Linea d'ombra - anno X - n. 70 - aprile 1992

22 VISTA DALLA LUNA <l'. o::: o::: t:: <l'. .....l qui veniva l'invito-io l'ho ricevutodecine di volte - ad andare al raduno del villaggio a parlare di questo o di quell'altro. È sempre avvenutocosì:dal nucleodellapiccolacomunità cattolica è avvenuto questo scambio. Dal villaggio partiva l'azione: per esempio quando i cattolici hanno proposto l'asilo per duecento bambini. Tutto il villaggio ha detto di sì, però ci hanno boicottato fino alla fine. I cattolici erano quaranta su un villaggio di duemila abitanti,quindiunaminoranzaassoluta.L'asilo l'abbiamo costruito, hanno lavorato solo i cattolici. Sia1Ì10andati avanti e l'abbiamo fatto perché pensavamo ai bambini. Poi quando .abbiamo invitato i genitori a portare i bambini, ne hanno portati duecento, e i bambini hanno spaccato tutti i criteri religiosi precedenti. E allora hanno chiesto perdono pubblicamente per aver boicottato la costruzione dell'asilo. Ecco perché l'evangelizzazione rimane primaria e fondamentale. Però su questa formazione, e devi passare dal villaggio. E i ponti col villaggio sono venuti così. Avevi quaranta persone come ponte: ma veniva da tutto il lavoro di formazione che durava mesi. Lei descrive l'evangelizzazione più come un mezzo che come un fine in sé. No, un mezzo no. È la base su cui costruire la persona nella sua identità, nella sua famiglia, nel suo lavoro. Non c'è né promozione umana né promozioneculturale né niente senza quella base che parte dai valori intimi dell'uomo. E lei non crede che certi valori possano essere già insiti nella cultura e nei sistemi di pensiero locali? Beh, ci sono dei valori bellissimi da attualizzare e da potenziare. Altri valori no. I valori da potenziare sono il senso religioso dell'africano, che èmolto forte. La presenzadi Dio, che non è vicina come è con noi, come Padre. Loro hanno un senso di Dio molto distante, vicino hanno gli spiriti. Buoni, cattivi, ad alcuni vengono sacrificati gli animali per beneficiarsi la loro protezione o in modo da combattere il malocchio, e si tratta immediatamentedi sacrifici all'antenato. Dio rimane dietro, rimane distante. Non come Padre. È stata la missione cristiana a portare "Mungu Baba", Dio Padre. Non soloil loro"Mungu yupu",Dioc'è. Mungu yupu è comunque un valore grandissimo. E poi è bello come loro poi dicano: "MunguMarna", DioMadre. È giustissima questa afferamazione. È bellissimo. Quello che non è valore positivo è invece la paura. Sia degli spiriti eattivi,chedi ehi neè tramite,comegli stregoni. Ne hanno una paura ancora grandissima, e quella paura è insita nell'animo africano, è molto forte, e questo non è un valore. Perché lo stregone a un certo momento si serve di tutto. E quello dominato dalla paura ha effetti e conseguenze che pesano nella persona e nella famiglia. Poi, il fatto che al di fuori del tuo clan non c'è aiuto: dentro al clan c'è tutto, ma al di fuori sei solo. Ecco un altro valore cristiano: non guardare al tuo clan, devi guardare ai valori della persona. Quando in quaresima facevano la colletta per aiutare i più poveri, i primi anni ho sempre visto cosa succedeva quando chiedevo conto di chi è che ti aiuta: è il familiare di questo, è il familiare di quell'altro. Aiutavano sempre all'interno del proprio clan. Ma lospirito cristiano è uno spirito universale. E quindi voi dovete guardare i più bisognosi, i più deboli, gli ultimi. Allora andate da tutti anche se non è un cristiano, anche se è un musulmano, anche se è un luterano. Poi: la posizione della donna nella famiglia, e la questione del malato e del vecchio. Questi sono punti sui quali è necessaria l'evangelizzazione, attraversi i sacramenti, che sono tappe che sono già presenti nelle loro culture: la nascita, l'iniziazione, il matrimonio, la morte. Ci sono già, però vanno viste nell'aspetto sacramentale:guardache tu staicompiendoquello che Dio ha voluto compiere, e adesso tu lo compi in nome suo. Oppure l'iniziazione, che vuol dire sì a un piano di Dio, perché sei giovane, ti devi creare. li matrimonio, la consacrazione sacerdotale e religiosa. E la morte, è unaltro passo che loro non avevanomolto. Ci sono le tribù nomadi, per esempio, che non avevano questo culto. Il vangelo viene a completare, a valorizzare queste cose. Purtroppo noi non abbiamo saputo valorizzare molto i valori già presenti, abbiamo buttato loro addosso concetti di tipo occidentale, e tutta la filosofia aristotelica, invece di cercare dal di dentro questi valori. E nei confronti di una cerimonia come quella di iniziazione alla pubertà, che posizione avevate? Le due tribù con cui ho lavoratousavano la circoncisione solo in modo sporadico, l'hanno abbandonata già una trentina di anni fa. Altre tribù vicine avevano quest'iniziazione, però è un momento