Linea d'ombra - anno X - n. 70 - aprile 1992

30 VISTA DALLA LUNA ~ O:: Ul E-< <t: ...J minimo di istruzione che permettesse ai fanciulli di procurarsi un lavoro. A quei tempi, lo scopo della scuola era di far sì che la gente sapesse leggere quel tanto da lavorare a paghe di fame. Oggi sono state apportate lievi modifiche per offrire le nozioni richieste da una società tecnologica. Non c'è una fondamentale differenza: la scuola si propone sempre di educare le persone a quei compiti cui Dio li ha destinati nella vita. Come scrive Michael Duane nel capitolo dedicato alla istruzione di Stato, si tratta sempre di una educazione classista. Esistono delle buone scuole elementari. Recentemente ne visitai una e mi piacque: i bambini chiacchieravano animatamente, felici, giocando con oggetti diversi. Mi fu detto che alcune madri protestavano al provveditorato perché i bambini non imparavano a leggere abbastanza in fretta. Questo feticismo dell'imparare a leggere subito è universale. È un motivo di ansia assolutamente superfluo tra genitori e figli che esiste unicamente perché i genitori accettano la premessa che l' istruzione deve servire gli interessi della società e non quelli dei bambini. Questo non deve succedere. La società è un' entità fissa che mira inconsciamente a perpetuare la propria esistenza alla propria maniera; pertanto l'istruzione sia in Russia che in America che in Inghilterra è una emanazione della classe dominante. Non possiamo precedere i genitori e non possiamo precedere gli insegnanti. Il sistema educativo non insegna ai futuri genitori come si deve trattare con un bambino. Sarebbe già un passo avanti insegnare alle ragazze di sedici o diciassette anni come si allevano i figli. Solo gli elementi più semplici e di buon senso: non picchiare il bambino, non spaventarlo, non costringerlo a fare o a mangiare quello che non vuole, non renderlo sottomesso al semplice suono di una voce. Ciò potrebbe aiutare le ragazze a non ripetere il comportamento nevrotico che ha rovinato la loro infanzia. Sono sicuro che se le punizioni corporali fossero abolite in Inghilterra gli insegnanti si ribellerebbero in maniera decisa. Sia genitori che insegnanti credono necessaria la formazione del carattere. li direttore è convinto che la verga sia necessaria per assicurargli la tranquillità. Gli insegnanti temono i giovani: ignorano quali saranno le loro reazioni e quindi, per prudenza, li tengono al guinzaglio. "Lasciateci tranquilli, non dateci fastidi. Questo si fa, questo non si fa, a voi obbedire". Questo è il loro atteggiamento. Ad essi comoda mantenere il sistema attuale. Sono persuaso che molti insegnanti in cuor loro detestino gli allievi. Lo si nota dal modo in cui li opprimono, dal modo in cui li rimproverano, dal modo in cui li puniscono. Non che la cosa mi sorprenda, dal momento che gli insegnanti sono chiusi in un'aula con un mucchio di ragazzi che non hanno alcuna voglia di starci. Non solo abolirei le punizioni corporali, ma abolirei tutte le grandi scuole, sostituendole con numerosi edifici ad un piano nella periferia di Londra e di altre città. Porterei a scuola ogni giorno i ragazzi in autobus. La cosa è fattibile. Vorrei scuole piccole, autogovernate. Naturalmente c'è EDUCATORI E DISEDUCATORI bisogno di molti più insegnanti, ma il vero problema è nel decidere se lo sforzo valga la pena. Attualmente la società è ostile. Pochi mesi fa invocai il ritorno al sistema dell'allievo-insegnante; in questo sistema lo studente trascorre quattro anni in una scuola insegnando le varie materie elementari, dopo i quali supera un esame per essere ammesso al magistero dopo aver fatto una buona esperienza pratica. La mia proposta è stata dichiarata impossibile e vecchio stile. Invece io ritengo che gli studenti entrino al magistero per imparare una quantità di nozioni inutili, dopodichè sono abilitati ad insegnare senza avere la minima esperienza sui ragazzi non avendo mai vissuto con loro. L'allievo-insegnante viveva con gli scolari. Avevo solo quindici anni quando diventai allievo-insegnante, gli scolari avevano quattordici anni, quindi ero praticamente uno di loro. Per il primo anno giocammo addirittura insieme. Purtroppo questo sistema è scomparso per sempre. Io lo ritengo assai più soddisfacente di quello attuale che trascura in maniera totale le necessità reali dei fanciulli. Il problema consiste nel decidere che tipo di educazione vogliamo. È impossibile parlare o scrivere sull'educazione senza riflettere con terrore allo stato del mondo, colmo di odio, di avidità e di ingiustizia sociale. Insegnanti e genitori credono che i bei voti abbiano importanza in un mondo di razzismo, delinquenza, sfruttamento, prigioni barbare e castrazione psicologica del fanciullo. Educazione dovrebbe significare ricerca di un mondo più felice, più giusto, più libero; tutta la sapienza scolastica e le lauree questo mondo non aggi ungono un filo di paglia al tentativo di aiutare gli uomini a raggiungere la normalità e la gioia. La grande maggioranza non riesce a comprendere questa semplice verità. Ho scritto molti articoli intorno alle emozioni dei bambini, la libertà ecc., ma non ebbi alcuna reazione. Recentemente scrissi un articolo sulla stupidità delle materie di insegnamento, sostenendo che quello che impariamo a scuola aveva ben poco a che vedere con la nostra vita reale. Portai l'esempio della storia, nella quale avevo sempre preso dei bei voti. Scrissi che oggi come oggi non ricordavo minimamente chi avesse vinto la Guerra delle Rose o quali fossero le Delibere del Lungo Parlamento. Risultato? Gli insegnanti di storia mi saltarono addosso. La Storia è importantissima, ma la natura del bambino è cosa di poco conto. Fuori dalla scuola questa è la filosofia dominante: "Caro signore, il nostro scopo è di abituare i fanciulli a pensare, a ragionare. L'aritmetica abitua il bambino al ragionamento". Ho ancora da vedere l'insegnante che corre dal professore di matematica a chiedergli consigli. Temo che tutta questa disciplina conduca ad un mondo fascista, a quel paternalismo contro il quale gli studenti giustamente si ribellano. In Germania ho osservato un sistema di educazione che consisteva unicamente in lavoro di cervello e in disciplina.L'obbedienza era la prima fra le virtù. Nessuno sfogo per le emozioni dei bambini, per cui, quando un uomo intriso nell'odio si fece avanti, tutta la nazione, contro il proprio interesse, lo seguì come

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