Linea d'ombra - anno X - n. 70 - aprile 1992

CONFRONTI do", e infine i progetti "Paideya" e "Castillo de la Fuerza". Sotto l'egida della Unione dei Giovani Comunisti, le varie anime dell'associazione conquistano spazi· per la polemica e per l'innovazione; mettono in discussione le vecchie istituzioni e le vecchie mentalità, si aprono a ogni genere di esperienze, reclamano maggiori opportunità e si proclamano intransigenti rispetto all'incultura, alla mancanza di qualità alla disonestà. In pari tempo si fa spazio la "coscienza indubbia ... della trascendenza ideologica di ogni voce individuale come attivatrice della partecipazione collettiva al cambiamento" 9. In altre parole, nella prima metà degli anni Ottanta divampa e si consuma la fiammata dell'innocenza e del godimento di un ordine giusto conseguito dai padri per i figli; e questo per diverse ragioni. La primà è che una volta entrati nel mondo degli adulti, i giovani cominciano a scoprire gli errori, i difetti, i comp,romessi che la retorica ufficiale ha sempre negato. _Adavviare un discorso critico in questo senso è lo stesso Fide) Castro che, nella metà degli anni Ottanta stimola il cosiddetto processo di rettificazione degli errori. Questa indicazione, in realtà, raccoglie e ufficializza un senso di disagio presente già nelle giovani generazioni di intellettuali e artisti, restie, per la radicalità propria degli anni giovanili, a tollerare compromessi soprattutto nel campo della morale, e ad accettare atteggiamenti ipocriti, conformisti e falsi e quindi, in primo luogo, disposti a smascherare la duplicità e contraddittorietà fra il discorso ufficiale e quello della quotidianità: "La generazione letteraria degli anni Ottanta ... è, in maggioranza ... con la gestione cosciente di ciò che è consacrato, tra la rischiosa frugalità del quotidiano e il selvaggio splendore della trascendenza."10 Usciti da scuole che ne hanno stimolato la creatività e l'inventiva; collocati in un mondo - quello della Rivoluzione -,che hanno assunto come il loro proprio, liberi - nella misura del possibile - da peccati originali, i giovani creatori si sono trovati, forti della propria innocenza, a dover riscoprire una nuova forma di partecipazione alla vita della nazione. Hanno dunque rivendicato il diritto di opinare e criticare, di esplorare nuove possibilità, di lasciarsi tentare dal salto la post-modernità". La Associazione Hermanos Safnz, sorta anche grazie alla pressione esercitata nella capitale, ma soprattutto in provincia, dalle nuove leve di giovani creatori, assume dunque, nella metà degli anni Ottanta, il difficile compito di stimolare il rinnovamento culturale e di controllare gli "eccessi" che già stavano provocando piccoli scandali a catena, soprattutto nel campo delle arti figurative, del teatro e del balletto, dei mass-media (radio e video): Arte Calle con le sue provocazioni urbane, le esposizioni del Castillo de la Fuerza, della Galleria L, del Parco di G y 23, il polemico debutto sulle scene di La cuarta pared, per la regia di Vfctor Varela o il discorso sul corpo di Marinela Boan, oltre ai dibattiti di Paideya nei locali del Centro Culturale Alejo Carpentier, i concerti rock o i recitals di Carlos .Yarela, il grande concerto all'aperto per il decennale della morte di John Lennon, la trasmissione a Radio Ciudad Habana di El pro grama de Ramon (un'ora di dibattito aperto scritto e pensato dai poeti Ram6n Fernandez Larrea e Sigfredo Ariel), la proiezione del documentario Un pedaza de mi 12,del giovane cineasta forge Luis Sanchez, hanno sconvolto il tranquillo e stagnante panorama culturale del paese negli ultimi anni del decennio. Le reazioni sono state molto eterogenee, passando dall'entusiasmo degli addetti ai lavori allo sdegno di un pubblico impreparato di frontè a provocazioni che, dal campo dell'estetica, tendevano a scivolare sempre di più verso quello della politica, verso una c1itica aggressiva e impietosa delle tradizioni culturali ufficialmente stabilite. Ivan de la Nuéz descrive · in questi termini il clima di quegli anni: "Ciò che rende gli anni Ottanta interessanti non è la loro continuità bensì gli elementi inediti che hanno nutrito le trasformazioni ... La marginalità ha legittimato le proprie logiche ed è stata a sua volta legittimata sia in rapporto al margine culturale che a quello sociale, con le appropriazioni e gli inserimenti delle nuove tendenze. Un altro aspetto da considerare è l'irruzione dei giovani su grande scala nei vari settori della cultura ... Essi agiscono a partire dalla dispersione, e le loro strategie locali si autosoddisfano, di solito, nel cerchio chiuso delle proprie comunità eletti ve" 13• Lo scontro si fa sempre più aperto, le critiche più dure, l'eterodossia più evidente; le mostre più dissacranti vengono chiuse, i teatri negati, gli spazi rifiutati con banali pretesti. Le attività di Paideya, un gruppo fautore del dialogo interdisciplinare, sorto intorno ad un progetto di nuova estetica e nutrito dal contributo di giovani filosofi, entrano in conflitto con 32 l'Associazione Hermanos Safnz