in cui è molto difficile per una persona esterna partecipare: perché vanno in mezzo alla savana, lontano. Si isolano completamente e non si sa più dove siano. Dura di solito un mese, o due mesi, dipende. Durante questo tempo c'è l'iniziazione ai segreti delle arti, degli animali eccetera. Sporadicamente, ci sono missionari che sono entrati veramente. Oppure era la gente che chiamava le suore del dispensario per curare la ferita, perché tagliavano sempre con un coltello solo: trecento ragazzi con lo stesso coltello. O la clitoridectomia. Allora le chiamavano per andare a curare questa gente. Ma non siamo mai entrati a studiare, a capire, perché era una cosa considerata proibita dalla Chiesa: c'erano delle danze, e tante in particolare di tipo sessuale, e poi c'erano delle pratiche del sangue, quindi ci è stataproibita,mentre si sarebbepotutoentrare. In fondo, si tratta solo di veder versarequalche gocciadi sangue. Ma noi non siamomai entrati con la catechesi e così la "cresima uguale iniziazione" non c'è stata, sono rimaste distaccate. Quindi hai difficoltà a dare la cresima quando la ragazza o il ragazzo stanno via un mese. Comunque le nostre tribù dei Wahehe e Wabena della zona di Iringa e Njombe non avevano grandi tradizioni di questo tipo, come le hanno tante popolazioni del nord della Tanzania, i Wasukuma, i Wagogo. Voi non avete mai trovato opposizione e conflitto con le istituzioni religiose locali, o coi sacerdoti tradizionali. No. Anche gli stregoni, io ne conoscevo parecchi, anzi quando ho preso la malaria ceI MISSIONARI rebrale si sono offerti in tre per curarmi. Con onestà, anche se loro sostenevano che che ero stato avvelenato. Erano stregoni con i quali avevamo amicizia, mi raccontavano le loro conoscenze in fatto di erbe, e io raccomandavo loro di non usarle mai per far del male, per fabbricare veleni. Come per le nostre medicine, i barbiturici, che presi in dosi massicce diventano dei veleni. Uno di loro mi ha anche raccontatodi come è stato insignitodel titolo di stregone da suo nonno. Comunque le popolazioni della nostra zona, attraverso la graduale trasformazione da nomadi in agricoltori sedentari avvenuta nell'ultimo secolo, hanno perso molte delle loro credenze nella stregoneria. I nomadi ci restano più legati. La chiesa sta studiando nell'evangelizzazione l'importanza di questi valori, che tenuti in grande considerazione, sono la base di qualsiasi promozione umana. Anche noi, non siamo una compagnia statale che è lì solo per fare un progetto, iI progetto deve nascere dalla gente, deve essere capito e voluto. I progetti di cooperazione che non tengono conto di questi fattori sono sempre realizzati molto male. I nostri invece sono fatti su una base di formazione e di fede, quindi l'evangelizzazione rton viene né prima né dopo: è la base del tuo lavoro. E la gente vede in te l'uomo di Dio, lo dicono spesso. Bisogna essere molto sinceri, molto aperti, e molto equilibrati, perché in te vedono un leader. Ma non un leader di Partito. Un sacerdote è sempre investito di una grossa aU/orità. Immagino che questa autorità sia una responsabilità pesante, il missionario è la persona che ha le chiavi per muovere una regione intera. Certamente, la gente guarda a te come uno che può dare una spinta molto profonda. Sei considerato una persona che può dare delle risposte, anche dalle autorità di governo della regione, del distretto. Però questo avviene quando sentonoche sei davvero penetratonella loro realtà. Io ho sempre creduto nella piccola comunità. Ho passato giorni interi con le donne, gli uomini. Gente che veniva a confidarti i propri problemi personali. Per capire il messaggio evangelico, per superare le difficoltà della famiglia. E la catechesi arrivava come una conseguenza. li risultato era che anche la terminologia che finivo per usare per indicare un certo cammino, era una terminologia loro, non faceva parte del nostro linguaggio o della nostra morale, ma della loro. Tutto veniva tradotto in un contesto culturale tipicamente africano. E allora la gente ti capisce davvero. Mi sono trovatomolto bene proprioper questo, che mi è stato insegnato dai missionari che erano lì da molti anni, che hanno fatto tutto il lavoro all'inizio: camminare molto insieme alla gente, in senso letterale perché se tu per viaggiare cammini, entri in contatto quotidianocon lagente. Dormivamo a casa della gente, ioquesto hocercato di farlo ilpiùpossibile. Fra l'altro, in questi quindici anni io sono stato prima insieme a un altro padre bianco, ma la seconda esperienza è stata tutta africana. Ero solo.Ma è stato bellissimo, perchélavoravamo insieme, con i maestri, i capi, con le ragazze, in una mentalità tutta africana. Ci siamo capiti molto bene.

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