Linea d'ombra - anno X - n. 70 - aprile 1992

SAGGI /FRYE cercando di ritornare ad un'originaria identità rappresentata dalla foresta del Quebec, scopre che deve distruggere tutto quanto di culturale sia in suo possesso o, come lei stessa afferma: "Ogni · cosa della storia deve essere eliminata". L'aspetto rivoluzionario degli insediamenti bianchi si estese dalla religione all'economia, come capitalismo imprenditoriale sviluppato. Ogni cambiamento tecnologico ha portato con sé uno spostamento in larga scala nei centri abitati. L'.immagine di Toronto sessanta anni fa era dominata dalle guglie delle grandi chiese: oggi le chiese non sono altro che punti di depressione. La morale non è lo spostamento di interessi dall'amministrazione spirituale a quella finanziaria: la morale è piuttosto che le chiese stesse sono ora in larga parte senza parrocchiani, essendosi la popolazione, almeno quella che va in chiesa, trasferita altrove. In modo simile il Canada è una terra di rovine ad un punto tale che i meno vasti paesi d'Europa non oserebbero essere: città fantasma nei pressi di miniere esaurite o nodi di vec·chie ferrovie ci ricordano quanto rapidamente la nostra economia possa smantellare non semplicemente un edificio, ma un 'intera città. Come nota Earle Birney2, il paese è perseguitato, infestato dalla sua mancanza di spettri, perché una città fantasma non ha spettri: è soltanto un cumulo di immondizie che sorge in un'economia di spreco. Possiamo ricordare Sam Slick3 sulle bellezze delle cascate del Niagara: "Sarebbe un luogo perfetto per metter su una fabbrica, perché un posto migliore non potrebbe trovarsi da qui ai poli. Oddio!" dissi "pensa solo ai lanifici, ai cementifici, ai cotonifici, ai mulini, alle segherie e Dio solo sa quante altre fabbriche potrebbero essere impiantate ... eppure quei gonzi degli inglesi lasciano che tutto vada in malora". Per Sam Slick la prospera città industriale ideale era Lowell in Massachusetts, dove· mio padre iniziò la sua carriera, e fu un triste giorno per entrambi quando lo accompagnai là da vecchio, dopo che tutte le fabbriche si erano trasferite al sud, e vide solo il guscio vuoto della città che aveva conosciuto un tempo. La domanda che nasce da tali fatti è ovvia: che cosa può o dovrebbe essere conservato di ciò che non è più funzionale e ha poco interesse in se stesso tranne per il fatto di far parte ·del nostro passato? Qualunque sia la risposta, il nostro ambiente sociale è un ambiente rivoluzionario in cui le forze principali sono indiscriminatamente distruttive. Questo è stato per certi versi sempre vero. Una volta c'era una grande città chiamata Nini ve, così grande che, secondo il Libro di Giona, occorrevano tre giorni di viaggio per attraversarla tutta. Poi, alquanto improvvisamente, Ninive scomlmmigrati italiani a Toronto I 1903)

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