite la parola scritta -'- non posso, in tutta onestà, affermarlo. Spero di riuscire a scoprire quello che sto cercando: per quanto riguarda la forma della scrittura, un tipo di mezzo o contenitore grazie al quale affrontare quel partcolare viaggio di esplorazione che è un romanzo. Copyright Margaret Laurence 1969.
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