Linea d'ombra - anno X - n. 70 - aprile 1992

26 VISTA DALLA LUNA <l'. ~ ~ <l'. ...J Il problema da risolvere, quindi, è lafamiglia. Non si tratta soltanto di quello che i genitori debbono fare, quanto di quello che non debbono fare. mentali poiché la breve carriera scolastica li ha provvisti di un bagaglio che ha poco rilievo sulla loro vita giornaliera: storia, geografia, matematica. Il miglioramento dei salari potrà condurre ad una educazione più consapevole, ma fino a ieri i pessimi alloggi, il lavoro sfibrante con l'unico sollievo di una sosta al banco degli alcoolici non hanno dato loro alcuna possibilità di capire un'acca sulla - diciamo - natura del bambino. Totalmente assenti sono le occasioni per una vita creativa. Non c'è spazio. Non c'è modo di estraniarsi dai bambini rumorosi, per cui diventano una seccatura. I borghesi hanno la cultura, belle case, buon cibo, libro, conversazione intelligente. I maschi non hanno bisogno di raggrupparsi in bande agli angoli delle strade. I bambini delle classi agiate hanno migliaia di interessi che i ragazzi del popolo non hanno. L'istruzione della classe borghese offre una maggiore consapevolezza. Un impiegato di banca o un insegnante possono leggere libri di psicologia o di filosofia. Quanti spettatori allo stadio hanno mai sentito parlare di psicologia? Non vogliamo dire che tutti i genitori borghesi allevino i loro figli in maniera piacevole. È possibilissimo che i bambini borghesi molte volte siano infelici perché i loro istinti vengono soffocati da un comportamento esterno convenzionale, dalle buone maniere, dalla proibizione di manifestare i propri sentimenti, dall'obbligo di passare gli esami. Come si dice: "Non si fa". Poiché è lo strato borghese che forma i pilastri della Classe Dominante, i loro istinti repressi sono ben più pericolosi di quelli delle classi più umili. La classe borghese ha la propria chiusa personalità, i propri limiti emotivi, le proprie tradizioni. Quelli che frequentarono scuole di élite mandano i figli alle stesse scuole pur ammettendo di esservi stati infelici. Dato che l'insegnante è legato mani e piedi, non guardiamo a lui per una riforma dell'istruzione. Dopotutto, gli viene affidato un fanciullo che ·per cinque o più anni è stato condizionato dai genitori. Una volta dicevo che se fossi stato ricco non avrei accettato nuovi alunni sopra i sette anni. Adesso ho abbassato il limite a sette mesi dalla gestazione. Il problema da risolvere, quindi, è la famiglia. Non si tratta soltanto di quello che i genitori debbono fare, quanto di quello che non debbono fare. Migliaia di padri e madri sono infelici perché i figli li considerano degli estranei. I figli mentono ai genitori non solo per paura ma perché sentono che non saranno capiti. E così milioni di genitori sentono di aver perduto i loro figli; purtroppo, è vero. Perché? Per colpa della disciplina, delle osservazioni, delle prediche sulla morale, insomma per voler fare accettare ai giovani i costumi e le credenze degli anziani. Ne ho fatto l'esperienza nella mia scuola. Una ragazza di sedici anni mi raccontava: "Quando sto con la mia famiglia sono infelice. La mamma mi ascolta appena. Vuole dirigere la mia vita e giustifica il suo controllo con la scusa che sono troppo giovane per prendere delle decisioni. Non mi lascia nemmeno scegliere il colore dei vestiti. So che dovrei amarla, ma la odio e mi sento EDUCATORI E DISEDUCATORI in colpa". Così accade in molte altre famiglie. I genitori sono anch'essi infelici. Povere anime ignoranti, non capiscono che sono essi stessi la causa di questa perdita, che hanno sacrificato i figli ad un codice di comportamento sorpassato. Per condizionare i bambini basta semplicemente proiettare la vostra personalità sui vostri figli. Ma non è nell'interesse del bambino. È solo l'idea del genitore di quello che il bimbo dovrebbe essere, così come gli educatori (inclusi i cosiddetti fautori del progresso) credono di sapere come debba essere un bambino. È il concetto di modellare una persona a nostra immagine e somiglianza, per intenderci. Dio, che crea l'umanità a propria immagine e somiglianza, imitato da noi. Naturalmente, lo scopo ultimo è di inserire i nostri figli nella Classe Dominante, di adattarli allo status quo. Il condizionamento dell'ambiente familiare prepara il fanciullo ad accettare il condizionamento della scuola. Un ragazzo che frequenta una scuola di élite accetta tutto quello che gli viene insegnato sull'importanza dello sport, del conformismo, della responsabilità, di mantenere un fermo controllo sulle proprie emozioni, eccetera. 3 La vita in famiglia lo ha già condizionato ad accettare di essere modellato da altri per assumere un ruolo determinato da altri. Con l'arma dell'approvazione o della disapprovazione gli hanno insegnato sin dalla prima infanzia ad accogliere in sé l'autorità esterna e a farla propria. Quando insegnavo alla King Alfred School, vedevo come i bambini erano condizionati da John Russell. John Russell obiettava fortemente alle dimostrazioni fisiche di affetto e alle parolacce. I ragazzi erano condizionati ad essere bravi, educati, morali. In questo caso, poiché la King Alfred School era una scuola aperta al progresso il metodo principalmente usato era quello della sua personalità. Aveva l'aspetto di un arcivescovo. Ai miei tempi era già un uomo vecchio, con una voce e una figura imponenti. Era il simbolo del padre ma di un padre buono e quindi era molto difficile ribellarglisi. Poiché è assai più facile ribellarsi ad un padre severo che ad un padre indulgente. I bambini "si trasformano" in John Russell, assorbendone totalmente il modo di concepire la vita. A Summerhill, noi cerchiamo di evitare il più possibile che questo accada. Chiedete a qualsiasi allievo o ex-allievo di Summerhill qual è la mia religione, la mia opinione sulla droga o le mie idee politiche: non le conoscono e non gliene importa niente di conoscerle. Perché genitori e insegnanti non se ne stanno in disparte, lasciando che il bimbo cresca spontaneamente? Se io credessi nel peccato originale, lo definirei il complesso del dio onnipotente: che fa credere a un uomo di poter insegnare agli altri come devono vivere. Lo osserviamo già nella stanza dei bambini: il piccolo cerca di arrampicarsi sulla sedia e il padre con un sorriso indulgente lo solleva e lo aiuta, distruggendogli il piacere della conquista. La cara insegnante di disegno prende il pennello e migliora il quadretto di Mary. La vecchia storiella che Willie non riesce mai a giocare

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==