EDUCATORI E DISEDUCATORI Non abbianio il diritto di cambiare la natura dell'individuo. E non c'è nemmeno da pensare di riuscirci: noi abbiamo avuto per anni bambini che non hanno mai parlato in un'assemblea e bambini che invece hanno parlato anche troppo. il figlio unico o al massimo i due figli, in una casa dove si scontrano solo con adulti, hanno nel collegio la soluzione migliore dei loro probl~mi. Alcuni temono che il bimbo si senta respinto dai genitori se viene rinchjuso in un collegio. Questo è probabile, se la scuola è severa e se può esservi sottoposto a punizioni corporali. Egli penserebbe: "i miei genitori debbono odiarmi per mandarmi in una scuola come questa". A Summerhill è più probabile che pensino: "i miei genitori debbono volermi bene per mandarmi in una scuola dove sono felice". Credo sia questa la ragione inespressa per cui tutti sono lieti di tornare. Quando si riapre l'anno scolastico li vedo pieni di gioia. Guardo altre scuole in Liverpool Streete non posso fare a meno di notare l'aspetto infelice di quei ragazzi. È rimarchevole come i bambini di Summerhill siano aperti, franchi, disinvolti, mentre i piccoli allevati con sistema disciplinare sono molto diversi e reagiscono goffamente o addirittura con petulanza quando si scherza con loro o, per così dire, ci si mette al loro livello. Quando i nostri ragazzi debbono andarsene e frequentano un'altra scuola non hanno mai paura dei nuovi insegnanti. Molti maestri mi hanno detto che gli ex allievi di Summerhill sono indipendenti e senza timori di sorta. Inoltre si comportano molto bene e rispettano i regolamenti. Non arrivano ad eccessi di ribellione contro stupidi divieti, manca loro la componente di odio necessaria al vero ribelle. L'odio insorge quando si tenta di modellare i bambini su di uno stampo prefabbricato, cosa che avviene nel la maggior parte delle scuole. A volte ci capitano bambini introversi, che non vogliono mescolarsi con gli altri. Siedono e leggono per delle ore. Non si può far nulla, non devono cambiare. Theodore Faithfull, quando dirigeva la sua scuola, ebbe a volte bambini introversi che cercava di rendere estroversi. Non mi sembra giusto. Non abbiamo il diritto di fare una cosa del genere: tentare di cambiare la natura dell'individuo. E non c'è nemmeno da pensare di riuscirci: noi abbiamo avuto per anni bambini che non hanno mai parlato in un'assemblea e bambini che invece hanno parlato anche troppo. Capita a volte di avere un bambino proveniente da un ambiente difficile, che si è sempre comportato da prepotente. Uno era stato adottato e non si era mai rassegnato alla perdita della vera madre. Uno proveniva da una famiglia che lo aveva viziato facendo di lui una specie di reuccio della casa. Molto spesso il prepotente è uno che ha un fratello minore e per lui tutti i bambini sono a immagine del fratello. Avevamo un ragazzino americano che tormentava regolarmente una bambina. Gli chiesi: "Perché fai sempre il prepotente con Teresa?". Lui rispose: "Perché sembra la mia sorellina". Quindi era conscio della sua prepotenza. Questa ammissione non gli impediva di continuare. I discepoli di Freud sbagliano quando credono che basti localizzare le cause di un complesso per curarlo. Ho compiuto anch'io degli errori. Ho avuto un ragazzo dai sette sino ai quindici, sedici anni che è sempre stato prepotente. Avrei dovuto cacciarlo LA TERRA 29 via, ma non lo feci perché non esisteva un luogo ove potesse essere accolto. Se ci fosse stata una scuola in grado di risolvere i suoi problemi psicologici me ne sarei liberato, ma non l'ho fatto e ripensandoci mi convinco di aver commesso uno sbaglio. Dopo di allora allontanai due o tre ragazzi perché i più piccini venivano da me lamentandosi di averne paura. Dissi: "Non tornerete qui l'anno prossimo perché spaventate i nostri piccoli". Non potevo sacrificare tutti quindi dovetti sacrificare quelli. È una immensa soddisfazione per me che dei bambini piccoli si siano rivolti a me per lamentarsi di un prepotente. In una normale scuola inglese, dove l'insegnante rappresenta l'autorità disciplinare, ciò è considerato impensabile. I bambini sanno che nessuno prende le loro difese perché il loro modo di agire è considerato una "delazione" che infrange un codice etico basato sulla paura e sull'omertà. Ai bambini sarebbe toccato soffrire in silenzio sino a quando, a loro volta, fossero stati in grado di tormentare quelli più deboli di loro. I miei ragazzi vengono persino a dirmi quello che pensano dei loro insegnanti, me incluso. Una volta vennero a dirmi che ero un pessimo insegnante, il che non era vero. Erano bambini senza alcuna voglia di studiare, che frequentavano le lezioni "perché i miei genitori mi obbligano", e poi scaricavano la colpa sul!' insegnante. Un ragazzo che arrivò a Summerhill troppo tardi e che non potemmo aiutare molto era una specie di fascista che indossava stivaloni e giubba nera di pelle. Alcuni dei bambini più piccoli marciarono con lui per puro divertimento, ma egli non esercitò mai un vero influsso su di loro. Nemmeno ebbi mai occasione di preoccuparmi, avevo fiducia nella salute mentale dei miei piccoli. Avernmo anche un norvegese fascista, che andava a trovare Mosley 4 e rientrava con manifestini fascisti che appiccicava alle pareti. I bambini non li strapparono mai: si limitarono a controbattere scrivendoci sopra "Al diavolo il fascismo". Questa nostra non interferenza nei bambini presuppone una fiducia autentica in loro, nella loro bontà innata e nella loro naturale saggezza. Proprio per questo nostro atteggiamento non autoritario nei loro confronti essi accettano i limiti ragionevoli imposti alla loro libertà. Naturalmente alle ragazze di Summerhill piacerebbe avere una vita sessuale, ma io sono obbligato ad informarle che non posso permetterlo perché, anche se i loro genitori fossero d'accordo ciò costituirebbe un rischio gravissimo per la mia scuola. Se la cosa fosse risaputa la mia scuola verrebbe chiusa dalle autorità. Sono convinto che proprio per il mio atteggiamento deliberatamente non moralista ci siano state finora risparmiate delle gravidanze. Non c'è stata una sola ragazza incinta, per quanto ne sappia, in tutti gli anni che ho diretto Summerhill. È un luogo comune affermare che l'istruzione mira a conservare lo "status quo", a tirar su una nuova generazione che abbia i costumi e le maniere della vecchia. Come tutti i luoghi comuni contiene una buona dose di verità. Quando ero giovane, lo scopo della società era di provvedere a un < ! = .. ~ .. e z ,-
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