I CONFRONTI I liams- manca solo che, secondo certe allusioni fatte qualche anno dopo la morte di Kennedy in piccoli periodici di accese frange della sinistra americana, il cadavere di Kerinedy sia esposto a sconce pratiche, fra il dissacratorio e l' infatuato, da parte del cupo texano Johnson. I re muoiono, ma Cr.isto viene risorto dagli sforzi redentivi compiuti da Stone per partecipare al Suo assassinio. · La premessa politica di JFK è che, una volta che Kennedy avesse abbandonato il pantano vietnamita, egli avrebbe posto fine alla Guerra Fredda diventando l'uomo di punta di un cambiamento sociale progressista in America:"Nella nostra tristezza di figli e figlie, restiamo ossessionati dallo spettro di Kennedy e dai suoi sogni irrealizzati. La sua morte sarà vista come l'inizio di tempi terribili", lamenta Stone. Forse. Ma non c'è il rischio che, dando la colpa del Vietnam a una congiura, si contribuisca a confondere ancora di più nel tempo· le menti, a perpetuare il mito già letale di un nobile paese che fa quello che fa in Vietnam per pura ignoranza? La storia dice esattamente il contrario: una quantità di americani appoggiarono la guerra anche dopo che si seppe cosa c'era dietro, e questo Stone pare volerlo dimenticare. Forse si farebbe bene a diffidare - vedendo il film e·magari apprezzandolo come 'grande cinema', perché no? - di espressioni abusate, e che sanno un po' di 'disinteresse letterario', come "perdita dell'innocenza", che punteggiano la visione Mailer-Stone del1'America post-1963. Dopo tutto, Kennedy fu un giovane presidente che mentì su una serie di cose personali e pubbliche: il proprio stato medico (morbo di Addison), i propri amorazzi noti e ignoti ( dei noti, proprio oggi vengono alla luce dettagli sconcertanti' legati a boss mafiosi costretti a fare da messaggeri d'amore o a prestare propri amori a ore; di un altro mito dell'anima americana, femminile come Marylin, uno di quegli amorazzi può aver decretato una -m01te precoce e comunque non voluta), la vera ragione per cui gli americani si trovarono in Vietnam. L'unica rivendicazione di grandezza di JFK può forse associarsi alla fermezza con cui si oppose alla richiesta dei militari di scatenare una guerra nucleare per Cuba (e quella grandezza viene infatti prontamente registrata, all'indomani della morte di Kennedy, da un regista come Kubrick in un film come Il dottor Stranamore, un film non direttamente legato all'assassinio, ma possibile solo dopo quel fatto cruciale). Il resto della mistica kenriedyana, che anche in questo film alligna, non può che far pensare a un'edizione aggiornata di un Trionfo della Volontà versione Nuova Frontiera, uri interminabile show, per metà attualità e per metà desiderio, la cui nota dominante è la nostalgia similfascista di una figura di capo e padre per orfani amletici. È detto chiaramente in un brano chiave di Mailer che anche Stone cita in una recente intervista:"Passeranno cinquant'anni prima che un'atmosfera così promettente torni a vi vere in America ..." "Era un grand'uomo", disse una ragazza a un party l'altra sera. "No, non era un grand'uomo", dissi io. "Era un uoino che avrebbe potuto diventare grande o sarebbe fallito, e ora non lo sapremo più. Questo è il più terribile". Questo è il più terribile. Una tragedia è un'amputazione; tanti dei nervi della propria memoria continuano a ricorrere al membro che non c'è più". Tadeusz Kantor, quale fedeltà. Risposta a Guy Scarpetta L'eccesso di fedeltà può essere spes~o il più sottile dei tradimenti. La storia della cultura, la storia del teatro -e il caso di Brecht è fra i più emblematici - ci insegnano come adepti e discepoli animati da troppi scrupoli filologici abbiano finito col travisare sensibilmente, fin quasi a sovvertire o vanificare, il lascito di illustri maestri. Si puè>rappresentare il teatro di Kantor senza Kantor? Attorno a questo tema delicato e contraddittorio è stata scatenata in questi ultimi tempi da parte degli ambienti culturali e della stampa francese-come dimostra l'articolo di Guy Scarpetta ripreso su "Linea d'ombra" n. 68 - una bagarre che nella sua insistenza sembra trascendere i meri spazi della riflessione critica e dell'informazione cronistica per assumere tutti i caratteri di una vera e propria campagna denigratoria nei confronti della compagnia Cricot 2 e dei suoi attori, una campagna che non esita a nutrirsi anche di pettegolezzi, di illazioni, di notizie approssimative e incontrollate. Il teatro di Kantor non può essere rappresentato senza Kantor? La questione, certo legittima e .densa di significati, viene tuttavia posta da quanti si sentono evidentemente i legittimi depositari della verità artistica del Maestro non in una chiave prob_lematica,nella prospettiva di un paradosso suggestivo ed inquietante, ma in termini di dogma, ·di certezza assoluta, di assioma da cui non può che discendere ogni successiva valutazione: che gli attori sono dei profittatori che speculano sulla memoria di Kantor, che le tournées programmate dopo la sua morte si presentano solo come speculazione organizzativa, che ogni loro rappresentazione è "un'impo- · stura", un osceno sberleffo, un abietto omaggio. Noi, critici, uomini di te_atro,studiosi, artisti, amici di Kantor e testimoni dei suoi percorsi creativi non possiamo condividere questa pretesa di difendere un'astratta purezza kanforiana il cui obiettivo ultimo finirebbe per coincidere con una definitiva cancellazione di quanto resta çlell'opera del grande artista scomparso. Siamo consapevoli del fatto che i suoi spettacoli, senza LA PRIMA AGENZIA SUIPROBLEMI DELL'EMARGINAZION DELLPAACEDELL'AMBIENT Aspe, agenzia di stampa quindicinale edita dal Gruppo Abele, è uno strumento per giornalisti e operatori sociali. NOTIZIE CHE PUNGONO • Inchieste, opinioni, fatti e commenti, documenti, esperienze, inserti, notizie bibliografiche, appuntamenti • Numeri «speciali» monografici • 12 redazioni sul territorio nazionale • Banche dati in collegamento con centri di documentazione specializzati nelle tematiche trattate dall'agenzia • Aspeuropa, uno spazio specifico sulle politkhe sociali europee, dal 1991 • Osservatorio sulla nuova legge sulla droga 29
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==