Linea d'ombra - anno X - n. 70 - aprile 1992

AMNESTY INTERNATIONAL presenta tre esempi di quanto i governi considerino importante il rispetto dei diritti umani: COREA DELSUD CHONG SON·HEE Artista 33enne, nel luglio 1991 è stata condannata a due anni di reclusione, in base alla Legge sulla Sicurezza Nazionale, per "aver svolto attività a favore della Corea del Nord". Chong Son-hee fa parte della "Seoul Regional Alliance of National People's Fine Art Movement Organizations" ("Somiryon"), un movimento che promuove il realismo nell'arte e si batte per la libertà di espressione artistica. Le opere degli artisti del Somiryon rappresentano spesso scene della classe operaia e contengono messaggi politici, particolarmente a sostegno della riunificazione della Corea. Chong Son-hee è stata arrestata il 18 marzo 1991 ed accusata di aver convocato le riunioni del Somiryon a partire dall'aprile 1990, aver organizzato seminari sull'arte popolare e sull'ideologia nord-coreana in cui venivano proiettate diapositive sulla Corea del Nord, aver dipinto un poster sulla riunificazione della Corea ed aver prodotto un manifesto dedicato a Im Su-kyong, una studentessa imprigionata nel 1989 per aver visitato la Corea del Nord. Insieme a Chong Son-hee sono stati arrestati altri dieci membri.,....------------,, del Som i ry on: due di essi sono stati condannati a 18 mesi di carcere. TUNISIA MONCEF TRIKI Padre di quattro bambini, è stato condannato nell'agosto 1991 a 15 mesi di reclusione dopo essere stato a lungo detenuto in isolamento, torturato e sottoposto a un processo iniquo. Moncef Triki è il Presidente della Sede di Tunisi cieli' Associazione per la difesa dei diritti dell'uomo e delle libertà pubbliche; prima dell'arresto stava lavorando alla raccolta di informazioni sull'imprigionamento di alcuni attivisti islamici. Dopo aver subito due precedenti fermi, è stato arrestato I' 11 maggio 1991. È stato detenuto in isolamento nel centro di detenzione di Bouchoucha per quasi due mesi (la legge tunisina prevede un periodo massimo di detenzione preventiva di IO giorni), per poi essere trasferito alla prigione "9 aprile" di Tunisi. Moncef Triki è stato processato il I agosto per i reati di appartenenza all'organizzazione islamica illegale "al Nahda" (Rinascita) ed organizzazione di riunioni non autorizzate: peraltro, nel corso del processo non è stato dimostrato che queste abbiano effettivamente avuto luogo. L'imputato ha negato tutti gli addebiti dichiarando inoltre di essere stato torturato: la corte ha respinto le sue affermazioni e lo ha condannato a 15 mesi di reclusione. Il prigioniero si trova sempre nella prigione "9 aprile" di Tunisi, dove pare sia stato tenuto in cella di isolamento per quattro giorni completamente nudo. Può ricevere visite per IO minuti alla settimana. fil IID ]]l ~ ~ 1! fil 1 IID fil ]]l fl. Dil 1! fil JUGOSLAVIA MIKEL MARKU E ALI HAXHIU Slavi di origine albanese della provincia del Kosovo-Metohija, sono deceduti nel novembre 1991 a seguito dei maltrattamenti subiti in una prigione. Mikel Marku, avvocato 63enne di Pec, è stato fermato dalla polizia la sera del 31 ottobre mentre si trovava alla guida dell'auto di un amico; è stato tratto immediatamente in arresto, insieme agli altri tre passeggeri, poiché l'auto non era registrata a nome del conducente. Al momento dell'arresto e successivamente nella stazione di polizia di Pec, i quattro uomini sono stati picchiati con manganelli di gomma. Nel corso della notte, a causa dei colpi ricevuti alla testa, Mikel Marku é stato colpito da emorragia cerebrale, ma non è stato soccorso fino all'indomani. È deceduto dieci giorni dopo, l' 11 novembre. All'inizio del 1992, vista l'assenza di indagini da parte della polizia, la famiglia di Mikel Marku ha sporto denuncia per omicidio nei confronti di tre agenti. Ali Haxhiu, 45enne rifugiato albanese del villaggio di Sazli, era stato condannato nel maggio 1991 a 30 giorni di reclusione per aver fatto con le dita il segno di vittoria di fronte a due poliziotti. Poichè le autorità gli avevano accordato un rinvio nell'esecuzione della sentenza, onde consentirgli di prendere parte alle nozze della figlia, è stato condotto nel carcere di Pristina solo il 26 novembre. Dopo due ore il suo corpo è stato ritrovato privo di vita, con numerose ferite. Alla fine del 1991 la famiglia non aveva ancora ricevuto i risultati dell'autopsia. fl. Dil 1! 1! Sede Nazionale di Amnesty International: Viale Mazzini, 146 - 00195 Roma, Tel. (06) 38.08.98

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