alle cui spalle vi è l'organizzazione dei giovani comunisti accusata di distribuire agli artisti per conto della rivoluzione, piccole gratificazioni in cambio di un'unanimità servile. Un incontro di poeti, a Matanzas, si trasforma in una rissa cruenta per l'intervento di un gruppo di provocatori infiltrato da alcuni degli esponenti più rigidi delle autorità locali, e per quanto il processo esemplare che ne seguì abbia punito severamente i provocatori e i loro mandanti, ormai fra i giovani creatori e l'istituzione era finito l'idillio e diventava difficile continuare a credere nella possibilità di "cercare la verità senza compromessi con altro che non sia la sua epoca e la sua coscienza" 14 • Nello stesso tempo, la proibizione della circolazione di due riviste sovietiche, "Novità di Mosca" e "Sputnik", di chiara connotazione perestrojkiana, viene a chiudere ulteriori spazi, mentre nel 1990, con i provvedimenti restrittivi in campo economico del così detto "periodo speciale in tempo di pace", insieme alla maggior parte delle riviste specializzate, di settore o supplementi culturali, chiude anche la gloriosa rivista di cultura giovanile "El Caiman Barbudo" che dal 1966 aveva animato ed ospitato le più accese pc;ilemichedel mondo letteraiio e culturale cubano. Tutti questi avvenimenti hanno aperto due strade differenti: alcuni si sono rifugiati in un amaro scetticismo che esclude ulteriori, possibili intendimenti con il potere; altri hanno deciso di continuare a praticare la via istituzionale approfondendo ed ampliando il livello di autonomia delle istituzioni culturali, prima fra tutte l'Associazione Hermanos Safnz che ha già acquisito lo statuto legale di libera associazione ed esercita i propri diritti; a questo gruppo si riferisce Abel Prieto, il giovane Presidente dell'Unione degli Scrittori ed A1tisti di Cuba (UNEAC), recentemente eletto nel Burò Politico del Partito Comunista, quando dice: "Si tratta in realtà di una critica formulata nell'essenza stessa della Rivoluzione, guidata sostanzialmente dal deside1io (ora lucido e ora muscolare) di salvare il socialismo cubano, di purificarlo, di usare l'arte come peculiare esorcismo per il bene di tutti" 15. Come che sia, l'analisi della cultura giovane degli anni Ottanta a Cuba evidenzia una drastica critica agli anni Settanta visti come gli anni del consenso passivo e dell'immobilismo, del burocratismo esasperato e dell'assenza di humor, del!' eccessiva sacralizzazione dei miti e della loro intangibilità, della rigidezza di tabù obsoleti o addirittura stupidi, così, almeno, la riassume Gerardo Mosquera: "Tra gli artisti c'è una mai·cata volontà destrutturante. La gioventù sperimenta un'acuta allergia verso qualsiasi retorica e la sua arte gode dello smantellamento di costruzioni ideologiche e meccanismi di manipolazione" 16, e Oraziella Pogolotti insiste: "Il peccato principale è stato di perdere la nozione -chiarissima nei primi anni - di essere immersi in un continuo processo di apprendistato, di insediarsi in false sicurezze, nel fare della istituzionalizzazione un equivalente di stabilità e di durata" 17. La stessa formazione accademica da cui procedono quasi tutti gli esponenti della giovane generazione presenta una paradossale contraddizione: da una pai-re ne ha stimolato le intelligenze e le curiosità, ma dall'altra non è in grado di soddisfare ulteriori richieste per i limiti stessi di un'educazione di massa, pianificata ed ideologizzata: "Di fronte ali' aridità e ali' allontanamento degli insegnamenti del marxismo rispetto alla pratica sociale concreta e ai complessi problemi della comen:poraneità- inclusi quelli antropologici - un buon numero di giovani intwlettuali ha cercato in modo autonomo delle alternative al 'marxismo ufficiale' delle scuole e università per il tramite di autori irrazionalisti (Freud, Jung, Heidegger, Nietzsche, Ortega y Gasset), di letture esoteriche o di autori come Barthes e Foucault, di una vastissima cultura e di una scrittura più attraente. Ma il problema è ancor più complesso, poiché il pensiero rigido e dogmatico ha perduto il pretesto della sua ortodossia: i manuali sovietici" 18. È per questo che, una volta usciti dal recinto accademico e dalle aule, questa stessa intellettualità deve ricorrere, per determinate cose ad una formazione in qualche modo autodidatta 19e nel piano locale riscopre autori degli anni Cinquanta 20e Sessanta, s6prattutto i poeti, per l'eterogeneità della loro formazione. per la diversità dei loro stili, per l'ampio ventaglio culturale al quale si ispiravano, ed è forse il caso di ricordare che la maggior paite degli autori cubani maturi fin dagli anni Cinquanta, hanno potuto essere pubblicati e conosciuti solo dopo la caduta del regime di Batista e l'avvento della rivoluzione, situazione che Ivan de la Nuez sintetizza così: "La società culturale si vide di fronte a una paradossale possibilità: attuare dopo il '59 un programma culturale pre-'59" 21. Nel trascorrere del decennio, a causa ed in conseguenza di tutte queste

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==