SAGGI/FRYE Non tutto ciò che può accadere accade davvero: dobbiamo capire quale tipo di gente siamo prima di poter iniziare a chiederci che cosa fare mo. parve sotto la sabbia, dove rimase per circa tremila anni. Questo tipo di distruzione, causato da un attacco nemico esterno, è oggi il pericolo più grande, dato che le bombe all'idrogeno non lascerebbero alla sabbia niente da conservare; ma accanto a questo esiste un senso di distruzione perfino più insidioso dall'in- .temo, distruzione che deriva dalla natura stessa della tecnologia, probabilmente ispirato da qualche desiderio di morte presente in noi stessi. La sola possibile alternativa economica al capitalismo,. pensiamo, è il socialismo, ma se il capitalismo è distruttore, il socialismo lo è perfino di più, perché più impegnato nella tecnologia. Nell'antico Egitto una delle prime cose che un nuovo faraone spesso faceva era sfigurare i monumenti del suo predecessore: questo è tuttora il nostro ritmo di vita, ma esso è in gran misura inconscio, eccetto quando viene razionalizzato come progresso. La violenza delle nostre quasi ingovernabili città sta portando un'altra modificazione di carattere sociale, perché la gente le abbandona e si trasferisce verso centri più piccoli. Stiamo assistendo all'affacciarsi di un grande ciclo storico e con esso sta lentamente crescendo un'altra visione sociale. L'ecologia, il senso della necessità di conservare le risorse naturali, non è un argomento per lasciare che l'ambiente tomi alla "wildemess", ma per scoprire un qualche equilibrio funzionale tra uomo e natura fondato sul rispetto per la natura e le sue intime economie. Come parte dell'ecologia naturale, stiamo sviluppando anche il senso della necessità di un'ecologia umana che permetta di conservare non solo le nostre risorse naturali, ma anche quelle culturali ed immaginative. E ancora, -non è semplicemente questione di la- .sciare tutto quanto sia vecchio: è un modo di vita che scaturisce dal senso di equilibrio tra presente e passato. In relazione ali' an1bjente naturale, ci sono di due tipi di persone: coloro che pensano che la natura stia lì solo per essere usata dall'uomo, e coloro che si rendono conto che l'uomo stesso è parte della natura, e se la distrugge, distruggerà se stesso. In relazione al tempo e alla storia umana, ci sono anche due tipi di persone: coloro che pensano.che il passato è morto e coloro che si rendono conto che il passato è ancora vivo in noi. Un passato morto seppellisce i suoi resti in un morto presente, in una società di sonnambuli e una società senza memoria è altrettanto senile quanto il singolo individuo nella stessa situazione. La stessa parola "conservazione" riflette un certo panico per il senso di imminente distruzione. Qualche tempo fa Eric Arthur ha iealizzato un libro su Toronto intitolato No Mean City, pieno di fotografie dei su.oipiù vecchi edifici. Se si conta il numero di edifici che sono stati distrutti, la maggior parte prima dell'-uscita del libro, si può vedere che è pre ente qualcosa di notevole nella città che è ardito e fuori controllo, qualcosa che ha bisogno di una forte organizzazione per resistere. Secondo John Stuart MiU, e' è una domanda progressista ed una conservatrice a cui bisogna rispondere per ogni cosa: a che serve? e perché sta lì? Se a queste domande si risponde pensando a luoghi pubblici, culturali o storici, la risposta prev,alente al giorno d'oggi alla domanda "a che serve?" è: non serve a niente se non è utile al suo attuale proprietario~ e la risposta alla domanda "perché sta lì?"_è:perché non conviene a nessuno toglierlo da lì. Chiaramente, abbiamo bisogno di risposte più comprensibili per entrambe le domande. Ciò che viene chiamato lo shock del futuro è semplicemente un sottoprodotto della distruttività tecnologie.a: rappresenta un problema sociale reale, e produce malattie mentali tali da convincere gli educatori (come nota Bernie Hodgetts nella sua acuta indagine sull'insegnamento della storia canadese, What Culture ?What Heritage ?) che non importa ciò che si insegna, perché l<tsocietà è cosi transitoria che tutta la conoscenza acquisita e tutte le nostre ipotesi saranno.ben presto fuori moda. Questo è per la mente uno stato fatale. Cercare di affinare il proprio senso del futuro è inutile, dato che il futuro non ha esistenza; cercare di vedere il presente come un interim in cui ogni cosa può andarsene in qualsiasi momento aumenta semplicemente il senso di distruzione. Non tutto ciò che può accadere accade davvero: dobbiamo capire quale tipo di gente siamo prima di poter iniziare a chiederci che cosa faremo. Il tipo di persone che siamo è forse determinato, e certamente condizionato, da ciò che percepiamo del nostro passato ed affinare il nostro senso del passato è il solo modo di andare incontro al futuro. Conservare la nostra eredità è un punto centrale di quella percezione e di quell'affinamento. Nel Libro di Geremia c'è un episodio su cui spesso ritorno, in cui il segretario di Geremia sta leggendo al re della Giudea la profezia che consiste in gran parte in accuse nei confronti della politica reale. Un fuoco, si raccònta, stava bruciando nella stanza e continuamente il re infuriato tagliava via con un coltello parte della pergamena che veniva letta e la gettava nel fuoco. Questa doveva essere stata un papiro, e ciò che mi affascina è il fatto che il palazzo del re scomparve totalmente in pochi anni, e non ne rimase la più piccola traccia, mentre il Libro di Geremia, consegnato alla più fragile e combustibile sostanza prodotta nel mondo antico, è ancora con noi, ancora in ottimo stato. La conciusione, o almeno la coriclusione umana, sembra essere che quello che è più facile da conservare è quello che ha il potere di riproduzione. La letteratura è sempre sopravvissuta molto meglio che le arti visive per questa ragione, e ora con i dischi, la fotografia e le registrazioni un'immensa massa di materiale culturale sta diventando conservabile. Dalla penisola di Avalon alle Isole della regina Carlotta, gli studiosi sono andati raccogliendo ballate, canzoni popolari, leggende e ogni cosa un registratore possa conservare di abitudini e di modi di vita che stanno scomparendo. A volte l'intervistatore arriva troppo tardi per le cose cruciali che devono essere conservate, ma ciò che si è fatto è meglio di niente e i nostri archivi e biblioteche di conseguenza stanno crescendo in importanza culturale. Uno dei più considerevoli progetti del WPA di quarant'anni fa era l'Indice del design americano, un inventario di convenzioni delle arti visive popolari, un progetto che si allargò al Canada, e questo tipo di documento è ancora uno dei nostri più utili alleati nella lotta contro l'oblio. · Come parte di questo sviluppo, il disprezzo per l'arte primitiva o popolare, che aveva preoccupato così tanto Currelly mezzo secolo fa, è in larga misura scomparso: infatti noi teniamo oggi in così alto valore tale arte che abbiamo, da una parte, quasi trasformato gli eschimesi in una nazione di scultori, anche se dall'altra possiamo distruggere le fonti della loro creatività. Parte di questo nostro atteggiamento può forse essere tenuto in minor conto, come ad esempio quel senso del patrocinio di ciò che chiamiamo il "pittoresco", qualcosa che ci attrae perché pensia41
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